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Mercoledì, 23 settembre 2015

Def, piano alternativo di Sel, Fassina e Civati: occorre puntare su lavoro e investimenti

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Puntare sul lavoro, con lo stravolgimento della riforma Fornero, sugli investimenti pubblici e sulle politiche industriali. Con una attenzione particolare per il Mezzogiorno che è “la nostra Grecia”. Solo così il 2016 “potrà essere veramente un anno di svolta», i cui presupposti invece “non ci sono nella nota di aggiornamento del Def” presentata dal governo. Questa la ricetta proposta da Sel e dagli ex Pd Stefano Fassina e Pippo Civati (oggi leader di Possibile) durante una conferenza congiunta alla Camera a cui hanno preso parte, oltre ai due ex esponenti democratici, Arturo Scotto (capogruppo), Giulio Marcon e Giorgio Airaudo di Sel. Quella di oggi, come ha sottolineato Fassina, «è un’altra tappa del percorso unitario che abbiamo avviato». La ricetta prevede di inserire nella legge di Stabilità un “piano per il lavoro” finanziamento con un allentamento per circa un punto di Pil (18 miliardi di euro l’anno) per un triennio del deficit programmato e con le risorse risultanti dalla lotta all’evasione fiscale (con l’introduzione di nuove misure anti-evasione).

Il piano dovrebbe essere destinato per il 45% al sud e avrebbe come cardini: un programma di investimenti in piccole opere; un programma per la mobilità sostenibile; un programma straordinario di contrasto alla povertà; un programma di politiche industriali; un fondo per la redistribuzione dei tempi di lavoro. Come ha detto Airaudo in conferenza stampa: «Bisogna distinguere i lavori, abbassare la più alta età pensionabile d’Europa e fare una riforma equa».

L’“anti Stabilità” proposta da Sel, Fassina e Civati prevede inoltre un intervento selettivo sulla Tasi con una detrazione fissa e detrazioni aggiuntive in base alla numerosità del nucleo familiare; riforma del catasto; eliminazione dell’Imu agricola e di quella sugli imbullonati; detrazioni per affitti dei redditi bassi; detrazioni per l’abbonamento al trasporto pubblico; eliminazione dell’innalzamento della contribuzione previdenziale per le partite Iva; revisione normativa delle supplenze e dei ‘minimi’ Iva.

Il piano inoltre, come spiegato da Fassina, prevede una spending revew che punti a una maggiore efficienza e all’eliminazione della corruzione, e i cui proventi siano destinati ai programmi di spesa carenti. «Siamo molto preoccupati – dice l’ex viceministro all’Economia – da l’intervento che si vuole fare su 208 prestazioni sanitarie con sanzioni per medici e pazienti. Cosi si rende ancora più di censo il Servizio sanitario nazionale. È inaccettabile pensare di coprire miliardi di clausole di salvaguardia con tagli alla spesa perché significa eliminare il welfare. I presidenti di Anci e Conferenza delle Regioni si ricordino chi sono, anche se sono nel Pd: con le misure del governo si interviene in modo drastico su competenze degli enti territoriali». «Dobbiamo fare un’operazione di verità – ha detto Civati – Nel programma del governo non c’è nessuna innovazione, non c’è nessun senso del futuro, non c’è nessuna prospettiva di investimenti pubblici. Questa non è una forma di gufismo, non è una fiction».

Per il capogruppo alla Camera di Sinistra ecologia e libertà, Arturo Scotto: «Serve una legge di stabilità per la crescita non una mancia elettorale per avere qualche voto in più alle amministrative. Occorre un piano per il lavoro, il reddito minimo e investire in ricerca e innovazione».

Il documento presentato

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