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Domenica, 3 gennaio 2016

Amministrative, Fratoianni: Pd per il centrosinistra solo quando teme la sconfitta

Ballottaggio Roma, Gianni Alemanno al seggio elettorale

«Il Pd si ricorda dell’importanza del buon governo di centrosinistra solo alla vigilia dei turni elettorali e quando vede il pericolo di una sconfitta. Ma la paura della sconfitta si supera solo cambiando politiche e facendo politiche di sinistra». Lo dice Nicola Fratoianni, coordinatore di Sel, all’Adnkronos sull’invito di diversi esponenti del Pd a Sinistra italiana perchè non si rompa l’alleanza alle amministrative.

«Sono appelli che lasciano il tempo che trovano. E’ un po’ curioso che il Pd ora riscopra il centrosinistra quando ogni giorno governa con la destra e fa politiche di destra», aggiunge Fratoianni. Quanto alla candidatura di Stefano Fassina a Roma, di cui oggi parla anche Matteo Orfini in un’intervista chiedendo dove sia stata decisa, il coordinatore di Sel precisa: «Stefano Fassina è una personalità importante della sinistra in Italia. Sta facendo un percorso di ascolto e la sua è una candidatura condivisa da tutta la sinistra romana».

«A Milano siamo impegnati per dare continuità alla giunta di Pisapia, ma non so se sarà possibile. La candidatura di Sala rischia di disperdere quell’esperienza», spiega Fratoianni, per il quale a Roma «è difficile pensare di allearci con un partito che un autorevole esponente del Pd ha definito “cattivo e pericoloso”. E poi qui siamo stati estromessi per un commissariamento tutto interno al Pd». A chi dice che così Sinistra Italiana rischia di far vincere destra e M5S, Fratoianni replica così: «Ma è un argomento vecchio e sbagliato. Non si può gridare al lupo al lupo il giorno prima delle elezioni. L’allarme contro le destre, poi, è paradossale, mentre ancora si vota con Verdini o Alfano. Ma neanche un po’ di autocritica?». E i 5 Stelle «sono diversi dalla destra. Ma sono avversari, come il Pd. Noi siamo alternativi».

Commenti

  • francesco

    Il ragionamento si potrebbe ribaltare: Sel cerca alleanze a sinistra quando il PD gli sbatte la porta in faccia.Senza la bussola si va fuori rotta.

  • francesco

    tutto vero quello che dice fratoianni, ma allora a milano bisogna obbligare i dirigenti locali a rompere l alleanza col pd. sel puo aumentare il proprio consenso quando smettera di essere lo zerbino di renzi, la sx va riunita in alternativa al pd, non si puo lasciare fuori prc e civati. francesco l originale

  • francesco

    Obbligare non si può ( Chi nasce quadro, non può morire tondo), ma commissariare il Partito di Milano si, come è stato fatto a Bologna. Sta di fatto che ancora non è stata espulsa (ma lo sarà?) Cristina Tajani, assessora al lavoro e membro dell’Assemblea Nazionale di Sel, che sostiene ufficialmente il candidato di Renzi Beppe Sala, commissario Expo ed ex direttore generale del Comune di Milano all’epoca di Letizia Moratti sindaco (giunta Forza Italia + Lega + fascisti vari…).
    Francesco, il primo.

