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Domenica, 12 luglio 2015

Assemblea nazionale di Sel: il documento approvato

La crisi dell’Europa è davanti ai nostri occhi. Un’Europa muta dinanzi ai venti di guerra che spirano ad est, incapace di leggere gli stravolgimenti che attraversano la sponda sud del Meditterraneo, inerme di fronte all’avanzare del terrore dello Stato Islamico. Un’Europa delle terre di nessuno, da Calais a Ventimiglia, dove lasciare appese vite e speranze di persone in transito. Infine, un’Europa che produce nuovi confini nazionali, nuovi muri, nuove chiusure, e che fa dell’arrogante trazione tedesca il tratto del suo fallimento.

In questo contesto il protagonismo di Syriza e il coraggio del popolo greco hanno squarciato il velo dell’ipocrisia: un atto politico, democratico come il voto greco non solo sancisce che la sovranità popolare non è soggetta a nessun vincolo tecnocratico, ma apre un tenace scontro politico tra politica ed economia, tra democrazia ed oligarchia.

l referendum che si è tenuto in Grecia il 5 luglio rappresenta infatti il primo vero momento di rottura della cappa asfissiante dell’egemonia oligarchica e tecnocratica nell’Unione Europea delle larghe intese e dell’austerity.

Non sono i numeri delle trattative ad essere insopportabili per le élite ma la scelta di dare senso e significato vincolante alla consultazione popolare.

Tsipras e Syriza riaprono la partita: oggi è possibile agire apertamente il conflitto contro un sistema economico che impone la diseguaglianza e che è stato raccontato come ineluttabile; contro coloro che in questi anni hanno fatto la guerra ai poveri invece che combattere la povertà. Contro l’oligarchia dei pochi per la democrazia dei tanti.

Nella straordinaria notte di Atene rinasce l’Europa, prendono un colpo i nazionalismi più regressivi, e muore silente l’opzione della famiglia socialdemocratica incapace di ingaggiare una battaglia contro l’egemonia dei conservatori, la gabbia dei trattati, il tratto neoliberista. 
Occorre costruire una nuova piattaforma europeista fondata sull’aspirazione a costruire quegli Stati Uniti d’Europa la cui unità politica e democratica renda netta e percepibile la discontinuità con le politiche di austerità di questa Europa che da sogno è diventata incubo.

Occorre una conferenza europea sul debito, non solo per la Grecia che ne ha necessità, ma per tutto il sud Europa. Serve un nuovo modello di sviluppo, basato sulla giustizia climatica, sui diritti del lavoro e di libertà.

Perchè questo obbiettivo sia credibile è necessario rimettere radicalmente in discussionei trattati che hanno condannato l’Europa ad un puro spazio mercantile e contabile, incapace di uscire dalla crisi con politiche espansive e redistributive.

In questo contesto e nel vivo di questa battaglia su scala continentale si colloca la possibilità di ridare forza e dignità alla politica e alla sinistra anche nel nostro paese. Il tema non è allargare i soggetti esistenti, e non è nemmeno la fusione a freddo della galassia che è proliferata sulle divisioni e i risentimenti. Si tratta piuttosto di mettersi a favore del vento che spira da Sud: dalla Grecia, dalla Spagna, dalla straordinaria vicenda della sinistra turca e curda, laggiù dove l’Europa termina.

Si tratta di raccogliere i semi che quel vento può portare: semi di democrazia prima di tutto, ma anche semi di uguaglianza e di libertà da far crescere come originali e peculiari azioni politiche. Semi i cui frutti restituiscano al lavoro la dignità che le riforme imposte ai paesi del sud dalle istituzioni europee stanno distruggendo, cancellando diritti e tutele, desertificando il terreno del welfare tradizionale e sterilizzando le forme di nuovo welfare che sorgono spontaneamente come strategia di alternativa alla crisi, come auto-organizzazione, e anche nella forma di rivendicazione di futuro avanzata dai corpi sociali iper-precarizzati, figli del ventennio neoliberista.

