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Lunedì, 28 settembre 2015

Pietro Ingrao ci ha insegnato il coraggio di sognare. Anche noi, come lui, non abbiamo cambiato idea

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Non credo esista un aggettivo che possa, da solo, descrivere chi era Pietro Ingrao e cosa ha rappresentato per tutti quelli che lo hanno conosciuto più o meno direttamente, per tutti quelli che lo hanno apprezzato, letto e ascoltato.

Eppure tanti aggettivi hanno accompagnato la sua vita: comunista, comunista eretico, visionario, pacifista, intellettuale, uomo delle istituzioni. Anche in queste ore, appresa la triste notizia della sua scomparsa, ciascuno lo ricorda a modo suo, utilizzando una di queste definizioni, perché Pietro Ingrao era tutte queste cose insieme. Un uomo poliedrico e unico e proprio questa sua unicità ha affascinato intere generazioni dal dopoguerra in poi.

Incarnava la sinistra, quella sinistra un po’ utopica che, lontana anni luce dall’esperienza sovietica, riconosceva puntualmente le sconfitte e contestualmente l’esigenza di ripartire avendo sempre in testa l’idea della costruzione di un mondo più giusto. Pietro Ingrao era un uomo che faceva autocritica, sempre. E si metteva costantemente in discussione. Lo faceva partendo sempre da sé e mai dagli altri. Lo ha dimostrato nelle piccole cose e nelle grandi questioni, come l’invasione dell’Ungheria e l’espulsione dal Pci di quelle compagne e quei compagni che poi fondarono il Manifesto.

Voleva la luna Pietro Ingrao e noi con lui e come lui, tante volte l’abbiamo voluta e continuiamo a volerla quella luna. Anche oggi.

Da Ingrao abbiamo imparato la coerenza delle proprie idee ma anche la voglia di lasciarsi contaminare dagli altri, senza recinti e senza presunzioni di ogni sorta. Il dubbio ha sempre accompagnato la sua vita, insieme alla volontà di “rimanere nel gorgo”, per fare la propria parte anche quando sarebbe stato più semplice farsi da parte o “omologarsi” al pensiero dominante. “Rimanere nel gorgo” per Ingrao significava mantenere un rapporto costante con la massa, con il popolo, con la sua gente. Lui la politica la intendeva così. Non certo come una questione di collocazione partitica o posizionamento politico ma come rapporto di massa e plurale.

Padre nobile della sinistra e voce sempre critica, non ha mai abbandonato del tutto la politica, partecipando, anche quando l’avanzare dell’età cominciava a farsi sentire, ai movimenti contro la guerra e contro la precarietà sul lavoro. Non lo ringrazieremo mai abbastanza per la fiducia che ripose anche in Sinistra e Libertà nel 2010 intuendo la necessità per la sinistra italiana di impegnarsi nella ricerca di nuove strade da percorrere.

Pietro Ingrao ci ha insegnato il coraggio di sognare. Anche noi, come lui, non abbiamo cambiato idea.

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