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Caso kazako, governo sotto assedio. Pdl difende Alfano. Sel e M5S presentano mozione di sfiducia

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Il Pdl fa quadrato in difesa del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, indicato da più parti come il vero responsabile del caso di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente Kazako Ablyazov rimpatriata assieme alla figlioletta di sei anni con l’accusa di aver falsificato il passaporto. Sel e M5S presentano mozione di sfiducia.

“Senza di lui il governo non va avanti”, dichiara il capogruppo alla Camera Renato Brunetta. Da Palazzo Grazioli, poi, e’ arrivata la smentita alle voci che parlavano di un incontro che avrebbe avuto luogo il 6 luglio, tra Silvio Berlusconi e il presidente Kazako Nazarbaev: “Non si sono mai visti”, si legge in una nota.
“Mi sembra ovvio che Letta non andrebbe avanti – dice Brunetta – le mozioni di sfiducia individuale sono un atto aberrante, non previsto dalla Costituzione, che di solito rafforzano il governo e indeboliscono chi le presenta”. Parole sottoscritte dal presidente dei Senatori Pdl, Renato Schifani: “Chi spinge per le dimissioni restera’ deluso.
L’unico problema, secondo talune linee editoriali, e’ diventato il caso Shalabayeva e le eventuali responsabilita’ del governo”, spiega Schifani riferendosi a un editoriale di Ezio Mauro in cui il direttore di Repubblica accosta il ministro, ma anche Emma Bonino, a Ponzio Pilato e chiede “le dimissioni tardive ma inevitabili di Alfano”. “Il partito ‘Repubblica’ vuole usare Alfano come bomba umana per fare esplodere il governo Letta-Alfano, ma non per l’interesse del Paese e degli italiani coi loro tanti problemi, ma per l’interesse del suo candidato Renzi”, accusa Daniela Santanche’.

Ma le parole della deputata del Pdl sono state duramente criticate dal Pd e in particolare dai renziani. “La risposta sguaiata della Santanche’ conferma una volta di piu’ la sua totale inadeguatezza a rivestire qualunque carica istituzionale, a partire dalla vicepresidenza della Camera”, ha commentato Dario Nardella.
Santanche’ “e’ un fedele kamikaze ma si e’ buttata sull’obiettivo sbagliato. Matteo Renzi sostiene convintamente Enrico Letta”, ha assicurato Ernesto Carbone.
E anche il bersaniano Alfredo D’Attorre ha chiesto al Pdl di cambiare bersaglio. “Consiglierei a Brunetta e Santanche’ di piantarla di strumentalizzare scompostamente il dibattito interno del Partito Democratico per propri fini”, ha detto.
Da Fratelli d’Italia e’ Giorgia Meloni a ironizzare sul fatto che Letta, Alfano e Bonino abbiano assicurato di essere all’oscuro della vicenda, ammettendo implicitamente di essere “ministri a loro insaputa”.

“In un paese democratico occidentale, difensore dei valori della liberta’ e dei diritti umani, il garante politico delle Forze di Polizia e’ il ministro dell’Interno e cio’ tanto piu’ in una fase di transizione di avvicendamento tra Capi della Polizia, laddove possono sussistere oggettivamente degli apparenti vuoti di responsabilita’”. E’ quanto si legge nella mozione a firma M5S e Sel che, attraverso questo atto, esprimono la propria sfiducia al ministro dell’Interno, Angelino Alfano, e lo impegnano a rassegnare le dimissioni.
“Le violazioni di norme ordinarie e costituzionali che, peraltro, rischiano di compromettere fatalmente la vita di un essere umano, non consentono la permanenza del ministro dell’Interno in seno alla compagine governativa”, si legge ancora.

“Le operazioni di polizia sopra evidenziate non possono avvenire senza conoscenza diretta del ministro dell’Interno, altrimenti cio’ implicherebbe l’esistenza di strutture di polizia parallela su cui il ministro ha omesso gravemente di vigilare”, si legge ancora nella mozione.
“La procedura di espulsione appare gravemente viziata sotto il profilo costituzionale, normativo oltreche’ sotto quello politico, stante un possibile – ancorche’ ignoto – accordo intergovernativo volto al rimpatrio forzoso summenzionato; allo stato delle cose, sono molte le questioni che rimangono aperte con una serie di interrogativi inquietanti”, si legge ancora.
“E’ davvero credibile che nessun vertice governativo ne sia stato informato? Come sia possibile che, ancorche’ sia accaduto tutto alla fine di maggio, il ministro dell’Interno ne abbia avuto comunicazione o se ne sia accorto solo molto dopo? Se realmente il ministro dell’Interno non ne era a conoscenza, allora ha omesso di vigilare sull’esistenza e sull’operato di una ‘Polizia parallela’ che agiva con atti di forte rilievo”, chiede la mozione di sfiducia.

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