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Mercoledì, 1 luglio 2015

Polignano, aggressione omofoba. Pannarale: Il governo non può continuare a rinviare

Omofobia2_-Amnesty-International

Lo hanno aggredito con calci e pugni prima in piazza, poi all’interno del negozio di scarpe in cui si era rifugiato. Violenza fisica e insulti omofobi – “ricchione di merda” – urlati contro la vittima. “Un’aggressione così brutale a Polignano non la ricordo”, ammette il comandante della polizia municipale Maria Centrone. L’episodio è avvenuto in piazza Aldo Moro, a Polignano a Mare, lunedì scorso.

La zona era isolata dalle transenne per permettere le riprese di un film. La scena è stata ricostruita grazie alle telecamere di videosorveglianza del negozio e alle testimonianze dei commessi, a loro volta spintonati dagli aggressori dopo essere intervenuti in difesa del giovane.

«Condanniamo con sgomento e preoccupazione la vile aggressione omofoba avvenuta questa mattina contro un cittadino di Polignano, in provincia di Bari. Questi atti di odio e di insopportabile violenza non possono più trovare cittadinanza nella cronaca quotidiana di un paese civile, libero e inclusivo». E’ il commento della parlamentare pugliese Annalisa Pannarale.

«A pochi giorni dal Puglia Pride 2015 è ancora più urgente ribadire l’urgenza di una rete solida e diffusa di lotta e per il riconoscimento pieno dei diritti di autodeterminazione e di libertà di ogni donna e ogni uomo. – prosegue la parlamentare di Sel  – Bullismo e violenza omofobica si nutrono di silenzio complice e di pratiche grette e oscurantiste. Restiamo convinti che ogni percorso reale di profonda consapevolezza, di liberazione dall’intolleranza e dallo stigma sociale debba cominciare nella scuola pubblica. Il governo non può continuare a rinviare la questione fondamentale dell’insegnamento dell’educazione sentimentale, come previsto dalla Convenzione di Istanbul approvata dal Parlamento quasi due anni fa, e come già prevedono altri ordinamenti scolastici in Europa. Servono scelte strategiche e serie politiche culturali che sappiano educare al riconoscimento delle differenze e ad una affettività consapevole e responsabile».