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Giovedì, 27 novembre 2014

Human Factor, appuntamento a Milano per il futuro della Sinistra

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Sinistra Ecologia Libertà promuove un appuntamento nazionale di riflessione e di ricerca, per innovare la sinistra e l’ecologismo italiani. Renderemo praticabile una prospettiva, insieme culturale e politica, una strada alternativa, per dare un significato non retorico alle parole futuro e società partendo dalla qualità della vita delle persone. 

HUMAN FACTOR – il segno del cambiamento” si terrà a Milano dal 23 al 25 Gennaio 2015 alla Permanente (Via Turati 34). HUMAN FACTOR esce dalla concezione della politica come pura comunicazione, dalla catena di annunci in cui sembra rinchiudersi il dibattito. Darà spazio alla realtà della vita umana che irrompe sulla scena pubblica dell’Italia in crisi.

Sarà un incontro aperto, a cui potranno partecipare tutti i cittadini, intellettuali di diverse provenienze culturali, esponenti politici dell’intera sinistra italiana e internazionale, attivisti delle realtà sociali che si battono per una società migliore.

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HUMAN FACTOR darà voce anche alle nuove esperienze, collocate sui crinali della contemporaneità e capaci di accompagnare una riflessione che andrà oltre i recinti, che indicherà la strada per raggiungere nuove conquiste per la società.

Per noi tre giorni di lavoro intenso, che non saranno una sfilata di interventi, ma veri laboratori orientati a produrre report programmatici, progetti e riflessioni per lasciare il segno nella politica italiana. Siamo la sinistra che costruisce, non è nelle nostre corde restare a guardare mentre la vita di milioni di persone continua a peggiorare.

Sul sito www.humanfactorlab.it si trovano i primi documenti e contributi alla discussione (tutti commentabili).  Giorno dopo giorno pubblicheremo nuove riflessioni e le informazioni complete sui laboratori, sui partecipanti ed altri avvenimenti che si svolgeranno nella tre giorni di Milano.

 

Commenti

  • francesco

    C’è un solo recinto da abbattere, il centrosinistra, in cui si è confinata Sel per gestire l’esistente.
    Tutto il resto è aria fritta, un espediente di governisti incalliti per tirare a campare.Staremo a vedere.
    In più. l’ideatore di questa “Leopolda” all’incontrario, con lo scopo di salvare l’alleanza strategica con il PD, è un personaggio ambiguo e privo di credibilità, sconfessato persino da larga parte del suo movimento.
    Ho la netta sensazione che Vendola e soci , con questa ennesima piroetta, andranno incontro a una nuova Caporetto, anzi a una tragica Waterloo.

  • Mimmo

    Ottimo, c’ è proprio la necessità di alzare la testa, costruire un programma politico con al centro i bisogni veri delle persone e non il mito del PIL . Occorre davvero lasciarsi dietro i troppi piccoli recinti, cui guardare con rispetto ma da lasciare per un soggetto politico solido, credibile, che presenti un ‘alternativa praticabile a questo tardo tramonto dell ‘attuale modello di sviluppo, che ormaiproduce ssolo povertà. Non sarà facile, ma vale la pena.

  • Gianluca

    serve un progetto politico e non una nuova somma di gruppi dirigenti che sono solo li per riciclarsi. SEL ha già dimostrato i suoi limiti, la FdS idem, Tsipras manco è partità che già si litigava. Di cosa parliamo ancora? Podemos è nata fuori dai partiti. Vendola e Ferrero siete gli unici responsabili del vuoto generazionale che ammanta la sinistra in questo paese!

  • fabio

    i primi documenti (pdf scaricabili) sono illeggibili. e’ l’ora di smetterla con questo linguaggio politichese diretto sempre ai soliti e che nessuno capisce , o perlomeno legge, perche dopo 5′ che leggi ti cadono le “boccie”

  • Francesco Meneghetti

    Perché non “Fattore Umano”?

  • Gio

    certo che dare la colpa a Ferrero per una iniziativa di Sel è il massimo della schizofrenia,Comunque la lista “l’altra Europa ” non è morta come si è visto in Emilia e soprattutto a Furenze alle inziative di trnsform e del GUE.,ma molti la vorrebbero seppellire.

