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Martedì, 25 novembre 2014

Matteo Renzi trionfa sulle macerie del Paese

renzi

Lo fa nell’accondiscendenza servile delle grandi lobbies dell’informazione che accudiscono e coccolano il lato cortigiano del “costume degli italiani”. Lo fa portando a compimento il rovesciamento dell’anomalia italiana, da democrazia inclusiva e partecipativa a democrazia selettiva e notabilare.

L’attacco al sindacato è una potente riorganizzazione della struttura di comando, vieppiù indifferente alla mediazione sociale. L’assedio ai simboli non della casta ma del mondo del lavoro è il disinvolto congedo dal Novecento: una uscita a destra, senza se e senza ma. Ora la scacchiera si riduce, l’astensionismo è il rifiuto del gioco (quando il gioco viene percepito globalmente come gioco al massacro), lui vince comunque.

Nell’Emilia rossa, che fu il laboratorio del civismo e del buon amministrare, vince nel deserto del disincanto e della fuga dalla cosa pubblica. La cosa pubblica, appunto: che o si presenta come cosa immonda, oppure come cosa che è incapace di fermare la paura, il disagio, il gelo di nuove povertà.

Nella Calabria spolpata viva dal malaffare e dalla malapolitica, il “chi ha vinto” è ancora tutto da costruire: la domanda di cambiamento è forte, occorre immunizzarla dai virus del trasformismo e farla vivere come una alternativa efficace e dirompente alla ‘ndrangheta. In entrambe le regioni occorreranno risorse importanti per la messa in sicurezza del territorio, occorreranno molti cantieri e molta legalità, più velocità ma non meno controlli, ma soprattutto occorrerà uno strappo col passato, un “cambiare verso”, che è il contrario dello sviluppismo cementificatorio partorito dallo sblocca-Italia. Qui la rivoluzione ci serve ma non è quella generica della retorica renziana (velocizziamo, sburocratizziamo), è quella dello “stop” al consumo di suolo, si alla rigenerazione urbana, progettando insieme smart cities e agricoltura di qualità. Insomma il voto di una regione del Sud e di una del Nord hanno riconsegnato al centro sinistra una vittoria con molte incognite e molti problemi: se nel cuore della storia della democrazia partecipata vota solo una minoranza, allora siamo ad un passaggio epocale.

Cambia la qualità della democrazia. Nel disagio sociale e nel disfacimento del blocco berlusconiano cresce il ruspante Salvini.

Sel, reduce da qualche sfregio subìto e data per morta all’inizio dell’estate, ha un buon risultato, anche l’altra lista a sinistra prende un consenso importante. Non è poco, è il punto di ripartenza, e la partita vera, quella che vede muovere il conflitto sociale e la contestazione culturale, è appena cominciata.

A queste considerazioni occorre aggiungerne un’altra, direi dirimente: prendo ad esempio i due nuovi governi regionali che dovranno innanzitutto cimentarsi con il seguente problema: procedere nella gestione territoriale del Welfare a trovare un punto di equilibrio tra la crescita dirompente e drammatica di bisogni di protezione sociale e la drastica riduzione dei trasferimenti dello Stato alle Regioni delle relative risorse finanziarie. Si tratta di un equilibrio piuttosto complicato, assai simile alla quadratura del cerchio. E infine, i vittoriosi nuovi governanti potranno finalmente operare l’unico vero cambiamento epocale che gli compete: abolire il titolo di “Governatore”, visto che il loro ruolo sarà quello di spiegare a valle ciò che si deciderà alla corte del nuovo centralismo. Se questa descrizione senza fronzoli ha un senso o un qualche fondamento nella realtà, mi chiedo dove siano volati gli spiriti alati del pensiero liberale o del pensiero federalista. Me lo chiedo con dolore, perché vedo aperto e vorticoso il processo di smembramento dell’architettura democratica e persino del linguaggio della politica e anche di qualcosa che va oltre la politica “ politica” ma che allude alla tavola dei valori. In questo caso è come il compimento della parabola berlusconiana che inglobava la politica nel linguaggio della pubblicità. Insomma non vi pare strano vivere in un Paese le cui èlites sui propri giornali per vent’anni ci seducono con le prodezze del federalismo, il talismano invocato contro un centralismo tentacolare e corruttivo; poi di botto, da un giorno all’altro, senza alcuna spiegazione, scompare la parola federalismo, e torna invece in forma di corpo del reato, la parola “regionalismo”. Si dice che questa sia la conseguenza di “Mutande verdi” e altre goliardiche ruberie che, nello strazio della crisi economica, hanno indignato gli italiani.

Ma non appare paradossale che l’indignazione del popolo venga usata per privare il popolo di quei pochi poteri di cui dispone per farsi valere? Siccome i consiglieri regionali si compravano profumi e balocchi con i soldi dei contribuenti allora priviamo i cittadini che abitano l’Italia adriatica di dire se gradiscono o meno che il loro mare sia trasformato in una piattaforma energetica per le multinazionali del petrolio. Ho detto petrolio, l’eroe di un mondo finito, caro Matteo. Cari Matteo…

Ma qui il coraggio non è più una battutina da Barbara D’Urso.

