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Domenica, 25 gennaio 2015

Human Factor, Vendola: Questa tre giorni non è stato un evento è l’inizio di un cammino che ci ha già trasformati

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«Questa tre giorni non è un evento è l’inizio di un cammino che ci ha già trasformati. È un luogo di una sinistra plurale, ricco in cui non avete percepito né il rancore, né la depressione che sono i due sentimenti che da troppo tempo accompagnano la sinistra». Così Nichi Vendola dal palco di Human Factor, ha chiuso la convention di Sel a Milano.

«Il fatto che oggi, da tante storie, da tante appartenenze, veniamo qui a dire, tutti quanti, ‘sinistra di governo’ vuol dire che qualcosa è accaduto. La domanda sociale che si è espressa nelle mobilitazioni sindacali in giro per l’Italia ha bisogno di una risposta politica. E qualunque riproposizione della dicotomia tra autonomia del sociale e autonomia del politico rischia di essere il terreno di un’ennesima sciagura. Non c’è cambiamento a sinistra se non si opera dal basso e dall’alto».

Vendola aggiunge: «Noi non vogliamo annunciare un fatto magico, la improvvisa nascita di un nuovo soggetto politico. Siamo una comunità tra tante altre comunità. Dentro le sinistre ci sono tante cose che hanno valore e che devono arricchirsi reciprocamente. Noi non siamo i primi e non siamo i migliori. Noi non vogliamo mettere l’imprimatur su un processo che deve vedere la cessione di sovranità da parte di ciascuno, perchè insieme si possa fare un avanzamento. Non sciolgo Sel, e non dico a questa comunità di fare un passo indietro. Dico a questa comunità  di fare molti passi in avanti», aggiunge il leader di Sel. Vendola lancia quindi la proposta «della nascita di un coordinamento non fatto da leader ma da tutti coloro che sono interessati ed essere protagonisti. Dovrebbe lavorare per tutto il mese di febbraio per il rimescolamento dei popoli. Compagni e compagne di tutte le compagnie in cui sia consentito che ciascuno tenga la propria tessera. Dovrà essere consentita la doppia militanza», dice Vendola citando tra gli altri gli esponenti del Pd che erano presenti in platea.

L’ultima giornata di Human Factor è stata ricca ed emozionante. A Milano al Palazzo della Permanente tutto esaurito. La Plenaria riboccante, le sale con le tv straboccanti. E sul web migliaio di persone che hanno speso la domenica mattina e i lrpimo pomeriggio per ascoltare, per capire se da Human Factor è nata la speranza per una sinistra italiana.

Un sincero ringraziamento è andato da Elisabetta Piccolotti responsabile Comunicazione di Sel a tutti i compagni e amici della federazione di Milano che hanno permesso e gestito questa tre giorni di incontro con migliaia di persone.

L’ultima giornata è stata la giornata del “Costruire”. Dopo il “Pensare” e il ”Proporre” doveva arrivare il momento di rispondere alle domane che in questi giorni molti si sono posti. E da molti degli ospiti presenti alcune risposte sono arrivate.

Commenti

  • Francesco Spanò

    Ho potuto acoltare solo Revelli, Civati, Vendola e Fratoianni. Vorrei porre l’accento su un punto assolutament cruciale che Vendola ha messo molto bene in evidenza: il portato di questo sistema ultra liberista è quello di farci sentire soli, sfiduciati, non lo siamo , ecco perché il coordinamento per costruire iniziative che facciano lavorare insieme i vari popoli della sinistra in maniera inclusiva è una ottima idea. È proprio nel rifondare il modo di stare insieme che si fa una azione rivoluzionaria. A mio parere abbiamo già la prima battaglia da fare insieme perché è legata intrinsecamente al dare valore al concetto di eguaglianza e ai diritti: la battaglia per l’opposizione allo sfregio della Costituzione Repubblicana e alla legge elettorale incostituzionale. È la battaglia a cui tutto possiamo collegare: dalla lotta per ripristinare e estendere l’articolo 18 alla lotta per i beni comuni, alla lotta contro il consumo del territorio. Se non ci opponiamo alla riduzione degli spazi di democrazia veramente ogni altra battaglia è testimonianza perché i decisori saranno altri. Ci siamo già dimenticati dell’obbrobrio sulle provincie: non possiamo più eleggere i nostri rappresentati negli enti provinciali! Anche questo è uno sfregio da capovolgere! Nel nuovo coordinamento si guardi a ciò che ci unisce: cosa ci unisce di più della difesa della Costituzione , del patto fondante della comunità, la legge delle leggi? Possiamo inserire questa come la prima battaglia di questo popolo della sinistra? Quale battagli più sana, ricca e unificante di quella di battersi per la Costituzione e contro il modo autoritario di determinare il parlamento?