  • Alessandro

    Ancora con la storia della versione italiana di Podemos e Syriza. Spero che siano citazioni solo propagandistiche. L’alternativa al renzismo non si costruisce improvvisando imitazioni decontestualizzate di progetti esteri. La si costruisce con il popolo della piazza della CGIL. Fatto in gran parte di iscritti ed elettori del PD, che nel PD si ritrovano sempre meno, ma che non sono stati attratti, fin’ora, da tutto ciò che era alla sua Sx. Offrendogli la costruzione di una vera Sinistra di governo, quel che in Italia manca

  • Mimmo

    Certo che alcuni commenti sono diffidenti a prescindere.Per una volta che si propone uno spazio, un cantiere, qualcuno ci vede il trappolone.Essi che Sel in Parlamento non sta certo facendo regali aal governo, essi che ha pagato un gran prezzo per l ‘unità alle Europee.E quanto al “mai col pd ” faccio presente che in moltissime amministrazioni e regioni tuttà la sinistra si è presentata in coalizione.O si costruisce un soggetto politico solido senza iniziare dai pregiudizi e scomuniche varie, o finiremo come al solito con DUE ininfluenti e litigiosi raggruppamentini.

  • Giacomo Casarino

    E’ solo un’operazione di maquillage che si svolge nell’Empireo dell’autonomia del Politico, in uno stile di mera ricomposizione di ceti professionisti.

    Può incantare qualche ingenuo o qualche mestierante o portaborse o cliente politico di medio e basso livello, ma non risponde all’esigenza indispensabile per un “nuovo inizio”: cioè quella di una rottura con le dinamiche perverse che in crescendo trentennale ci hanno riportato all’indietro, a riscoprire nel volto di Renzi le movenze del combinato disposto craxismo-blairismo.

    O, su un versante che si vorrebbe opposto, alla velleità di far resuscitare dal suo fallimento storico l'”ulivismo” di Prodi e compagnia.

    Tutta una classe dirigente (e annessi maitres à penser ) che sanno solo guardare all’indietro. Chi, incautamente, può affidarsi a costoro?

  • gianluca

    Se pensi che stia andando tutto bene continuate cosi. Renzi ringrazia

  • francesco

    Giusto per inebriarsi di esterofilia, anche nel lessico. Come il Veltroni di “I Care” e il Vendola che elogiava Obama eletto Presidente degli USA…

  • Maurizio “The Dreamer”

    Non sono per niente d’accordo con Francesco, Alessandro, Giacomo Casarino e Gianluca, che invito allora ad astenersi e a non partecipare. Al contrario sono invece perfettamente d’accordo con Mimmo, Giò e Francesco Meneghetti (già, perché non chiamarlo “Fattore Umano”?). In Italia a sinistra del PD abbiamo attualmente quattro partiti superstiti del PCI: Rifondazione Comunista (Ferrero), Comunisti Italiani (Diliberto), SEL (Vendola) e PC (Rizzo), più altri 9 partitini residui che si dichiarano tutti di essere ognuno più comunista degli altri. Così non si va da nessuna parte, se non a coltivare masturbatoriamente ognuno il proprio orticello.
    Serve invece proprio un movimento come quello recentissimo di Pablo Iglesias in Spagna, il “Podemos”. La partita sarà sempre tra i liberali o, peggio, liberisti da una parte e statalisti dall’altra. Ci vuole in Italia una forza a sinistra del PD ma trasversale che si faccia portavoce determinato delle istanze sociali, a partire da un’equa redistribuzione delle risorse e dalla comunione dei beni, cioè comunismo, di cui parla la Bibbia. Lo stesso Papa Francesco ha appena detto che lui quando parla di “Terra, lavoro, tetto” gli danno del comunista, ma lui dice che parla semplicemente di cose che stanno nel Vangelo. Il problema è che, purtroppo, i cattolici sono poco cristiani.
    Ci vuole un movimento di cittadini che non si riconoscono (più) né nel “Movimento 5 stelle” né nel PD dI Matteo Renzi. Un movimento che elabori un “sincretismo ideologico” (astenersi per favore dalla
    facile battuta “sincretinismo ideologico”) e, a titolo semplificativo ed esemplificativo, potrebbe anche rifarsi ai formidabili convegni tenutisi a Roma tra il 1955 ed il 1963 organizzati dagli “Amici del Mondo” di Mario Pannunzio.
    Voglio semplicemente dire in conclusione che purtroppo non prevalgono in Italia, né in Europa né nel Mondo, i Robert Owen, l’imprenditore gallese della prima metà dell’800 bollato da Marx come “socialista utopista”, o gli Adriano Olivetti, l’industriale italiano col suo “Movimento Comunità”, liquidato sprezzantemente da Palmiro Togliatti nell’immediato secondo dopoguerra come “nazionalpopolare”
    con l’uso strumentale del termine gramsciano.

