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Sabato, 28 novembre 2015

Le ordinarie battaglie ecologiste della Sinistra Italiana

navona

Il weekend dei tragici eventi di Parigi è coinciso per noi con l’Assemblea nazionale di TILT!. Lo sgomento era tanto, lo spaesamento forte, il senso di impotenza di fronte all’infamia del terrore a dir poco paralizzante. Dopo una lunga notte trascorsa a capire se fosse giusto continuare i lavori, abbiamo deciso che non potevamo restare senza parole. Abbiamo dunque deciso di andare avanti, nonostante tutto. Siamo riusciti a costruire un dibattito intenso, profondo, ma soprattutto capace di ribaltare il dolore in proposte concrete, sostenibili e “resilienti”. È emerso in particolare un fattore d’innovazione nuovo per chi rappresenta la sinistra in Italia. Un elemento comune a molti,  fondato su due semplici concetti: sostenibilità ed ecologia.

È stato sorprendente notare come gli interventi dei rappresentanti di Sinistra Italiana presenti – Michele Piras, Giovanni Paglia, Stefano Quaranta e dirigenti nazionali come Marco Furfaro e Betta Piccolotti – sottolineassero tutti, con sfumature diverse, l’importanza strategica di partire dalle pratiche resilienti e sostenibili. La cultura ecologista, insomma, non è più limitata ad un gruppo ristretto portatore della bandiera verde e ambientalista, ma è entrata a far parte della cultura politica ordinaria.  È dventata senso comune.

Orvieto per noi è stata l’ennesima riprova di un percorso avviato anni fa quando al nascente partito Sinistra e Libertà venne aggiunta la parola “ecologia”. Il grande lavoro fatto in questi anni nel dibattito politico interno ed esterno a Sinistra Ecologia e Libertà ha portato oggi a registrare un fatto assolutamente inedito: l’aver reso l’ecologia non una battaglia straordinaria e di minoranza, ma parte dell’agire e della cultura politica e di governo. Grazie alla narrazione ecologista dentro Sel siamo riusciti a superare la visione industrialista tipica della sinistra novecentesca.

 

Ma non c’è stato solo questo. C’è stata la buona politica e il buon governo. Come ci ricordava Luca Gibillini, le politiche per la sostenibilità attuate dalla giunta Pisapia hanno reso Milano oggi una città modello: vivibile, accogliente, intelligente e resiliente. Gli investimenti fatti per la mobilità leggera e condivisa sono sempre stati priorità per una giunta dove la cultura ecologista è stata capace di determinare scelte strategiche e radicali. Possiamo raccontare lo stesso per Cagliari, dove il sindaco Zedda ha ripensato insieme la città e la mobilità. Lo ha fatto eliminando i parcheggi selvaggi sul fronte mare, incentivando le piste ciclabili e muovendo la pianificazione territoriale verso una transizione definitiva che mette i pedoni ed i ciclisti al centro delle politiche da attuare nei prossimi anni. Possiamo citare l’importante lavoro che sta facendo il sottosegretario alla Regione Abruzzo di SEL, Mario Mazzocca, per la messa in sicurezza del territorio, le battaglie contro lo Sblocca Italia, l’adattamento ai cambiamenti climatici ed il ruolo di primo piano che avrà la Regione Abruzzo alla COP21 di Parigi, dove ha organizzato, unica regione italiana, ben sette eventi. Ma soprattutto non vogliamo rimuovere l’enorme lavoro fatto dalle giunte Vendola in Puglia, capaci di attirare investitori italiani e stranieri sul tema delle fonti rinnovabili. Non solo nella costruzione di nuovi impianti, ma nella creazione di una filiera produttiva sostenibile, capace di generare buona occupazione e avviare la riconversione ecologica dell’economia regionale.

Per questo, vorremmo ricordare a chi ripete che la Sinistra Italiana non porta con sé il valore dell’ecologia le attività di buona politica di questi anni: perché l’ecologia per noi è una pratica quotidiana nelle amministrazioni come nei movimenti territoriali, e non una nicchia elitaria di conferenzieri della domenica. Come Tilt, siamo impegnati da anni in questo lavoro di rigenerazione del linguaggio e delle pratiche ecologiste, una lunga marcia di riconversione e innovazione che ci ha visti al fianco della politica, delle associazioni e dei movimenti. Abbiamo contribuito a costruire “Green Factor” a Pescara e il prossimo fine settimana faremo tappa a Genova, per partecipare ad un altro appuntamento su dissesto idrogeologico e consumo del suolo.

Lo facciamo perché vogliamo chiudere la stagione delle conferenze politiciste e di posizionamento della solita compagnia di giro, perché vogliamo aprire cantieri tematici larghi ed inclusivi assieme ai militanti, ai simpatizzanti, alle associazioni e ai movimenti che sono in prima linea nella difesa dei territori e dei beni comuni. Lo facciamo per rendere le nostre città più pulite, vivibili, resilienti e sostenibili. Lo facciamo, infine, per favorire politiche di accoglienza e mutualismo e ridurre il rischio della microcriminalità, migliorando così la qualità del lavoro e della salute pubblica, primo motore della ripresa economica.

È su queste basi, per noi, che nasce Sinistra Italiana, e nasce con qualcosa di unico rispetto ai partiti italiani esistenti. L’ecologia, la resilienza e i cambiamenti climatici non sono più visti come interni a politiche ambientali fini a se stesse, ma come elementi strutturali della proposta politica e sociale per costruire l’alternativa. Un’alternativa che ci porti ad elaborare risposte complesse alla complessità del presente

Inizieremo da subito, alla Global Climate March di domenica a Roma. Costruiremo una mobilitazione ampia, per far sentire la nostra voce nelle piazze e influenzare e mettere pressione al Cop21. Vogliamo giustizia sociale e climatica: ora più che mai.

Solo così nasce la sinistra italiana, ecologista e resiliente.

Commenti

  • Francesco

    Contano i fatti, le parole stanno a zero , e sono volatili.
    La china industrialista di Sel la si può commisurare con la triste e non sopita vicenda dell”Ilva” di Taranto , per la quale è tuttora indagato (se non ricordo male) Niki Vendola e altri dirigenti pugliesi.Ci vuole più cautela nel trattare questi argomenti…