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Martedì, 16 dicembre 2014

Abu Mazen all’ONU chiederà il ritiro israeliano entro i confini del ’67. Netanyahu risponde che non lo farà. Che fa l’Europa?

mazen

Domani Abu Mazen presenterà all’Assembla Generale delle Nazioni Unite una bozza di risoluzione nela quale si chiede il ritiro delle truppe israeliane al di là dei confini fissati nel 1967. ieri Bibi Nethanyahu, evidentemente già in campagna elettorale, da Roma dove ha incontrato il segretario di stato USA John Kerry e Matteo Renzi, ha annunciato che Israele non si ritirerà mai. E chiede a Washington di assicurare il proprio veto alla risoluzione. Oggi Kerry incontra i mediatori palestinesi. Il caso vuole che siano gli stessi giorni nei quali si ricorda la storia coraggiosa di Vittorio Arrigoni.

Un caso che ci mette di fronte per l’ennesima volta all’inadeguatezza della “politica” di raccogliere e dare risposta alle sofferenze di un popolo e di applicare il diritto internazionale. Ma anche di fronte al coraggio di chi si mette a disposizione in prima persona accanto agli ultimi, a coloro che per la “politica” vengono considerati come merce di scambio, Lo erano i civili di Gaza in un tragico gioco al rimpiattino tra Hamas e Gerusalemme, lo sono i palestinesi di Gerusalemme Est, gli arabo-israeliani, chi vive in una prigione a cielo aperto o in un campo profughi. Si dice che Abu Mazen qualche tempo fa abbia deciso di congelare la richiesta di adesione alla Corte Penale Internazionale, un atto di distensione possibile per tenere aperta la porta alla trattativa. Invano. A fronte di questo stallo, è assai importante la presa di posizione di vari parlamenti europei, che hanno riconosciuto più o meno simbolicamente lo stato di Palestina. Laddove i governi non danno risposte imbrigliati in loro stessi e nella loro realpolitik, sono i parlamenti a prendere la parola, ed a dare voce agli ultimi.

Si attende ora che altrettanto accada in Italia, dove stride il silenzio del governo. Basta dare una scorsa ai siti di Palazzo Chigi e Farnesina, e si nota che l’unico riferimento alla visita è una fotina con Renzi che sorridente, l’ombrello in mano accoglie Bibi. Nulla di più. Oggi Renzi sarà alle Camere per riferire sulla riunione degli Consiglio dei Ministri degli Esteri dell’Unione tenutasi ieri a Bruxelles. Tra i temi, Ucraina, Siria, Iraq, Di Palestina neanche l’ombra.

Nel dibattito di oggi alle Camere Sinistra Ecologia Libertà presenterà una risoluzione al riguardo, nella quale tra l’altro si chiede un forte impegno dell’Europa per riaprire il negoziato tra Israele e Palestina, e di riconoscere lo stato palestinese. Questa la risposta al silenzio di Renzi ed all’equidistanza del ministro degli esteri Gentiloni.

Commenti

  • francesco

    Posto che Abu Mazen è una marionetta nelle mani dell’occidente, il riconoscimento dello Stato Palestinese, senza atti concreti di coercizione contro lo Stato ebraico, è solo un mero atto simbolico per salvare l’immagine di un governo.Israele è un vero e proprio “Stato Canaglia”, cane da guardia degli USA in medio oriente, impegnato dal 1948 a perpetrare il genocidio dei palestinesi. Per questo dovrebbe essere messo al bando dalla comunità internazionale e sottoposto a un pesante embargo commerciale e militare. Invece viene foraggiato con armi sempre più sofisticate e il governo italiano non trova di meglio che allinearsi alle restrizioni degli scambi commerciali con la Russia per compiacere i padroni yankee.
    Allo stato attuale è altresì patetico appellarsi al diritto internazionale dato che si scatenano guerre in ogni dove in base alla legge leonina del più forte, o del Far west. Compito dei “proletari di tutto il mondo” è organizzarsi per costruire un altro mondo possibile, senza illusioni di sorta per gestire al meglio l’esistente.