  • http://laltraitaliacon.wordpress.com/ L’ALTRA ITALIA

    Coordinamento per il rimescolamento dei popoli: chi lo elegge ? Chi ha titolo per partecipare? Quante persone? Chi detterà queste regole?

  • maxalive

    Primo: è una proposta,non le tavole della legge.Secondo: essendo un coordinamento di vari partiti ed associazioni direi che ognuno sceglie i propri rappresentanti da mettere nel coordinamento.Possibilmente non i vari leader.Terzo: mi sembra molto interessante per i militanti delle singole realtà la sfida di metter su occasioni di solidarietà come quelle di Syriza e camere dei diritti e del lavoro.Da lì si dovrebbe ripartire,dalla nostra gente,dai luoghi del lavoro e dove c’è sofferenza…

  • Francesco Spanò

    Perfettamente d’accordo. Le camere dei diritti e del lavoro sono una idea positiva; anche il nome. Vendola ha ragione sulla forza del simbolo.È cruciale ritrovarsi insieme, parlarsi di persona oltre lo scriversi sul web. I rappresentati , come dice maxalive, se li sceglie ciascun componente con la sua democrazia interna e sarebbe una bellissima occasione di far mostra di trasparenza e democrazia partecipativa. Una ottima occasione per imporre un modello.

  • enza venezia

    Mi sembra chev B fino ad oggi nonostante lo sbandieramento della democrazia partecipativa stia proseguendo second o vecchi schemi , dove l’unicacdifferenza sembra essere l’autonominarsi ( ed in ogni caso ilngruppoveei gsranti sembra n on volere mollare le posizioni…). QUINDI BEN VENGA un diverso modo di porsi trasparente e chiaro. Dove oltre ai nominati dalle rispettive associazioni/movimenti, forze politiche, sia dato uguale spazio anche ai singoli con grande voglia ed entusiamo per lottare.

  • vincenzo calì

    bene la doppia militanza e il coordinamento, purchè questo sia largo e senza bilancino, lasciando spazio a chi vuole partecipare. Specie da noi, realtà alpina autonoma, le maglie vanno tenute larghe, senza settarismi. Italia bene comune era è e continuerà ad essere la parola d’ordine, se vogliamo governare responsabilmente il paese. Avevamo un’ipotesi, qulla di Prodi Presidente. Non lasciamola cadere.A Civati direi di sopportare ancora. Verrà presto il momento della rivincita. Con il rimescolamento auspicato da Vendola, da un protagonismo dal basso di tipo nuovo anche il PD potrà trarre vantaggio.

  • Fabio Bernieri

    Concordo in pieno con Rodotà. L’unica cosa intelligente che potrebbero
    fare ORA i vari Vendola, Ferrero Civati ,, etc è questa ; sul modello
    greco azzerare i partitini, sciogliersi in un grande movimento di base
    che inizia da capo a costruire la sinistra nelle piazze, nei quartieri,
    tra le persone, creando comitati di sostegno per la sanità, per i
    farmaci gratuiti, per il cibo, la lotta alla povertà, le mense popolari
    etc cioè investire le residue energie mentali e fisiche nella
    ricostruzione del rapporto con le persone , gli ultimi, i poveri,
    naturalmente sostenendo le battaglie sindacali. Solo così, come ha fatto
    Syriza, e Podemos, potremo anche noi sperare di ricostruire la
    sinistra. Non con un semplice patto a tavolino tra i soliti “capetti”.

