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Ricordiamo il femminicidio…

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 …nella giornata mondiale dei diritti umani.

Si tratta di una vera e propria strage. Centotrentasette donne sono state uccise da mariti, compagni oppure conviventi nel 2011: quest’anno sono già oltre 100. Dobbiamo provare a disarmare la mano criminale di questi assassini.

Lisa Puzzoli, Luciana Morosi e Giovanna De Lucia sono le ultime tre vittime di femminicidio nel nostro Paese. Le loro storie ci raccontano di un sistema legislativo che non è in grado di garantire la sicurezza delle proprie cittadine.

Lisa aveva denunciato il suo carnefice tre volte negli ultimi due anni. Lesioni, minacce, stalking e violenza privata erano le accuse che aveva lanciato nei confronti del suo ex compagno. Se fosse stata ascoltata probabilmente oggi sarebbe ancora viva al fianco dei suoi figli. Invece no: il 27enne ex compagno della donna ha percorso ben trecentocinquanta chilometri in auto per giustiziarla.Un finale dai contorni simili è quello che ha dovuto subire Luciana Morosi, 67enne uccisa dal compagno di una vita. La donna è stata strangolata dal marito tra le mura della loro villetta, al culmine di una lite che ha portato l’uomo alla follia. Secondo i dati pubblicati il 23 novembre di quest’anno dal Telefono Rosa sarebbero l’85% dei casi le violenze nel 2012 provenienti da relazioni sentimentali. L’associazione continua riportando che: “Nel 2012, inoltre, i casi di donne che subiscono violenza da oltre 20 anni raggiungono il 15% delle intervistate (12% nel 2011), seguiti da un ulteriore 15% di vittime che patiscono i soprusi da almeno10 anni (13% nel 2011)”.

Giovanna De Lucia è stata uccisa dal marito: la sua colpa era quella di essere tornata a vivere in casa della madre con i tre figli. L’uomo ha voluto incontrarla, hanno discusso e poi l’ha uccisa a coltellate. Come il marito di Luciana Morosi ha tentato di togliersi la vita, ma non vi è riuscito.

Donne e uomini impegnati in politica, nell’associazionismo e per la legalità devono togliere con forza i coltelli dalle mani di questi uomini.

Una legge che tuteli le donne vittime di violenza fisica e psicologica deve essere priorità del prossimo Governo, come deve esserlo la riduzione dei tempi dei procedimenti penali e delle pratiche amministrative. Uno stato civile deve garantire la sicurezza dei propri cittadini e delle proprie cittadine, garantendo pari diritti. E’ ancor più rilevante sottolinearlo in occasione della giornata mondiale dei diritti umani.

Monica Cerutti

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