Commenti

  • claudio

    domanda semplice semplice.

    Ma se Renzi e le sue politiche portano un’allontanamento degli elettori dal PD, SEL e il PRC/lista Tspras non dovrebbero fregarsi le mani ringraziandolo e raccogliere a mani basse tanta generosità (politica)? Non dovrebbero SRL ed il PRC/lista Tspras intercettare l’elettore del PD che non si riconosce più in quel partito e conquistare il suo voto?

    Ma se l’elettore tradizionale di centro-sinistra non vota il PD di Renzi perchè non ci si riconosce (considerando la sua proposta politica non confacente alle sue idee e aspirazioni) ed invece che votare per chi stà alla sinistra di esso sceglie di NON votare, non vuol forse dire che le politiche e la credibilità di SEL e PRC/lista Tspras è ancora più scadente di quella del PD di Renzi?

    Ma non sarebbe più produttiva ed utile un pò di auto-critica invece che incolpare gli altri (che ovviamnete di colpe ne hanno molte)?
    Se la somma dei voti (che tra l’altro è composta da un’elettorato non perfettamente sovrapponibile, ovvero che non manterebbe in toto lo stesso orientamento di voto se i due partiti si presentassero uniti) di SEL e PRC/Lista Tspras non riesce ad andare oltre il solito 4-5% a fronte di un quasi dimezzamento della platea dei votanti non significa forse che la loro esperienza politica è FINITA e deve essere in toto superata assieme alla loro classe dirigente attuale (a partire da Vendola, Fererro, Frattoianni, Grassi, etc.)? O vogliamo continuare ad auto-consolarci dicendo che il mondo è brutto, sporco e cattivo mentre più o meno inconsapevolmente ci incamminiamo verso l’autoestinzione?

  • francesco

    Caro Vendola, sei un demagogo di professione , persino scaduto nel ridicolo.
    Tutto quello di negativo che hai elencato, Renzi lo fa con l’aiutino del tuo Partito obnubilato dalle tue narrazioni oniriche. In Emilia Romagna e in Calabria Sel è andata alle elezioni a braccetto col Partito Democratico, ignorando qualsiasi ipotesi di alternativa al centrosinistra che è il Comitato di Affari della moderna borghesia.La Sinistra italiana è stufa di saltimbanchi che millantano di costruire mentre in realtà distruggono quel poco che a fatica si riesce a mettere in piedi.
    E’ ora di ritirarti in qualche convento a scrivere le memorie a beneficio dei nipotini, svincolando così quei militanti sinceri che ancora gravitano intorno a ciò che resta di Sel.

  • Guido Conti

    Vorrei ricordare a questi 2 commentatori reazionarsettari che Vendola, a sentire ed ascoltare chi ci vive e chi c’è andato in vacanza, ha guidato una maggioranza che ha cambiato la regione Puglia, partendo dieci anni fa da un notevole livello di degrado…
    Le vostre cazzate neurodeliranti stanno francamente in diretta proporzione a quelle di coloro che nominate come il governo del male…..Potete andare per cortesia al bar a ciarlatare delle vostre frustrazioni? o meglio andate a parlare con qualche professionista della psicoterapia o della psicoanalisi.e forse la vostra vita avrà a che fare col reale e non con la farneticazione immaginaria…..con la politica proprio non c’entrate niente se non per il fatto che non hanno ancora tolto il voto all’ignoranza conclamata e perseverata……….Auguri!!!

  • claudio

    nel merito prego…rispondi nel merito e soprattutto impara a rispettare chi non la pensa come te.
    P.s. Vendola la Regione puglia non l’ha amministrata da solo ma in maggioranza con il PD, anzi per essere precisi guidando una maggioranza prevalentemente composta dal PD e senza di esso, solo con l’allora Rifondazione o con SEL poi mai e poi mai Vendola avrebbe governato quella regione. Lo stesso PD su cui ora sputa giudizi sprezzanti.
    Eppure la maggioranza degli elettori del PD della Puglia adesso sostengono Renzi (vedi il risultato delle primnarie per la nomina di segretario del PD dove Renzi ha vinto su Cuperlo e gli altri).
    Quie cittadini pugliesi erano persone apprezzabili e oneste quando sostenevano il PD alleato a Vendola e sono diventati tutti infami adesso che che sostengono Renzi?
    Ma vi rendete cont0 che siamo noi di SEL a vivere fuori dalla realtà? che siamo noi che non riusciamo a costruire alcun consneso che non sia irrilevante (come lo è il 2-4%) attorno a noi ed alle nostre proposte. Ma facciamo la lezione agli altri e continuiamo ad uatoassolverci e ad autoincensarci. Siamo il bue che dà di cornuto all’asino e non ce ne rendiamo manco conto. Fai te.