    Il capitalismo sa bene come drogarci: possiamo anche dire di essere riformisti o addirittura rivoluzionari, l’importante è che come cittadini siamo consumatori-schiavi e compriamo i prodotti. Basta indurci a mettere tutti l’antenna tv individuale nella seconda metà degli anni’70 con l’esplosione delle tv private (per tornare ora all’antenna centralizzata), o istigarci a mettere il riscaldamento autonomo nella prima metà degli anni ’90 (per dire oggi che è meglio il centralizzato a contabilizzazione), oppure farci comprare prima degli altri l’ultimo smartphone, o passare ad un altro gestore telefonico con miglior
    offerta per l’adsl, o farci cambiare l’automobile ogni due anni… Per non parlare dell’industria farmaceutica!
    Io credo che “si può fare”. E mi piacerebbe che questo movimento si ritrovasse in un appuntamento fondativo con l’orchestra ed il coro che il 12 dicembre 2011 salutarono le dimissioni di Berlusconi con l’“Alleluja” di Händel, un movimento che magari si chiamasse non “Si può fare”, che rimanderebbe subito al veltroniano “Ye, we can” ma semplicemente “Si può”, rifacendosi all’omonima canzone di Giorgio Gaber del 1976.

  • francesco

    Ma Sel, 5 anni fa, non aveva lasciato un recinto per costruirne un altro “più solido e moderno”?
    Siamo ancora all’anno zero mentre un nutrito drappello di eletti siede comodamente sugli scranni delle patrie istituzioni?

  • Maurizio “Il Sognatore”

    Errata corrige: per amore di precisione, devo correggere. Nel mio precedente intervento ho scritto: “Comunisti italiani (Diliberto)”. E’ stato un evidente lapsus “calami” (elettronico) (o forse un lapsus freudiano?). In realtà dal luglio 2013 il segretario del PdCI (Comunisti Italiani) è Cesare Procaccini. Inoltre, oltre ai 4 più rivelanti superstiti del PCI (in ordine cronologico: 1) Rifondazione Comunista (1991); 2) PdCI (1998); 3) SEL (2009); 4) PC (2009 o, a scelta, 2013) ) attualmente i paritini comunisti sono purtroppo ben più di 9, ahìmé, ahìnoi…
    Ah, devo infine correggere anche la mia incoerenza, visto che avevo dato ragione a Francesco Meneghetti su perché “Human Factor” e non invece “Fattore Umano”: non sono Maurizio “The Dreamer” ma Maurizio “Il Sognatore”.

  • francesco

    Dio, Patria, Lavoro, famiglia, Libertà. Hai condensato tutto il pattume ideologico della borghesia destrorsa e bacchettona incline a levarsi il cappello davanti ai potenti.

  • haitao

    io ho letto con attenzione i documenti contenuti nel sito Medium , ottima l’intenzione, ottima la volontà da verificare di risolvere i problemi interni a SEL e la presa di coscienza della loro esistenzai, ottimo anche il fatto che il tutto sia interattivo, poi pero’ bisogna che l’interattivo diventi agente reale e non solo una metafora . Attendiamo speranzosi un’altra volta che questo canitiere si faccia carne.

  • michele

    Confermo. Sono due documenti incomprensibili, scritti in modo assurdo. Considerando che probabilmente è voluto significa che è voluto che nessuno capisca. Continuiamo così, scriviamo solo per pochi.!!!

  • niccaM

    Vorrei sapere chi lo ha scritto, rivisto ed approvato. Sono i primi elementi da da cambiare!

  • franco

    Parliamo italiano per cortesia; un partito che dovrebbe rivolgersi alle masse popolari farebbebene ad usare un linguaggio più comprensibile,
    Franco.

  • Mimmo

    Quando Sel fu fondata si disse a chiare lettere che eravamo biodegradabili,nel senso che non era quello il Partito ,oggi si dice soggetto politico,bell’e pronto.Sarebbe stato un lavoro di costruzione ,anche difficile perchè non dipende solo da Sel.:le contraddizioni,le difficoltà a capire quale siano il programma e la strada giusta,non sono certo solo di Sel.E’ un lungo discorso,non si può riassumere in poche righe.Quanto al “comodo scranno”,beh,io conosco personalmente il deputato che abbiamo eletto dalle mie parti,e ti assicura che lavora come un pazzo,saltando di quà e di là per Commissioni varie,e fuori dal Palazzo per fabbriche occupate o in crisi,territoricon problemi,nuova agreicoltura,etc.E buona parte dello stipendio va a finanziare le strutture e le attività di Sel,per cui gli rimane un semplice stipendio da impiegato.Piano con il “tutti uguali” eh?