  • Guido Conti

    Mi spiace fare questa considerazione ma sento di farla….Quello che non si può più fare a mio parere è agire in modo autoreferenziale….L’alleanza è impossibile se davvero si crede che la controriforma costituzionale, che piega le regole istituzionali all’antipolitica dell’ideologia del profitto mercatista, sia il nodo decisivo dell’opposizione a ciò che si definisce renzismo….tutto il resto è tattica politicista che non si può più comprendere in un discorso di sinistra, aldilà delle sigle che si usano per definirsi….
    Il buon governo è un’alchimia che sappiamo bene non porta da nessuna parte, se non al personalistico “carrierismo cetista” che francamente penso sia il motivo dello scarso consenso che queste prove di allargamento politico e sociale ci accompagnano da almeno 10 anni…
    Un’altra cosa che mi sento di scrivere e domandare è: i commissariamenti sono funzionali alle elezioni amministrative perché non c’è tempo per i congressi straordinari necessari in diversi territori?
    Non comprendo perché non sfidare politicamente e definitivamente chi sta dentro questo campo con idee personalistiche di “carriera”….forse perché è un “male” generalizzato inestirpabile?
    Se non ideologizziamo il “nuovo discorso”, se nuovo sarà, non avremo chance generali, e quindi l’avranno gli addetti ai lavori che non faranno altro che replicare i fallimenti passati…mantenendo poltrona e reddito…Cambiare vuol dire cambiare, se no l’associazione popolare al renzismo è “automatica”….Uscire dal palazzo non è operare dall’alto, siamo in un momento dove “avere” qualche consigliere comunale o assessore non serve a niente….Quello che urge è uscire dal palazzo, lasciar perdere l’agenda dichiarativa e confrontarsi col Paese, che a mio parere, culturalmente si identifica a larghi tratti nel discorso speranzoso e illusorio che questa maggioranza, ma non solo, sta scavando in modo latente e profondo…Il NO al referendum deve essere una bussola culturale elezioni o non elezioni….Il banco delle amministrative non è per Il renzismo il banco, anzi potrebbe di nuovo essere quell’illusione già vista e vissuta all’inizio degli anni’90, poi all’inizio degli anni 2000 ed anche 5 anni fa con i progetti arancioni….belle esperienze amministrative, ma non volani politici e culturali alternativi se vogliamo utilizzare questo concetto coerentemente….la separatezza ormai sta stabilendo una cifra forse inconciliabile con un pezzo di paese che non vede l’ora di “avere” un Tsipras, un Corbyn o un Iglesias…..Staranno a casa, e non andranno nemmeno per il referendum…..stiamone certi….
    Come si fa a continuare ad essere scavalcati nel discorso del REDDITO dai pauperistici e assistenziali 5 stelle? Come si fa a non prendere in considerazione il DISARMO come argomento main stream? Questa non è sociologia dell’apocalisse, ma sentore di uno che ama passionalmente la politica, tra l’altro laureato in sociologia del lavoro, che spera di sbagliarsi e che ascoltando e cercando di confrontarsi nel e col popolo che lavora per autosostentarsi, pensa che il 2016 sia forse l’ultima chiamata….sempre che si voglia agire politicamente e non si ritenga di “essere la politica”….
    Un saluto ancora speranzoso non so per quanto!!!

  • mariosi

    Il Pd e’ in piena confusione.Altre verita’ non ci sono.

  • Claudio

    … perchè Sel no?

  • Claudio

    grandi manovre per tradurre in pratica gli intenti dei tre sindaci (Pisapia Doria Zedda), da Roma a Milano lotta serrata per la conquista di poltrone subito. Strategia abilissima in particolare a Milano. Sel sta prenotando assessori con chiunque
    vorrà partecipare alle primarie. Se sarà centrosinistra, con sindaco sia
    chi sia, Sel sarà in giunta. Poi, col tempo, si vedrà se si potranno cambiare le politiche, se si potrà fare la sinistra

  • francesco

    La questua è diventata l’attività prevalente dei componenti di Sel che hanno annusato i vantaggi che consentono le cadreghe istituzionali. Non solo a Milano.

  • Claudio

    Francesco non capisco cosa tu intenda per “componenti”. Credo che in Sel ce ne sia una parte, sicuramente maggioritaria, che, ad esempio, al congresso ha portato ad aderire all’Altra Europa. Ci sono poi altri componenti (direi il partito degli amministratori, poco interessati alle vicende nazionali ed internazionali) che riprendono un inaspettato vigore proprio nell’imminenza delle scadenze elettorali locali

  • dimer marchi

    Francamente è schizofrenico che qualcuno ci definisca: “la sinistra che fa perdere” a più riprese, poi dica che siamo indispensabili per non far veincere il centrodestra. Mah! Inoltre il PD ha reso strutturale un’alleanza con NCD nata come situazione emergenziale, al punto che NCD pone dei veti su una questione di carattere squisitamente etico e non propriamente programmatico come le Unioni civili. A meno che i valori non siano come spessoa ccade un viatico per cose ben più concrete e ormai del tutto digerite anche dal PD