  • enrico Matacena

    La politica del vogliamoci bene e basta portò AL DISASTRO DELLA SINISTRA ARCOBALENO. Qui si tratta di sviluppare una elaborazione di proposta politica coinvolgendo la massa degli elettori di sinistra. Ciò è cosa ben diversa dal mettersi insieme solo perché siamo tutti incazzati e tutti compagni.

  • Francesco Spanò

    Ciao Fabio, bel modello. Forse quello che proponi basta da solo. I tempi sono stretti però; la Costituzione ce la sfilano di dosso adesso. Se non avessimo nulla da cui partire ti darei ragione in pieno, ma penso che ora bisogni fare uno sforzo supremo tutti insieme per salvare la Costituzione. Potremmo andare al modello che dici anche in parallelo.

  • Francesco Spanò

    Giusto e quale elemento possiamo condividere meglio che il patto su cui si fonda la nostra Repubblica: la salvaguardia della Costituzione?

  • Guest

    Prima di pensare ad un nuovo contenitore sarebbe il caso di ripensare a come militare, come funzionano le nostre sezioni, come e quanto impegnarsi a ricostituire una sinistra dal basso, che stia accanto agli emarginati e ai deboli. Essere radical chic e avere l’appoggio degli intellettuali NON BASTA. O ci “sporchiamo” le mani, facendo volantinaggi, incontri, lavorando nei quartieri, con le persone con disagi, immigrati etc. o questa è solo un’altrascatola che non ci porterà ad avere più voti e meno personalismi di quanti già ne abbiamo. Questo è venuto fuori, per me dallo human factor. Cerchiamo di avere più militanti che “iscritti”. Lavoriamo!!! E poi mi chiedo: ogni tot di tempo ci si aggrega o meglio, separa in qualcosa quindi come si può pensare di avere credibilità di governo? Penso che sia positivo che molti vogliamo un cambiamento, ma serve lavoro di militanza per averlo realmente. Sennò sono sterili discussioni, fatte perché ci piace il suono della nostra voce. Non so dirlo bene come gad lerner questa mattina, ma sostanzialmente la penso come lui, e nonostante ciò io sono a disposizione. Una militante

  • francesco

    Dopo Human Factor.
    SI SEGNALA VORAGINE SULLA DORSALE SINISTRA: I LAVORATORI PRESTINO ATTENZIONE!

    PCI NUOVO ULIVO
    PDS PD
    DS

  • francesco

    Aspetto con curiosità la posizione di SEL, del PRC e dei tanti commentatori così prodighi nel considerare innaturali le alleanze di governo del PD, sulla scelta di Tspras di allearsi con la destra nazionalista di greca di Anel.

  • mariosi

    Carissimi:purtroppo sale piene ed urne vuote (per noi).Tsipras ha fatto rapidamente il Renzi della situazione accordandosi con la destra in 12 ore.La brigata Kalispera ha fatto la figura dei reduci avvinazzati (vedi Gazebo)sul palco i grillini Podemos e tutti gli altri di sotto.
    E noi ad ostinarci con questi accordi da sfigati (doppie tessere e cosi via).
    Siamo fuori sintonia su tutto.FRATOIANNI, almeno tu, molto piu’giovane…………di’qualcosa.

  • beppe Ferrante

    Proporre la doppia tessera, significa seguire vecchie logiche di preservare il proprio recinto. Dovete sciogliervi voi e tutti gli altri partitini e gruppetti ed associazioni. Una sola for
    za di sinistra, plurale .

  • fabio

    “”” Human Factor, Vendola: Questa tre giorni non è stato un evento è l’inizio
    di un cammino che ci ha già trasformati “””

