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Mercoledì, 30 luglio 2014

“Non vogliamo bombardare Gaza”. 50 riservisti israeliani disertano e si rifiutano di prestare servizio

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“Israele può continuare questa occupazione, ‘but not in my name’, non nel mio nome”. Ha le idee chiare Udi Segal, 19 anni, israeliano. Disertore. L’accusa – come scrive il Fatto Quotidiano – è aver rifiutato di arruolarsi nell’esercito. Per questo finirà in carcere, ancora non si sa per quanto.

Udi non è l’unico. Finora sono almeno 50 i soldati dell’Israel Defense Force che si sono rifiutati di partecipare all’operazione militare. Il perché lo hanno scritto in una lettera al Washington Post: “Ci opponiamo – scrivono – all’esercito israeliano e alla legge sulla leva obbligatoria perché ripudiamo questa operazione militare”.

Udi la pensa come loro. “L’appoggio del paese alla politica del primo ministro, Benjamin Netanyahu, è ancora forte – spiega, sentito dal Fatto – Ci sono molte persone, però, che sono stanche di questa guerra. Solo tra i miei coetanei, conosco almeno 120 o 130 ragazzi che hanno preso la mia stessa decisione”.

“Quando mi sono avvicinato all’età della leva obbligatoria – racconta ancora il giovane – ho iniziato a leggere, studiare e documentarmi sul conflitto tra Israele e Palestina. È più di un anno che mi informo sui giornali e studio la storia, e ho deciso che non posso prendere parte a questa occupazione”.

“Non so ancora di preciso quanto rimarrò in carcere – continua Segal – anche se la pena prevista in questi casi è di circa 6 mesi. Non basterà questo a farmi cambiare idea in futuro”.

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