  • francesco

    Non sono in grado di stabilire una percentuale approssimativa. Per “componenti” intendo una quota consistente del corpo militante di Sel a cui Vendola ha impresso il marchio “governista” fin dalla nascita, quale unica condizione dell’essere di sinistra nella società capitalista. Da cui il ripudio di qualsiasi riferimento alla parola “comunista” che presuppone l’alternativa agli attuali rapporti di classe.È sufficiente fare una panoramica tramite web sul territorio nazionale per rendersi conto della deriva governista di questi compagni, dalla grande città fino ai borghi più sperduti, che si alleano con personaggi di dubbia reputazione muniti di tessera PD. Benedetta cadrega!

  • francesco

    Il PD, cooptando la destra di NCD, ha fatto una scelta furbesca per garantirsi la governabilità in questa fase politica. Ma la cosa più grave è l’aver reso strutturale la legge dell’economia di mercato, il primato dell’impresa sui diritti di chi lavora e produce, lo sfruttamento globalizzato del suolo e degli uomini.
    E questo è avvenuto già prima dell’avvento di Matteo Renzi (erede legittimo di Occhetto, Veltroni, Bersani e per ultimo Berlusconi), con lo scioglimento del Partito Comunista Italiano che , aldilà della deriva atlantista, costituiva pur sempre un argine allo strapotere delle lobby economiche.

  • Claudio

    Repetita iuvant. Il Pd, nella migliore delle ipotesi, sta nell’area socialdemocratica. Dove piena è stata l’accettazione del liberismo: chi meglio di Blair e Clinton (e il nostro centrosinistra) ha saputo consolidare i programmi thatcheriani e reaganiani. Il nostro riferimento non può essere quell’area ma quel che è nato dai movimenti no global.
    Certo di fronte alla scelta secca socialdemocrazia destra (ma poi Renzi è proprio meglio di Berlusconi) e comunque per governare si apre il tema delle alleanze. È allora necessario “trattare”. Ma non “accattare”! E per “trattare” o disponi di figure particolarmente significative e coinvolgenti (ma attenzione perchè l’uomo solo al comando copre tempi brevi) o disponi di una forza elettorale che arrivi almeno alla doppia cifra. Nell’attesa meglio dedicarsi alla costruzione del partito e lasciar perdere gli appelli dei sindaci.

  • carlo51

    da vecchio riformista e avversario del renzismo dico a SEL , a SI e ai soggetti sociali innovativi (non gruppettari) che alle amministrative 2016 ci sarà un scenario oggettivamente a macchie di leopardo. L’importante è che col PD locale si adotti una tattica ‘dura, al limite ‘ricattatoria’ come ha fatto per due anni il royal baby. Senza fare un dramma se a Milano si voterà Sala e a Roma Fassina. La vera battaglia è il referendum di ottobre per dire NO alle brutture istituzionali renzusconiane. Occorre stanare tutta quella ex sinistra nel PD che deve essere convinta a non cedere alle bugie di Renzi, Alfano ( e ahimè, Napoilitano). Dovremo fare come nel 1974, andare casa per casa per superare l’ostracismo dei grandi giornali centristi. Su quel tema sui giocheranno anche alcune situazioni amministrative (che lo si voglia o no).Ma noi dobbiamo guardare avanti per un nuovo ulivo derenzizzato.

  • Francesco

    L’Ulivo cui alludi è affetto da xilella. Risalire su quell’albero è andare indietro rovinosamente.L’attacco ai capisaldi della Costituzione e ai diritti dei lavoratori parte da lontano, ed era perfettamente in voga con il “centrosinistra” del PD a guida Bersani.
    Hai già metabolizzato Monti e Letta?
    Francesco,il primo.

  • alberto ferrari

    Ho l’impressione che sta vedendo un altro film. Tsipras sta governando con la destra dopo aver estromesso la sinistra radicale e antigovernativa da Syriza. Iglesias proprio oggi si è detto disponibile ad eventuale governo con Sanchez. E questo perché se non vuoi come Narciso, guardare sempre e solo a te stesso, malattia infantile del comunismo come titola un noto libro di Lenin, non devi avere paura di misurarti con il difficile compito di governare.