  • Alberto Marinucci

    Ottima iniziativa, però “Human Factor” è orribile, e secondo me chiamarlo “Fattore Umano” sarebbe stato molto meglio.
    Suona molto più incisivo ed è comunque più elegante.

  • luigi

    c’e’ bisogno eccome di una sinistra , pero’ Vendola parte col piede sbagliato . Gia’ metterci un nome che va ad una trasmissione da pubblico telerincoglionito mi lascia perpleso , o quantomeno perche’ non definirlo in italiano Fattore Umano .
    Detto questo a coordinare questa convention non puo’ esserelui , ne’ Ferrero , ne’ Diliberto e ne’ altri volti noti della sin .piddina .
    Ci vuole un volto nuovo e accettato da tutti . Inoltre a mio avviso da Sel a Rif. a Com. Italiani ecc si devono sciogliere , e deve nascere un soggetto nuovo . Questo e’ terra terra il mio pensiero .

  • giancarlo

    il vero problema è che purtroppo nel modo variegato della sinistra sono in tanti, troppi direi quelli che come Francesco preferiscono il dileggio e l’insulto in luogo del pacato ragionamento e l’analisi delle questioni complesse che richiedono a volte risposte complesse e tempi lunghi.Qui non si sta parlando di organizzare una scampagnata, ma di unire il pensiero di sinistra in fronte comune per contrapporsi alla deriva popoulista e di desta che rischia di divenire ancora una volta maggiorotaria in questo martoriato paese……….

  • francesco

    Sei un tantino confuso. Non è il caso di coinvolgere rappresentanti di altre formazioni, dato che l’iniziativa in questione è di Sel, tutta interna al recinto del “centrosinistra” con il PD di Renzi come centro gravitazionale permanente.

  • francesco

    Renzi, semmai, sarà ben felice di ringraziare Sel che si allea con il suo PD, non chi si propone come alternativa al suo disegno ultra liberista sul piano strategico ed elettorale.

  • luigi

    a be’ se e’ cosi’ auguri ,……. ai quattro amici al bar .

  • francesco

    Sel si è tanto biodegradata che non si sa più se è carne o pesce…

  • francesco

    Caro Luigi, i numeri sono sempre fluttuanti e spesso ingannevoli.
    Conta da che parte si vuole stare…Altrimenti, se la politica si misura in voti, non hai che da aggiungerti al 40 % del PD di Matteo Renzi…

  • Mimmo

    A me proprio non pare il caso di fare giochetti di parole.La Sinistra è in difficoltà oerchè veramente si è chiusa un’epoca,quella degli incrementi facili del Pil e conseguente redistribuzione anche in seguito alle lotte sindacali e politiche,di una parte dei profitti alle fasce di cittadini che vivono del proprio lavoro.
    Ora non ci sono ricette facili,ed io non demonizzo neppure gli ex compagni passati al Pd.
    Nè Sel,nè R.C.,nè altri che io sappia hanno risposte convincenti a questa grande crisi di sistema che stiamo attraversando,per cui non stupisce che alcuni credano che un pò di razionalizzazione negli apparati burocratici,un pò di deficit,una strizzata al costo del lavoro basti a rimettere in moto gli ingranaggi,e quindi di seguito occupazione e ridistribuzione. Credo che non sia possibile,ma in assenza di programmi politici davvero convincenti comprendo le tentazioni di adattarsi semplicemente ad amministrare l’esistente secondo il pensiero economico dominante.Con qualche debole correzione compassionevole.

    Sel ha già pagato caro lo schierarsi con Tsipras,e ho condiviso quella scelta.Se qualcuno pensa che sia sufficiente sopravvivere usando quella sigla,senza una piattaforma programmatica adeguata,tale da offrire soluzioni importanti al mondo del lavoro,può farlo,ed avrà il solito insuccesso.
    Noto la crisi dei pentastellati:cavalcare il malcontento ha fruttato,per un pò,perchè si sono offerti come contenitore che indicava vie facili nella semplificazione,lotta al burocratismo e simili.POi tutto questo non funziona,il loro gruppo dirigente non ha proposte all’altezza,ha sbagliato quasi tutto e stanno svanendo.
    La Sinistra non può essere qualcosa del genere.Questo appuntamento è un momento che può servire a costruire non solo in teoria una solida base programmatica,e congiungere esperienze diverse.Spero che non vada sprecato.Sarebbe grottesco trovartsi ad avere,tra non molto,ancora DUE soggetti unitari.