Contemporaneamente bisognerà raccogliere i compiti e le possibilità che in Italia il movimento in difesa della scuola pubblica ci consegna, con il suo impegno per la centralità della conoscenza e contro il segno autoritario e gerarchico della riforma, mettendo il sapere al centro di un nuovo progetto di paese. Dobbiamo farlo avanzando proposte alternative, ma anche partecipando al tentativo di ribaltare il ricatto che il Governo Renzi ha agito su questo mondo attraverso la partecipazione democratica, avvalendosi in maniera condivisa con il movimento della scuola anche dello strumento referendario.
Da ultimo, sappiamo che non possiamo metterci in solitudine a favore di vento, che tutto ciò sarebbe insufficiente e inefficace. Serve pluralità culturale, connessione con realtà associative e innovative che ogni giorno costruiscono pezzi di un’Italia migliore, capacità di fare insieme innovazione e massa critica. Per questo salutiamo positivamente l’uscita di autorevoli esponenti dal Partito Democratico, un gesto che ha alluso alla sfida più grande, quella di una nuova e più larga costituente popolare e democratica. 
Sel investe tutte le proprie energie, la propria cultura politica in questo nuovo inedito processo.

Per farlo sarà necessario avere il coraggio dell’innovazione e del cambiamento, a partire da un grande lavoro di ricerca culturale e programmatica, autonomo e alternativo. La connessione tra saperi e politica, tra competenze e soggettività, che abbiamo sollecitato nel grande appuntamento di Human Factor, è infatti il nesso che serve a rivitalizzare una cultura di sinistra che in Italia ha una grande storia ma deve trovare nuove chiavi di analisi e nuove proposte per conquistare anche un grande futuro.

Per questo proponiamo – a tutte le realtà della sinistra, a tutti gli attori che in queste ore stanno mettendo in campo esperienze e a tutti quelle che hanno a cuore il cambiamento e l’alternativa, alle tante e ai tanti che hanno voglia di rimettersi in cammino – di affrontare insieme una nuova sfida: quella dall’uscita collettiva dal ricatto della precarietà, della disoccupazione, della paura. La sfida quindi della solidarietà, della lotta senza quartiere a povertà e solitudine. E per farlo proponiamo a tutte e tutti di costruire insieme un grande appuntamento nazionale entro il mese di ottobre in cui condividere una carta dei valori comune, un programma minimo su cui poggiare i piedi per cominciare a camminare insieme.

Vogliamo evitare di ripetere gli errori passati: per questo non intendiamo dare vita ad un nuovo soggetto politico fondato su un meccanismo pattizio, di accordo tra gruppi dirigenti. Proponiamo invece un diverso approccio: si costruisca un sentire comune e un’intenzione condivisa, quella di lasciare che si dispieghi l’intelligenza della partecipazione, della creatività sociale, della solidarietà concreta e quindi di una democrazia integrale capace di dare valore ai singoli e di costruire virtuose relazioni sociali.

Per farlo dichiariamo subito di mettere a disposizione i nostri luoghi, e auspichiamo che tutti gli altri soggetti politici, movimenti o associazioni facciano lo stesso, nell’intenzione di costruire politiche, iniziative, immaginario comune. E’ il momento per tutti di aprire le porte e non solo contaminarsi gli uni con gli altri, ma di far entrare coloro che da troppo tempo vedono nella politica solo disillusione e rassegnazione. Questa è la sfida più grande. E per rendere concreta l’idea che la partecipazione non sia solo retorica, ma anche responsabilità, individualità che, in una dimensione collettiva, si esprime e decide anziché delegare, proponiamo di usare tutti gli strumenti a nostra disposizione, a partire dalla costruzione di una piattaforma digitale, che sia utile a fluidificare ogni processo decisionale, in modo tale da rendere i nostri luoghi contendibili, aperti e accoglienti. Vogliamo impedire che, come troppe volte accaduto in passato, discussioni astratte, tattiche e personalismi possano prendere in ostaggio il grande progetto di riscatto che dobbiamo costruire per questa Italia sempre più povera e più offesa.

Un processo che non potrà che concludersi con la scelta democratica e collettiva di un simbolo e di un nome con cui presentarsi alle prossime elezioni amministrative, evitando una volta per tutte l’incomprensibile giungla di simboli, nomi e progetti, o peggio ancora, la riproposizione di improvvisati cartelli elettorali.
Non lasceremo che l’Estate passi invano, perché l’Autunno possa essere la stagione vivace in cui il cambiamento cominci a camminare sulle sue gambe: quelle degli uomini e delle donne offese dall’ottusità di questo mondo, dalla vergogna della disuguaglianza dilagante, delusi dalle aspettative continuamente tradite da una politica che non sa cogliere la sfida del cambiamento con l’altezza, la spinta etica e morale, l’entusiasmo che serve.