  • Guido Conti

    Ok scusa, ma veramente pensi che quello che hai scritto si possa definire merito? Merito della cronaca falsata della storia piegata a criteri politicamente indefinibili? Candidati alla presidenza di SEL, oppure mi sa che hai sbagliato per lo meno partito…..Fai te.

  • Dario

    Non concordo per il semplice motivo che fino a pochi anni fa era Berlusconi a stravincere. E il PD aveva un segretario vero, il bistrattato Bersani. Quindi la storia che il popolo ha ragione è semplicemente falsa, dacché gli italiani han sempre votato a centro/centrodestra, il centrosinistra vinse solo col democristiano, seppur persona perbene, Prodi. Quindi sì, il problema sono gli italiani. Decisamente. Vendola è una delle tante eccezioni che confermano la regola, come si suol dire. Ma vedi Marino e le assurde contestazioni contro di lui, quale razionalità c’è nel popolo italiano? Nessuna, altrimenti non saremmo ridotti così. Senza il populismo e la demagogia di destra tipiche di personaggi come Craxi prima e Berlusconi e Renzi oggi, non si vince, e persone perbene come Vendola, Bersani o Ferrero non hanno questa componente nel loro DNA per fortuna.

  • francesco

    Le tue sono solo farneticazioni sul conto di persone di cui ignori il percorso politico, mentre è ben noto quello del tuo ispiratore Nichi Vendola (vicenda Ilva docet!). Si vede che è stato toccato qualche nervo scoperto…

  • francesco

    Il tuo bistrattato Bersani ha fatto ingoiare due governi reazionari, di Monti prima e di Letta dopo; il Fiscal-Compact, il pareggio di bilancio in Costituzione,la controriforma Fornero sulle pensioni, lo svuotamento dell’articolo 18…non ti accorgi di mischiare capra e cavoli? Allo stato attuale, Renzi non ancora fatto tanti danni per i lavoratori di quanti ne abbia fatti il PD di Bersani.

  • Guido Conti

    Senti io non ho ispiratori ma ragiono con la mia testa e la mia condizione di vita………..tu se hai un percorso politico beato te che ci credi…….in molte occasioni, se sei sempre quello, hai solamente denigrato su questo sito, che ti ta ancora la parola, per cui stai tranquillo che lo ignoro volentieri e mi baso su quello che scrivi, non come te che ti basi sulla cronachetta del falso quotidiano….
    5stelle alla deriva???? Buona giornata!!!

  • claudio

    scusami Guido ma sottolineare che SEL nonostante il PD a guida Renzi sia inviso ad una parte del suo tradizionale elettorato (oltre che alla CGIL e FIOM) non riesca a catalizzare ed attrarre su di se il voto di questi elettori (che preferiscono astenersi) è una questione di merito; anzi, se permetti, è la questione delle questioni. In astratto, se è valida l’analisi che SEL fà del contesto e le nostre idee politiche, noi di quei voti dovremmo fare un sol boccone.
    In una regione come l’Emilia Romagna ad elezioni regionali come quelle di domenica noi saremmo dovuti almeno almeno raddoppiare, passare ad un 8-10%. Se non lo abbiamo fatto in una condizione così favorevole (e non perchè eravamo alleati al PD, dato che il PRC/l’Altra ER non ha fatto poi così meglio di noi) quando mai potremo farlo? Davvero si può negare che SEL abbia un serio e profondo problema di credibilità?
    E se è così – ed è così (lo dicono i ripetuti scarsi risultati elettorali) – allora i casi sono due, non ci sono altre alternative: o è sbagliata la linea politica o è inadeguata e non ritenuta credibile la sua classe dirigente (a partire da quella apicale, Vendola, Frattoianni, Ferrara, etc.).
    Possibile anche che dipenda da entrambi i fattori e dunque occorra rivedere sia la linea politica che la classe dirigente, certo è che non si può dire che vada tutto bene e come fà Vendola nell’articolo (o Frattoianni in un’altro) sostenere che “Sel, ……………, ha un buon risultato” perchè è falso, palesemente falso. E chi lo sostiene è superficiale o in malafede. in ogni caso inadatto a guidare il partito. Tu pensi invece che vada tutto bene così?

  • claudio

    scusa Dario ma se “la storia che il popolo ha ragione è semplicemente falsa” e “il problema sono gli italiani”, quale sarebbe la soluzione?
    Eliminare il voto a suffragio universale?
    Una bella DITTATURA (proletaria, ca va sans dire)?
    Davvero non ti rendi conto che implicitamente con le tue affermazioni è questo che sostieni?

    Un conto è non condividere le idee e le posizioni degli altri, un conto è giustificare i nostri scalsi risultati sostenendo che la maggioranza dei nostri concittadini andrebbe messa sotto tutela, interdetta dal voto perchè incapace di giudicare il bene dal male. Ma tu ti ritieni così superiore agli altri, a tutti noi, per ritenere in assoluto di essere nel giusto e gli altri che non la pensano come te nell’errore. Alla faccia degi ideali di sinistra che sono fondati sul principio dell’uguaglianza tra gli individui. Ma poi sono io il rezionario……..