    Il giorno 29 novembre 2014 14:08, Disqus ha scritto:

  • Leopoldo

    Siamo in ritardo di 4 anni!!! Cominciate a non essere più credibili con queste posizioni ondìvaghe: da appiattimento sul PD all’ammiccamento verso la sinistra radicale. E allora :da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

  • Leopoldo

    Siamo in ritardo di 4 anni!!! Cominciamo a non essere più credibili con queste posizioni ondìvaghe: da appiattimento sul PD all’ammiccamento verso la sinistra radicale. E allora: da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?

  • chiloe012

    Se Vendola crede che inventandosi queste iniziative possa recuperare nel sociale, nella società civile si sbaglia veramente di grosso. Il problema più sentito non solo dai giovani, basta vedere il Sud, è la mancanza di LAVORO. Inoltre Sel se da una parte politicamente cerca di darsi un’immagine nuova con un rilancio propagandistico come”Human Factor” dall’altra però come al solito(regionali emilia) si presenta elettoralmente appaiato al Pd, dimenticandosi evidentemente che il Pd di Renzi è la massima espressione a tutti i livelli di partito socialdemocratico europeo cioè Neo-liberale.

  • frank

    se come ho sempre sperato questo progetto è alternativo al pd, sel non dovrebbe piu fare nessuna alleanza a livello locale col pd di reni come ha fatto in emilia romagna e in puglia. i nostri alleati naturali sono tsipras rif. com etc dobbia essere coerenti basta alleanze con renzi

  • claudio

    Ho letto il documento introduttivo di Human Factor che presenta diversi spunti di riflessione interessanti ed esprime un sentimento, una sensibilità che sento anche mia.
    Si tratta di sentimenti e sensibilità che caratterizzano SEL dalla sua nascita e che vengono da più lontano e che accompagnano la maggioranza di noi da tanto tempo.
    Sotto questo punto di vista mi sento, come mi sono sentito sin dall’inizio della sua avventura, a casa in SEL. Tuttavia appena allargo il mio sguardo oltre i sentimenti e la sensibilità e cerco di ri-conoscere un sentiero che sia in grado di dare materialità, concretezza a quesi sentimenti ed a quella sensibilità faccio fatica a trovarlo. Sia chiaro sarebbe ingeneroso e falso sostenere che non esiste, che non ve nè traccia, perchè non è così. Più semplicemente mi appare (almeno è così per me e non ho la presunzione di eprimere un punto di vista universale) confuso, discontinuo, incerto. Un percorso che manca della linearità necessaria ad assicurare la sua efficacia, a tradurre in atti concreti che incidono sulle nostre vite. Vivo troppo lontano dalla Puglia per avere una piena percezione dei risultati prodotti da quello straordinario laboratorio che ci vede misurarci concretamente con il materiale ed il contingente provando a coniugare aspirazioni ed aspettative con atti e gesti concreti. Al netto di alcune ombre che sicuramente esistono mi sembra tuttavia di poter affermare che si tartti di un bilancio più che positivo ma che non riesce a trasformarsi in modello per l’intera SEL. Come se ciò che fossimo noi i primi ad aver paura di quanto abbiami sperimentato, come se fossimo noi stessi i primi a non crederci. Altrimenti non si capisce, almeno io non capisco, la contraddittorietà dei rapporti con gli altri partiti, a partire dal PD. Com’è possibile che non si sia in grado di maturare una chiara ed univoca posizione nei confronti di tale forza politica, oscillando tra alleanze locali e anatemi nazionali. Il PD è il PD, come SEL è SEL. Ha una cultura, ha idee e sensibilità comuni (con alcune differenze al suo interno ma non significative) che lo caratterizzano dalla piccola sezione di un paese di 1.000 abitanti alla Segreteria nazionale. Si può ragionevolmente ritenere che non vi sia una prospettiva possibile che ci accomuni e che occorra costruire un autonomo consenso da esso, oppure ritenere che, pur nella diversità, sia possibile collaborare per il governo di questoi paese, come delle sue istituzioni regionali e locali.
    In democrazia il tema del consenso è centrale e per un partito che ha fatto della non violenza la sua ragione prima di esistere l’ambizione non può che essere quella di governare. Altrimenti è inutile come partito ed è dunque inutile (se non ha fini personali) che presenti dei candidati alle elezioni. Dunque SEL deve scegliere in quale recinto stare, o meglio – così non rischio di essere frainteso – in quale recinto i suoi sentiemnti e le sue sensibilità trovano cittadinanza. Quello che non può fare è restare ancora in mezzo al guado pensando di nascondere la sua incapacità di scelta dietro alla mozione dei sentimenti e delle buone intenzioni, di cui tutti noi ben sappaimo è lastricata solo la via per l’inferno.
    Discutere di pratiche e di obbiettivi scollegandoli dalla realtà, cioè da una credibile e praticabile collocazione politica che si proponga la prospettiva del governo è solo uno sterile esercizio di stile e – dopo quattro anni in cui SEL non ha fatto un solo passo avanti definitivo da questo punto di vista – comincio a temere sia una cortina fumogena dietro la quale nascondere o l’impotenza di una classe dirigente incapace di farsi leadership vera o la malafede di individui atetnti solo alla propria carriera e tornaconto personale.
    Magari mi sbagli e semplicemente è l’aver superato i 40 anni che mi rende meno disposto a fidarmi ciecamente, ma certo è che SEL così si stà solo consumando piano piano come una fiammella senza sufficiente ossigeno e, lo dico con il massimo rispetto per la persona, non è certamente un buon viatico veder affidata la conduzione di un’iniziativa come questa alla compagna (a cui ha dato un figlio) di un giovane dirigente di primissimo piano del partito.