    C’era una volta una squadra italiana di canoa…
    Una società italiana e una giapponese decisero di sfidarsi in una gara di canoa con equipaggio ad 8 uomini. Entrambe le squadre si allenarono e quando arrivò il giorno della gara ciascuna era al meglio della forma, ma i giapponesi vinsero con un vantaggio di un chilometro.
    Dopo la sconfitta il morale della squadra era a terra. Il Top management decise che si sarebbe dovuto vincere l’anno successivo e mise in piedi un gruppo di progetto per investigare il problema. Il gruppo di progetto scoprì, dopo molte analisi, che i giapponesi avevano sette uomini ai remi e uno che comandava, mentre la squadra italiana aveva un uomo che remava e sette che comandavano.
    In questa situazione di crisi il Top management dette una chiara prova di capacità gestionale: ingaggiò immediatamente una società di consulenza per investigare la struttura della squadra italiana. Dopo molti mesi di duro lavoro, gli esperti giunsero alla conclusione che nella squadra c’erano troppe persone a comandare e troppo poche a remare. Con il supporto della relazione degli esperti fu deciso di cambiare immediatamente la struttura della squadra. Ora ci sarebbero stati quattro comandanti, due supervisori ed uno ai remi. Inoltre si introdussero una serie di punti per motivare il rematore: “dobbiamo ampliare il suo ambito lavorativo e dargli più responsabilità”. L’anno dopo i giapponesi si aggiudicarono la sfida con un vantaggio di due chilometri.
    La società italiana licenziò immediatamente il rematore a causa degli scarsi risultati ottenuti sul lavoro, ma nonostante ciò pagò un bonus al gruppo di comando per il grande impegno profuso. La società di consulenza preparò una nuova analisi, dove dimostrò che era stata scelta la giusta tattica e che anche la motivazione era buona, ma che il materiale impiegato doveva essere migliorato. Al momento la società italiana è impegnata a progettare una nuova canoa!!!”

    Caro niki, è la terza o quarta volta che sel (prima come movimento) inizia un cammino che non porta mai da nessuna parte. tutte le volte si riparte da capo più o meno sempre con le medesime idee ed intenzioni.

    Forse non sono le idee, gli obiettivi, forse sono le persone, la classe dirigente che non risulta adeguata alle idee e gli obiettivi che vengono posti

  • massimo gaspari

    circa la solidarieta’ penso che siamo un partito e simili progetti sarebbero un compito politico che passa per la maggioranza. potremo provarla tra noi. a volare basso cose tipo vederci tutti per portare oggetti che non servono e prendere oggetti che ci servono

  • massimo gaspari

    la solidarieta’ tipo un sito dove si danno cose gratis per avere indietro cose gratis? secondo me e’ un compito politico

  • Gennaro Montella

    HUMAN FACTOR – MILANO 23/25
    GENNAIO

    Un po’ di mie personali considerazioni.

    Le giornate passate durante gli
    incontri di Human Factor a Milano, sono state dense di eventi.

    Sul palco si sono succeduti
    oratori straordinari, penso ai filosofi
    Cacciari e Bazzicalupo che insieme hanno stimolato i presenti ad una maggiore
    azione politica tesa ad aggregare le persone.

    Oratori maleducati, come Gad
    Lerner che in sintesi ha detto che l’unione delle sinistre al massimo porterà
    queste al 5/6% dei votanti. (Ricordo quando Lerner cacciò via in malo modo un
    gruppo di operai da una sua trasmissione, perché protestavano per la perdita
    del lavoro, dicendo che erano inopportuni).

    Oratori inutili come Fassina,
    Cuperlo e Civati, da cui tutti speravano di sentir dire qualcosa di sinistra e
    che invece hanno dimostrato di essere solo una voce non convinta
    dell’opposizione interna al PD (e si sapeva).

    Oratori proiettati in qualcosa
    più grande di loro come il giornalista Curzio Maltese (che scrive su La
    Repubblica, organo ufficiale del PD, in assenza dell’Unità), e che forse non ha
    capito manco dove si trovava.

    Oratori invece che hanno
    emozionato come Claudio Riccio che ha spronato all’incontro con i cittadini
    come base essenziale per la ripresa
    politica o la sindaca di Molfetta Paola Natalicchio che non l’ha mandata a dire
    nemmeno a Vendola, ricordandogli che con le sole parole non si va da nessuna
    parte, o lo scrittore De Giovanni che ha portato Human Factor nella terra dei
    fuochi.