L’Assemblea ha votato a larga maggioranza l’allargamento del coordinamento nazionale a tre nuovi membri: Peppe De Cristofaro, Simone Oggionni e Maria Pia Pizzolante. E la costituzione di un gruppo di lavoro su forme democratiche e piattaforma digitale che sarà coordinata da Roberto Iovino.

 Seconda parte della registrazione dell’Assemblea nazionale di Sel

 

Commenti

  • Gennaro Montella

    Ancora una volta leggo parole buttate al vento da Vendola!

    Caro Vendola,

    se tu fossi un dirigente di un’azienda privata, saresti già
    stato licenziato per inefficienza e incapacità di perseguire l’oggetto sociale,
    unitamente a tutti gli attuali dirigenti del partito troppo presi dalla propria
    autoreferenzialità.

    O diversamente, per dignità e etica personale, ti saresti
    dimesso, sempre unitamente ai dirigenti suddetti.

    In Italia invece, dove l’etica politica è poco più di carta
    igienica, noi Cittadini assistiamo inebetiti alla riconversione degli stessi
    personaggi che, dopo il fallimento di un
    progetto, ne propongono un altro. E poi ci si lamenta che noi Cittadini non
    andiamo a votare.

    Fin qui sono parole generaliste. Andiamo nel particolare.

    Sono iscritto a SEL ormai da due anni e l’ho fatto, per la
    prima volta in vita mia, perché ho letto lo statuto ed il programma, ed ho
    conosciuto compagni che mi hanno dato una motivazione.

    SEL ha perso il senso della realtà; non riesce a
    perseguire obiettivi tesi a raggiungere i Cittadini da un punto di vista della
    comunicazione, ammesso che conosca le problematiche dei Cittadini.

    HUMAN FACTOR (cui ho partecipato) è stato un fallimento perché
    a parte darti la possibilità di parlare per un’ora e mezza senza dire niente,
    non è servita nemmeno a farti/vi “sentire”
    quello che alcuni oratori anzi un’oratrice, la filosofa Bazzicalupo ha tentato
    inutilmente di trasmettere: AGGREGARE i Cittadini intorno ad un programma. E’
    stato inoltre uno spreco di soldi, circa 250.000 Euro che potevano essere
    utilizzati per creare un blog alla maniera dei M5S, dove i Cittadini potessero
    cominciare a far capire quali sono le proprie esigenze.

    Io Cittadino ho bisogno che tu mi parli di Sanità, lavoro,
    dissesto idrogeologico, scuola, privilegi dei politici, omofobia, razzismo, lavori
    pubblici, etc. ma non in modo generico, ma con progetti. (Se sei a corto di
    idee te ne posso suggerire).

    Ancora una volta che succede? Si perde tempo a creare
    aggregazioni tra l’altro con personaggi scomparsi dalla scena politica italiana
    come Ferrero (cosa può condividere SEL con Ferrero?), o con i fuoriusciti
    Civati e Fassina che, dopo aver votato tutte le indecenti leggi di Renzi ora
    pensano di poter fare da soli?

    Si indicano, nel documento qui sopra, progetti fumosi che alla tua maniera, sono fatti solo di
    belle parole ma di sostanza: zero.

    Tradendo il partito, lo statuto ed il programma!

    Riepilogando. Di fronte all’incapacità tua e dei tuoi
    dirigenti di perseguire un obiettivo politico (ma soprattutto di comunicare
    questo obiettivo), ovvero di fronte al vostro fallimento, invece di lasciare
    spazio a persone più capaci e con le idee più chiare che fai?: sciogli il
    partito e lo fai confluire in una fumosa sinistra unita, fatta da personaggi senza nessun spessore politico e di idee.

    Gennaro Montella
    Tessera 109/2015

  • francesco

    finalmente un po di chiarezza e lucidità.
    Grazie Gennaro, anche se temo che le tue (come le mie in altri post di altri articoli) siano solo parole al vento, perchè ciò che non può l’inadeguatezza lo può sicuramente la malafede.
    Francesco l’altro

  • Lorenzo De Girolamo

    Correggete la data del referendum greco!
    Per il resto penso che sia giunto finalmente il momento di creare aggregazione a Sinistra dopo i troppi anni in cui ci si è diviso!

  • francesco

    A beneficio dei compagni di Sel cui è rimasto ancora un briciolo di dignità.