  • Valium

    Condivido in pieno

  • Filippo Boatti

    Bravo, condivido in pieno.

  • Mimmo

    Anche a me ha fatto sorridere , mi dicono che dà un “tocco “di livello europeo, dato che ci saranno vari contributi esteri.Non l ‘avrei detta così, ma. .Una rosa se non si chiamasse rosa perderebbe forse il suo profumo? Speriamo che ne abbia tanto, alla fine importera questo.

  • Mimmo

    Frank, a livello locale lle allanze di fatto, anche se non lo dicono in giro, spesso sono Pd, Sel, R.C.Sul pia

  • Giulia

    Ho letto i documenti e li ho trovati leggibilissimi, intensi, frutto di una riflessione profonda e importante. Non capisco cosa non capiscono gli autori dei primi commenti.
    Un documento così mi fa decidere senza ombra di dubbio di andare a Milano. Per respirare. Politicamente e umanamente parlando

  • Angelo Broccolo

    Ci manca un sogno grande e capace di galvanizzare le persone ed entusiasmarle all’idea di salvare la vita sul pianeta e garantire il futuro della specie umana. Scrive cosi sul Garantista, Leonardo Boff, mente lucida ed eccelsa della teologia della liberazione. Parole di grande evocazione, che puntano al cuore del problema ponendo domande dalle quali non si puo’ prescindere.
    Come ricostruire un nuovo grande processo di liberazione collettivo, partendo da dove? insieme e/o contro chi?

