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Martedì, 7 luglio 2015

Casa, respinte tutte le mozioni che chiedevano la sospensione degli espropri

esproprio

La maggioranza ha respinto tutte le mozioni presentate dalle opposizioni per sospendere le procedure di esproprio della prima abitazione, in caso di insolvenza finanziaria del proprietario. I documenti, presentati in aula alla Camera dai vari gruppi politici di minoranza, avevano dispositivi diversi e impegnavano a impedire questo fenomeno sempre più in espansione (i casi ha detto in aula il deputato di Sel Giovanni Paglia di pignoramenti e le esecuzioni immobiliari sono ormai oltre 11.000), con diversi strumenti. In particolare la mozione Colletti (M5S, respinta con 245 no e 134 sì), chiedeva al governo, oltre alla sospensione degli espropri, l’istuzione di un fondo di 10 mln di euro per la remunerazione degli interessi non corrisposti ai creditori. La mozione della Lega Nord (Rondini, 68 sì; 267 no), impegnava ad accordare al mutuatario – da parte della banca – la conversione della casa di proprietà con un immobile di valore minore in modo di riuscire ad assolvere il pagamento di un mutuo di importo ridotto.

Respinte anche le mozioni di Fi (Palese: si 159, no 248) per la sospensione dell’esproprio; quella di Sel (Paglia: 254 no, 147) per la sospensione di 12 mesi dell’esproprio e quella di Fdi-An (Rampelli: 254 no e 157 sì) per l’impignorabilità totale della prima casa e lo stanziamento di risorse per i nuclei familiari con figli minori o persone affette da disabilità. Bocciata anche la mozione depositata dal deputato del gruppo Misto Mauro Pili con 252 no.

Giovanni Paglia commenta così: «Stamattina abbiamo chiesto al Governo una sospensione di 12 mesi dei pignoramenti di immobili adibiti ad abitazione principale, in particolare per quelle circa 20.000 famiglie con difficoltà economico-finanziarie e prive di alternative: per impedire che finiscano in mezzo alla strada, insomma. Abbiamo chiesto una moratoria per chi non ce la fa a pagare le rate del mutuo perché magari ha perso il lavoro o non riesce a trovarne uno pagato decentemente. Il Governo ha detto No, dimostrandosi come sempre sordo alle emergenze sociali».

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