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Lunedì, 7 aprile 2014

Alexis Tsipras: «Con queste elezioni non si scelgono degli eurodeputati, si sceglie la nostra vita»

Alexis Tsipras

«Anni fa abbiamo guardato al fenomeno Grillo con simpatia perché era figlio della rabbia dei cittadini italiani, ma la rabbia da sola non basta. Grillo fa finta di non capire l’importanza della realtà europea». Intervistato da Lucia Annunziata a In Mezz’Ora su Rai3, Alexis Tsipras, candidato per la sinistra europea a presidente della Commissione Ue, non fa sconti a nessun politico italiano, a cominciare dal leader del Movimento Cinque Stelle.

Secondo Tsipras, i nemici da sconfiggere alle prossime elezioni europee sono più d’uno: da un lato c’è il populismo, colpevole di voler “disgregare l’Ue”; dall’altro ci sono le politiche di austerity che hanno fatto solo male al progetto europeo. «Per noi – ha aggiunto Tsipras – l’Europa è il terreno di una lotta di classe».

Ma il leader greco non fa sconti neanche al premier Matteo Renzi. «Sto seguendo con molto interesse Renzi, che ha dimostrato dinamismo sulle tasse ma che sulle politiche del lavoro rimane ancorato a un nocciolo principale neoliberista. E questo, lo abbiamo visto, non funziona». «Le scelte autoritarie in stile Renzi vanno a braccetto con le politiche europee. È successo anche in Grecia. Le nostre costituzioni ci proteggono da questi cambiamenti autoritari in stile neoliberista».

«Siamo riusciti a raccogliere 150mila firme con una legge ingiusta. L’Altra Europa con Tsipras sarà una sorpresa», ha detto il leader greco. «La nostra scelta di avere questa lista di un’Altra Europa per l’Italia significa che siamo convinti di riuscire a cambiare gli equilibri in queste elezioni europee. Con queste elezioni non si scelgono degli eurodeputati, si sceglie la nostra vita […]. Non dobbiamo perdere questa occasione, la politica dell’austerità, e della disgregazione della coesione sociale, porta a dei vicoli ciechi, è arrivato il momento di dire che è finita».

«Quello che è avvenuto negli ultimi due mesi in Italia è molto interessante. Siamo riusciti a raccogliere oltre 150mila firme con una legge secondo me è ingiusta. Stiamo guadagnando molti consensi, la nostra lista sarà la vera sorpresa di queste elezioni”, ha aggiunto Tsipras. “Siamo una sinistra che non vuole solo protestare, ma vuole governare per cambiare le vite di tutte quelle persone che oggi fanno una fatica incredibile».

Riguardo al quotidiano tedesco Der Spiegel, che lo ha definito “il nemico numero uno dell’Europa”, Tsipras si dice onorato del titolo, se ciò vuol dire essere pericoloso per i banchieri e il grande capitale.

Barbara Spinelli, membro della lista L’Altra Europa con Tsipras, ha insistito sullo scopo principale della lista: non solo criticare, ma cambiare l’Europa dall’interno, seguendo i principi del Manifesto di Ventotene redatto dal padre Altiero e da Ernesto Rossi durante il periodo di confino negli anni Quaranta, presso l’isola di Ventotene.

Alla Spinelli anche una domanda sulla polemica sui “professoroni”, accusati dal ministro per le Riforme Maria Elena Boschi di “opporsi al cambiamento”. Un atteggiamento che preoccupa la Spinelli, che vi riconoscere un certo “disprezzo per gli intellettuali”, unito all’impossibilità in questo momento politico di esprimere qualsiasi voce di dissenso o esigenza di confronto.

«Io ho firmato l’appello di Rodotà e Zagrebelsky. L’impressione che mi fa la polemica del premier Matteo Renzi contro i “professoroni” “è abbastanza triste». «Si ha l’impressione – spiega – che qualsiasi voce di dissenso rispetto a questa linea della governabilità a tutti i costi, della velocità fine a se stessa, venga combattuta. Chi chiede di discutere viene oscurato, come questa lista L’altra Europa con Tsipras. Ma questo disprezzo verso chi la pensa diversamente, al quale si aggiunge il disprezzo per l’intellettuale, verso chi lavora con la penna, verso il ‘professorone’, è molto populista da parte di Renzi».

Per rivedere la puntata della trasmissione In Mezz’ora di Lucia Annunziata andata in onda domenica 6 aprile 

Commenti

  • Matteo

    Quand’è che la sinistra capirà che l’austerità e l’euro SONO LA STESSA COSA?

  • Dario

    No, l’austerità è l’attuale Europa e l’attuale classe dirigente, compresa quella “socialista” che socialdemocratico ha davvero poco: l’euro è una moneta, ed è cosa secondaria rispetto al rimettere in sesto la nostra economia (del resto con la lira, svalutatissima, nel migliore dei casi aumenterebbero le esportazioni ma sarebbero ben più care le importazioni). Facciamo quello che serve: caccia all’evasione, patrimoniale, reddito di disoccupazione e lotta allo spreco e all’inefficienza pubblica. Dopodiché vedremo se l’euro sarà realmente un ostacolo o una comoda moneta unica.

  • Matteo

    Quello che dici è scientificamente non corretto. Non puoi pensare all’economia senza pensare alla moneta. Perché tutta l’economia funziona solo con la moneta, non col baratto. Se vai dal fruttivendolo per comprare una mela lui vuole soldi in cambio, non merci. Se c’è troppa moneta rispetto ai beni e ai servizi prodotti c’è inflazione, se ce n’è poca c’è deflazione. Entrambi sono dei problemi, ma la deflazione è ben peggiore dell’inflazione. Oggi siamo in deflazione. Perché gli stati con l’euro non hanno più il controllo dei loro bilanci, quindi non possono aumentare i deficit pubblici per aumentare la spesa pubblica e per ridurre le tasse.
    Quelle misure che hai elencato non servono a nulla, anzi sono controproducenti.
    L’EVASIONE con l’attuale consolidamento fiscale imposto ai governi dall’Europa è un bene: perché di fatto riduce la tassazione. Se vai a caccia di evasori devi far chiudere un sacco di piccole imprese che lottano per sopravvivere e mandare a spasso milioni di lavoratori.

    PATRIMONIALE, ancora tasse, sarebbe un’ulteriore mazzata per l’economia.
    SUSSIDI La spesa pubblica al contrario di quanto si pensa non è mai inutile. Ma i sussidi sono uno dei pochi casi di spesa non inutile, ma dannosa, perché sono reddito senza prodotto, quindi inflazione. Lo stato non deve dare sussidi, DEVE FAR LAVORARE, deve assumere gli attuali disoccupati e aumentare così l’offerta di lavoro.
    SPRECHI. Sostanzialmente ininfluenti. Sentiamo spesso dai giornali che si guadagnerebbero 100 o 200 milioni di euro a tagliare questo o quell’ente “inutile”. Sai quanto vale la spesa pubblica italiana? 800 MILIARDI di euro. Sai a quanto ammonta il PIL italiano? 1600 MILIARDI DI EURO! qualche centinaio di milioni di euro sono i centesimi dello stato.
    Ma anche se fosse di più non faresti che tagliare la spesa pubblica e quindi deprimi ancora di più l’economia.
    L’UNICA SOLUZIONE SONO POLITICHE FISCALI ESPANSIVE ovvero aumento del deficit pubblico ben oltre il 3% che ci impone l’euro, e dunque, ritorno alla lira.