    L’atto di denuncia del grande intellettuale brasiliano è preciso :nel tempo delle devastazioni ambientali, della precarietà diffuse, della miseria che si allarga a macchia d’olio sul pianeta, pochissimi diventano ancor piu’ ricchi e potenti. Piu’che in ogni altro tempo storico. Solo 737 soggetti controllano i principali flussi finanziari mondiali in stretta collaborazione con banche e multinazionali. A questi dati ,volendo comparare con quanto ci riguarda da piu’ vicino, potremmo aggiungere che in Italia le dieci persone piu’ ricche detengono piu’ beni e danaro degli ultimi tre milioni di italiani poveri, oppure che la metà delle ricchezze nazionali è in mano a meno del 10% della popolazione, che il tasso di disoccupazione ha raggiunto livelli sconosciuti dal secondo dopoguerra, che la pressione fiscale ricade per oltre l’80% sui redditi da lavoro dipendente e/o sulle pensioni a fronte di un’evasione generale che supera i 100 miliardi di euro annui ai quali bisogna aggiungere circa la metà in termini di corruzione e ruberie varie. Che un cittadino meridionale in genere sopravvive con circa un terzo di quanto guadagna in media un cittadino settentrionale. E cosi continuando!
    In altri termini la disuguaglianza appare come l’immagine e la somiglianza del mondo in cui viviamo.
    In altri tempi avremmo detto che le “condizioni oggettive” sono li a disposizione di chiunque intenda aggiornarsi, manca il “soggetto “collettivo della trasformazione. Manca come il pane l’elemento collettivo e consapevole capace di rigenerare le speranze ed indicare la strada da seguire L’analisi profonda e del tutto condivisibile per come proposta dal documento base della conferenza politico-programmatica di Milano(Human Factor)appare difficilmente emendabile.Condivido tutto l’impianto intellettuale e lo sforzo di rideclinare i termini teorici sui quali far leva per riaprire una partita vincente qui in Italia e non solo.
    Come ci si attrezza per contrastare in maniera efficace e continuativa questo “questo mondo grande e terribile”?
    Quale soggetto reale puo’ essere concepito per rimescolare le carte?
    Un soggetto collettivo non puo’ avere le caratteristiche piramidali ,che inibirebbero in principio la partecipazione dal basso,né sospendersi in una idea di partito organizzato secondo modelli sociali –istituzionali che nella fase di ristrutturazione epocale indotta dalla globalizzazione non hanno corrispondenza concreta nell’agire quotidiano.
    In questo senso trovo innovativa la proposta avanzata nel documento base (Human Factor)di istituire un “albo digitale della sinistra”. Andare oltre SEL è una necessità imperativa, in continuità con le ragioni stesse della nostra genesi a Firenze.
    Suggerendo alcuni punti, a mio giudizio importanti :
    a.La lotta che ci accingiamo ad iniziare è di “lunga durata”e non puo’ esaurirsi in una tornata elettorale, tanto meno nei surrogati estemporanei che consentono di superare questa o quella soglia di sbarramento esaurendosi il giorno dopo le elezioni.
    b. Senza radici nel mondo del lavoro e non -lavoro (precari,disoccupati,inoccupatilotte sindacali)ed ovvio in quella contiguità di tutele che riguardano “il salario differito” –Salute,previdenza,istruzione,reddito minimo(o di cittadinanza)non vi è sinistra ;Ma su questo appare indispensabile aggiornare i postulati stessi sui quali basa la propria ragion d’essere la sinistra.
    Il lavoro in occidente perde peso nella società della tecnologia applicata alla produzione e della delocalizzazione verso contesti territoriali dove il “costo”della forza lavoro risulta di poco oltre la soglia di schiavitu’ dichiarata.(Basti pensare al lavoro infantile,ad alcuni distretti in Cina ecc).
    La riduzione dell’orario di lavoro diventa un tema imprescindibile per una discussione che focalizzi in maniera concreta le storture del nostro tempo , unito ad un processo rivendicativo di redistribuzione delle opportunità che parta dal salario minimo garantito,(non entro volontariamente nel dibattito terminologico sulle differenze tra reddito di cittadinanza ecc) ai diritti inviolabili delle persone.
    Bisogna muoversi in questo assurdo mosaico di nuove precarietà generate dalla tecnica applicata alla produzione che convive con il precipitare della forza lavoro in condizioni servili .
    Appare inoltre ineludibile confrontarsi su scala Europea ,anzi planetaria, trovando inedite forme di condivisione di una piattaforma unificante di tutte le soggettività alternative alla globalizzazione.
    c.che l’elaborazione prospetti una “convivenza alternativa” ai modelli dominanti ,aggiungerei che persino nei comportamenti quotidiani, ovvero non che non possa ritenersi pensabile la scissione tra parole pronunciate e condotte esistenziali che ne contraddicono in maniera evidente la credibilità.
    d. con un programma di massima(il nuovo sogno di Boff) ed una serie di obiettivi minimi da raggiungere subito,con relative proposte su come e cosa fare nell’immediato e soprattutto “contro”chi, in maniera provocatoria sul Manifesto di alcuni giorni orsono Guido Liguori scriveva “che è necessario avere dei nemici”.Le politiche dell’austerità imposte dall’UE(Troika) sono quanto di piu’ osceno possa concepirsi da parte di una larghissima opinione pubblica. Con una pericolosissima variante:la caduta libera verso proteste di segno razzista e nazionalista. In questo senso è importante declinare in termini differenti il messaggio politico , dimostrando come in realtà le borghesie “nazionali” ne abbiano tratto vantaggi e privilegi.
    e.Intrecciato al tema del lavoro in maniera ineludibile è l’ambiente. Anche su questo punto il documento risulta chiaro ed esaustivo,proponendo una visione complessiva della necessità di un modello di vita che nella tutela delle condizioni indispensabili alla vita nel pianeta,segni una visione del futuro svincolata dai parametri della speculazione di uno sviluppo senza limiti che di fatto sottrae persino l’ipotesi di una continuità della storia umana (e della maggior parte delle specie viventi) su questo pianeta.
    f.Sono da riprendere le piu’ avanzate elaborazioni sui lavori extramercantili:tutela delle persone,del territorio,dei beni comuni.Per conseguire questi proponimenti bisogna invertire completamente gli orientamenti prevalsi negli ultimi decenni:bloccare le privatizzazioni e “riscoprire”gli elementi solidaristici impliciti nella visione e pratica del bene pubblico.
    g.In questa ottica vanno contrastate le controriforme costituzionali che svuotando la partecipazione popolare e le assemblee elettive stanno determinando un quadro prevalente che poggia sulla potenza degli esecutivi e di “uomini soli al comando”, a tutti i livelli(dai sindaci per passare ai presidenti di regione e finire al premier).Inutile sottolineare le storture illiberali dell’elezione dei presidenti di provincia ed eventualmente del senato della repubblica.
    e.In ultimo ma non per ordine d’importanza:l’Italia va liberata dai tentacoli della malapianta criminale.Una parte consistente dell’economia nazionale è ormai saldamente in mano alle mafie. Diventa imprescindibile una lotta a tutti i livelli contro l’antistato.
    f. Una lettura sia pure sommaria dei programmi di Podemos e/o Syriza appare quanto mai esplicativa degli obiettivi minimi da porre all’attenzione dei cittadini.
    “Il programma politico di Podemos, costruito in maniera partecipativa da migliaia di cittadini, è riuscito a materializzare il desiderio condiviso da milioni di persone nel mondo in un progetto politico concreto: la frattura con la logica neoliberale dell’austericidio e la dittatura del debito; la distribuzione equitativa del lavoro e della ricchezza; la democratizzazione di tutte le istanze della vita pubblica; la fine della corruzione e dell’impunità che hanno trasformato il sogno europeo di uguaglianza, libertà e fraternità nell’incubo di una società ingiusta, disuguale, oligarchica e cinica.”(Manifesto in favore di Podemos,firmato da alcuni intellettuali di grande prestigio).
    Si rinvia ad uno sguardo sul programma di Syriza,punti chiari e precisi sui quali costruire piattaforme di lotta popolare con obiettivi concreti da raggiungere.
    Punti chiari e netti appunto.
    La sfida lanciata da Nichi è chiara e tutt’altro che esagerata. Sfidiamo Renzi sul campo .La governance double face appare sempre piu’ nitida nella sua essenza di stabilizzazione dei poteri forti.La stagione delle divergenze tra forme di disagio e ragioni economiche e sociali che lo generano possono trovare una sintesi nuova. Ripredendo la politica come strumento di cambiamento e di progetto.
    Angelo Broccolo Assemblea nazionale SEL