    Oratori depressi come Paolo Ferreri, zombie della politica insieme
    a Simone Oggionni e a qualche altro. Essi pensano che l’esperienza di Tsipras
    sia ripetibile in Italia, senza considerare le condizioni in cui è maturata
    quella iniziativa.

    I laboratori tanti, forse troppi,
    e a mio avviso organizzati male da un punto di vista degli argomenti:
    pochissimi si riferivano alla situazione politica e sociale attuale.

    Io ho partecipato a quello sulla
    riforma Fornero e non credo che alla fine sia emerso qualcosa di propositivo.
    Ed a quello su Democrazia e Costituzione che ha finito per essere una
    passerella di onorevoli e costituzionalisti che nulla hanno aggiunto a quello
    che già sapevo. Tutti i laboratori si sono svolti in condizioni disastrose: non
    si sentiva niente anche se si era solo in 12 persone a partecipare, come quello
    sulla legge Fornero, ed a maggior ragione quello su Democrazia e Costituzione: pur
    sapendo gli organizzatori che a questo laboratorio erano iscritti un centinaio
    di persone, non hanno fatto niente per renderlo più fruibile. In pratica solo
    le 10/15 persone sotto il palco riuscivano a sentire qualcosa.

    Il discorso di Vendola mi ha
    lasciato allibito soprattutto quando ha detto: “Non sciolgo SEL. Non dico a
    questa comunità di fare un passo indietro ma di fare molti passi in avanti”.

    Purtroppo ultimamente la storia
    di SEL è fatta di molti passi indietro, frutto di mancata azione sul territorio
    tesa a risvegliare le coscienze di quel 50% di elettori che non votano. La
    colpa? Di Vendola per primo, dei dirigenti di partito in seconda, che probabilmente nulla sanno dell’organizzazione
    di un partito e delle azioni che vanno messe in cantiere per, come diceva la
    filosofa Bazzicalupo, “AGGREGARE”.

    Vendola si è arrotolato su se
    stesso, preso dalle sue parole, molte parole, ed ha perso, forse anche per fare
    bene il suo ruolo di governatore della Puglia, il senso del partito, affidato a
    onorevoli e dirigenti che l’hanno portato ad una totale inattività sui
    territori. I cittadini se ne sono resi conto, portandolo in pochi anni dal 10%
    dei consensi al 3,5% dei consensi che, se rapportati alla massa votante, fa
    purtroppo l’1,75%.

    E Vendola che fa?, invece di
    spronare alla ricerca del consenso, aveva pensato di chiudere baracca e
    burattini e di tentare la strada del partito della sinistra con i zombie della
    sinistra? Ma allora Gad Lerner aveva ragione?

    Personalmente sono convinto che
    l’AGGREGAZIONE dei cittadini intorno ad argomenti ben definiti e di cui si
    prospettino anche le soluzioni come il lavoro, la salute, la scuola,
    l’università, la ricerca scientifica, i lavori pubblici, le pari opportunità, l’immigrazione,
    ecc., può solo sortire l’effetto di movimentare le folle e le idee.

    Un partito immobilista che cerca
    le soluzioni al di fuori del proprio programma, non è destinato a durare molto.

    SEL sta offrendo a Renzi e
    Berlusconi su un piatto dorato la prova della loro indiscutibile supremazia.

    SEL poteva (può) essere
    l’alternativa reale al cambiamento in Italia, ma non con questo leader e questi
    dirigenti. Personalmente metto a disposizione la mia esperienza di
    organizzatore e tutta la disponibilità di cui posso consentirmi al di fuori del
    mio lavoro.

    Il pieghevole esplicativo di
    HUMAN FACTOR, cominciava con una citazione tratta dallo scrittore di
    fantascienza Arthur Clarke (2001 odissea nello spazio).

    Io avrei citato anche l’episodio
    tratto dalla Trilogia della Fondazione di
    Isaac Asimov quando lo psicostoriografo (scienza, inventata dallo scrittore, che
    prevede il futuro politico di una nazione anche dall’analisi dei discorsi del
    politico di turno) Hari Seldon dopo aver
    analizzato il discorso dell’imperatore galattico che ha parlato per ore, tira
    fuori il risultato: non ha detto niente!

    Gennaro Montella – Pescara