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Sabato, 18 aprile 2015

Giornata globale d’azione contro il trattato TTIP

stopttip

532 eventi in tutto il mondo, di cui 66 negli Usa, 53 Paesi euro­pei mobi­li­tati ma anche Giap­pone, Filip­pine, Ecua­dor e Mes­sico, dove il coor­di­na­mento inter­na­zio­nale dei sin­da­cati dei ser­vizi Psi tiene la sua Con­fe­renza inte­ra­me­ri­cana e por­terà in Piazza della Rivo­lu­zione a Mexico City tutti i suoi soste­ni­tori. La Gior­nata glo­bale d’azione con­tro il Trat­tato tran­sa­tlan­tico su com­mer­cio e ser­vizi (Ttip) e la libe­ra­liz­za­zione com­mer­ciale sel­vag­gia, che si cele­brerà sabato 18 aprile, occu­perà anche le piazze di oltre 30 città ita­liane, dove la Cam­pa­gna Stop Ttip Ita­lia e le sue oltre 270 orga­niz­za­zioni pro­mo­trici, con flash mob, volan­ti­naggi, incon­tri, per­for­mance musi­cali e tea­trali lan­ce­ranno un mes­sag­gio chiaro di sfi­du­cia al Governo ita­liano, tra i più forti soste­ni­tori del Ttip, e a Bru­xel­les la richie­sta chiara di fer­mare al più pre­sto un nego­ziato tanto peri­co­loso quanto ancora in larga parte secre­tato. Un trat­tato che mira ad abbat­tere fino all’80% dei rego­la­menti e degli stan­dard che osta­co­lano oggi la cir­co­la­zione di merci e ser­vizi tra noi e gli Usa, già al momento deci­sa­mente acce­le­rata, ma che sono in gran parte stru­menti di garan­zia dei diritti dei cittadini.

Il Ttip andrebbe, per di più, a costi­tuire almeno tre nuove para-istituzioni tran­sa­tlan­ti­che che lavo­re­reb­bero in per­ma­nenza e fuori dal rag­gio d’azione di isti­tu­zioni e orga­ni­smi nazio­nali e regio­nali a spia­nare sem­pre più regole e misure che ci dif­fe­ren­ziano, avendo come unico obiet­tivo la faci­li­ta­zione commerciale.

Il momento non potrebbe essere più azzec­cato per­ché nella set­ti­mana suc­ces­siva, a New York, Ue e Usa si incon­tre­ranno per il nono ciclo di nego­ziati del Ttip. In que­gli stessi giorni Obama capirà se il Con­gresso gli con­ce­derà una cor­sia pre­fe­ren­ziale (fast track) per trat­tare tutti gli accordi com­mer­ciali in soli­ta­ria prima della sca­denza del suo man­dato, senza dover rife­rire e atten­dere appro­va­zione alle sue deci­sioni, pro­prio come la Com­mis­sione euro­pea ha otte­nuto per se’ fin dall’inizio. Che le cose però alla squa­dra Jun­ker non vadano così lisce come pre­vi­sto lo dimo­strano i pareri che le Com­mis­sioni del Par­la­mento euro­peo stanno votando e inviando alla Com­mis­sione com­mer­cio, inca­ri­cata di ela­bo­rare e sot­to­porre al voto del Par­la­mento una mozione sul nego­ziato in corso. La Com­mis­sione ha fatto capire ai gruppi che la sosten­gono, social­de­mo­cra­tici e popo­lari, che con­si­dera il voto sul Ttip una sorta di refe­ren­dum poli­tico pro-Europa, e sta pre­mendo per otte­nere un man­dato forte su una piena e rapida libe­ra­liz­za­zione com­mer­ciale e regolamentare.

L’azione costante di pres­sione e infor­ma­zione della Cam­pa­gna Stop Ttip, ormai dif­fusa in 25 Paesi d’Europa e in cre­scita anche negli Usa, sta dando i suoi primi evi­denti risul­tati. La Com­mis­sione agri­col­tura (AGRI), in cui l’ex mini­stro ita­liano Paolo De Castro ha fatto di tutto per­ché emer­ges­sero i magici bene­fici del Ttip sulla nostra eco­no­mia, ha appro­vato invece con soli 9 voti di stacco (27/18) un parere che impe­gna la Com­mis­sione Ue a non met­tere a rischio il tes­suto pro­dut­tivo agroa­li­men­tare, tenendo al cen­tro la tutela delle misure sani­ta­rie, fito­sa­ni­ta­rie e delle indi­ca­zioni geo­gra­fi­che con tale chia­rezza che con­senta al Par­la­mento tempo suf­fi­ciente per discu­tere a fondo con cit­ta­dini e pro­dut­tori, soprat­tutto i più pic­coli. Si chiede, per di più, un impe­gno fermo al “rigido rispetto” degli stan­dard euro­pei di sicu­rezza ali­men­tare, della pro­te­zione dei con­su­ma­tori, della salute, dell’ambiente e degli ani­mali, e di far sì che non ven­gano dan­neg­giati in futuro.

A dimo­stra­zione che nem­meno gli euro­de­pu­tati della mag­gio­ranza son con­vinti che la linea della Com­mis­sione sia abba­stanza ferma su que­ste prio­rità. La Com­mis­sione Ambiente (Envi) ha appro­vato, invece, a schiac­ciante mag­gio­ranza (59/8) un parere net­ta­mente con­tra­rio all’introduzione di un mec­ca­ni­smo di pro­te­zione degli inve­sti­tori extra giu­sti­zia ordi­na­ria (il fami­ge­rato Isds); si chiede l’esclusione secca di alcuni temi come il ser­vi­zio sani­ta­rio nazio­nale, gli Ogm, l’uso di ormoni negli alle­va­menti, la rego­la­zione della chi­mica e la clo­na­zione dal rag­gio d’azione pre­sente e futuro del Ttip; si chiede il non abbas­sa­mento degli stan­dard di sicu­rezza e qua­lità pre­senti e futuri, oltre ad una lista espli­cita di quelle aree di rego­la­zione dove, invece, si intende cooperare.

Il voto in Par­la­mento sul parere defi­ni­tivo, pre­vi­sto per ini­zio mag­gio, è stato fis­sato a Stra­sburgo per la prima set­ti­mana di giu­gno, dimo­strando che quanto più cre­scono infor­ma­zione e dibat­tito tra le due sponde dell’Atlantico, tanto più il Ttip mar­cia in salita. Per que­sto il 18 aprile siamo tutti invi­tati a “sma­sche­rare” a Roma in piazza del Pan­theon, in Piazza Duomo a Milano, a Firenze, Bolo­gna, Modena Napoli, Bari, Cosenza, Cata­nia e in altre decine di città ita­liane, il trat­tato fan­ta­sma che in molti vole­vano rima­nesse tale. Per la mappa delle ini­zia­tive in con­ti­nuo aggior­na­mento si trova sul sito della cam­pa­gna stop​-ttip​-ita​lia​.net.

*vice­pre­si­dente di Fair­watch, tra i pro­mo­tori della cam­pa­gna Stop TTIP Italia

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