  • haitao

    Pensare che si distribuisca il documento stampato in lingua Inglese nei coordinamenti provinciali mi ha fatto davvero ridere, poi ripensandoci credo che sia un gesto simbolico importante. Iniziare ad accettare che siamo in una società’ multietnica e multiculturale, che potrebbe anche esserci qualche non nativo italiano che voglia interessarsi alla politica e farne parte, e’ un tema importantissimo e andrebbe introdotto con forza nella politica italiana. Mi auguro allora che la scelta sia dipesa da questo, e in questo caso la approvo anche solo come gesto simbolico., Per quanto concerne Human factor , si tratta di tecniche di comunicazione . Oggi in Italia va di moda usare l’inglese in politica, it sounds better come si suol dire. Ma la sostanza poi e’ sempre la stessa vecchia sostanza. Ora arriva Marchionne in soccorso di Renzi dando l’impressione che ora che si e’ approvato il Jobs Act e si sono messi i sindacati all’angolo finalmente la Fiat può’ ricominciare a lavorare da noi. Uno stato inesistente, una politica debole, un paese sotto ricatto . Quello che temo e’ che questo parlamento pieno di improvvisati, questo governo così’ in difficoltà nella sua approssimazione non abbia minimamente le caratteristiche per guidare il nostro paese così’ importante geopoliticamente nella crisi internazionale che ci riguarda tanto da vicino. Quello della scelta delle classi dirigenti e’ un problema che coglie nel pieno anche SEL , serve qualità’ maggiore, investimento su figure di alto spessore che possano oltre che andare in TV, essere fotogenici o ” giovani, fare la differenza quando si entra in discussioni che possono rivelarsi dirimenti per il futuro di tutti. Ricordo a tutti che l”italia e’ già’ stata definita obbiettivo militare dall’Iran , che iran significa RUssia, che la russia ha riattivato la dormiente base nel mediterraneo, che L’italia e’ interamente militarizzata, che siamo ormai circondati da focolai di guerra e violenza, e che non abbiamo a mio paese figure di competenza sufficiente per poter dire la nostra ne in SEL ne al Governo. Ripartiamo dai Saggi, i cosifetti ” professoroni”, dall’intellettuale che si pone a servizio della comunità per illuminarne la strada difficile e impervia che si trova di fronte a se.

  • Taranto Presente

    Partecipa anche Girolamo Archinà?

  • Taranto Presente

    Ma Girolamo Archinà è stato invitato?