    Il futuro di una Sinistra italica degna di questo nome (cioè di classe) è ostacolato da una pesante zavorra: Niki Vendola, e i suoi scodinzolanti epigoni. Giova ricordare che, a seguito della scissione da Rifondazione Comunista (strisciante per mesi, col fare tipico di oscuri cospiratori) costituiva il Movimento Sel quale base di partenza per costruire una nuova, grande, moderna Sinistra post ideologica, rigorosamente depurata dalla presenza “inquinante” dei comunisti, relegata all’isola di Ponza.
    Come è ormai evidente agli occhi di tutti,Sel diventò in breve tempo la stampella di “sinistra” del PD bersaniano e del “campo largo” del “centrosinistra” . Per intenderci, quello della Carta di Intenti e del pareggio di bilancio in Costituzione, accettato da Vendola e corifei senza battere ciglio.
    Insomma, uno strumento al servizio della Socialdemocrazia Europea e americana (si ricordino gli elogi sperticati di Vendola per Barack Obama appena eletto!) che ha aperto la strada alle politiche neo-liberiste della Troika nel vecchio Continente.
    Dopo l’inutile e folkloristica “kermesse” denominata Human Factor (ha fruttato l’acquisto del campione delle “tute bianche” Luca Casarini, pronto per la carriera istituzionale) ecco l’ennesimo parto della fervida narrazione vendoliana. Questa volta si tratta (notare la posizione dell’attributo!) di un soggetto politico nuovo (magari lavato con Perlana) per una Sinistra – udite, udite – inclusiva, non litigiosa, non rancorosa sotto la guida sicura e illuminante di reduci del PD rottamati da Renzi che fino all’altro ieri hanno condiviso le misure antipopolari dei

    governi Monti, Letta e persino del primo Renzi.
    Dunque, il contenitore è quasi pronto grazie alla solerzia di esperti calderai specializzati nella stagnatura di fondi di padelle. Per fare cosa? Semplice: un cartello elettorale per riciclare un ceto politico bollito (più qualche nuovo arrivo di “giovane” speranza) incapaci di servire il proletariato del proprio Paese con qualche lavoro socialmente utile.

  • Guido Conti

    Penso che sia un documento incompleto che necessita di ulteriore chiarezza in relazione all’ipocrisia, alla dissimulazione e al corso storico politico delle persone…..non ci sono esempi su come far entrare nella discussione partecipativa le persone che stanno ancora fuori…..Certo che l’integrazione del Coordinamento è l’ennesima operazione calata dall’alto, se poi volessi esprimermi sulle scelte dovrei ammettere che non conosco personalmente la Pizzolante, mentre ho conosciuto gli altri 2…..De Cristofaro è una vita che sta a sinistra e presumo si occuperà di Esteri al posto di Scotto, mentre Oggionni, che non comprendo di cosa possa occuparsi, spero sia cresciuto e che da destra sia realmente venuto a sinistra…..altrimenti lo staneremo in fretta……perché il professionismo carrierista, politicista e politicante non passerà….cioè se qualcuno gli ha garantito un posto sicuro se lo scordi…..la nuova sinistra non deve avere posti sicuri se non per coloro di provata capacità di sinistra di governo e poche poltrone, di ogni tipo, acquisite nel passato……..e penso che questo principio possa valere per quasi tutte/i…..Un saluto speranzoso!

  • carlo sacco

    X Francesco. condivido quasi tutto quello che hai scritto e spesso dico che il passato dovrebbe essere illuminante per valutare chi si propone per guidare la sinistra..In tal caso sono le stampelle, perchè queste sono stati alla fin fine, stampelle del governo che ha fatto più guasti di quello di Berlusconi.Poi, come si fa a dare credibilità ad uno che dice che lui stesso che è un seguace di Padre Pio ? Viene a proporre cose di sinistra? Ma per piacere, la dignità è cosa rara oggi e questo lo si sà, ma qualcuno se ne approfitta….

  • endofthetime

    Illudere i ceti svantaggiati che l’Europa sia riformabile equivale ad essere fiancheggiatori di questo sistema criminale di distruzione dei diritti sociali conquistati i più di 100 anni di lotte,L’Euro è uno strumento di tortura dei popoli e chiunque affermi che ci vuole più Europa si stà rendendo complice degli aguzzini.Nessuna forza politica di sinistra dovrebbe sostenere le posizionie espresse in questo documento.

  • luigi

    si e’ scambiato il partito di governo con il partito di potere.troppi compromessi deleteri che hanno reso sel alla stregua di tutti gli altri partiti.l’analisi sul pd si e’ dimostrata errata il pd di renzi e’ quello di bersani con il quale abbiamo fatto una alleanza suicida.