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Mercoledì, 16 aprile 2014

Scegli l’Altra Europa con Tsipras…tutto il resto è Troika!

alexis-tsipras

Cara Elettrice, caro Elettore,
tra poco più di un mese ci saranno le elezioni europee e tutti gli esperti di sondaggi dicono che tu sceglierai tra due possibilità, due soltanto. O non ti recherai neppure a votare, oppure, se lo farai, darai il tuo consenso o a Renzi o a Grillo, senza via di scampo. Aggiungono poi che la tua decisione, quale che sia, avverrà all’ultimo momento, pochi giorni prima o poche ore, addirittura.

Si vota per l’Europa e forse mai come oggi elezioni che in passato vivevamo come secondarie e distanti diventano importanti per il nostro futuro. Più importanti ancora di quelle politiche, per il semplice fatto che ormai quasi tutte le scelte che contano partono da Bruxelles più che da Roma. E più quelle scelte sono determinanti per le nostre vite, più esse vengono fatte al di fuori delle istituzioni democratiche. Sono nelle mani di un gruppo più che ristretto di persone che non devono rispondere al Parlamento sovrano bensì all’andamento dei mercati, alle banche che contano, ai grandi gruppi assicurativi.

Il fiscal compact, ad esempio, è nato così. Le politiche dette di austerità sono nate così, e quasi tutti i governi (tra loro, i più ossequiosi, quelli italiani) hanno agito sotto dettatura. Secondo questa filosofia prima viene il rigore e poi la crescita. Dopo anni di crisi la Grecia, vero esperimento e laboratorio di questa politica, si trova ad essere un paese in vendita. L’altra possibilità è quella di abbandonare l’Europa, ogni paese va per proprio conto e contro l’altro, rispolverando vecchie monete e vecchie frontiere, si torna alle economie nazionali, persino regionali. Infine c’è l’altra strada, quella di costruire l’Europa a partire non dalla moneta ma dalla politica, portando le decisioni che pesano sulle nostre vite dai circoli ristretti delle oligarchie finanziarie alle aule del Parlamento dove si riflette la volontà popolare.

Ora, cara Elettrice e caro Elettore, le elezioni europee vengono raffigurate in Italia come un duello all’ultimo voto tra le prime due possibilità. Della terza, quella che si batte con il coraggio del cambiamento, un uomo come Alexis Tsipras (e noi con lui) non ti viene detto nulla se non lo vai a cercare con pazienza e con curiosità.

E’ la spettacolarizzazione della politica che lo richiede. Da una parte Renzi, l’uomo nuovo che imprime energia e velocità ad un paese assopito nella sua paralizzante rassegnazione, che alza in ogni momento la posta delle sue promesse e dei suoi annunci. Ma che sta dentro le righe di quella politica di austerità imposta dalla Troika di Bruxelles anche al suo governo. Dall’altra Grillo, l’uomo solo contro tutti e contro tutto, abile a cogliere ogni vantaggio da una cattiva politica che in questi anni si è distaccata sempre più dalla vita quotidiana delle persone. Ma che non propone una via d’uscita che non sia quella di distruggere semplicemente la realtà esistente. Il primo mette la propria nuova e dirompente energia dentro il barile ormai vuoto di una politica vecchia. Il secondo copre il vuoto di una proposta, che non ha, con il dileggio e l’insulto che culmina nella dialettica del vaffanculo.

Se ti fermi un attimo a pensarci, cara Elettrice e caro Elettore, sono due differenti tecniche di marketing elettorale essenziali l’una all’altra, speculari alla logica del duello. Tu devi startene seduto, tranquillo e possibilmente passivo, e alla fine premere, il giorno del voto, uno dei due mi piace. Lo farai, dicono ancora i sondaggisti, proprio all’ultimo momento, perché lo spettacolo dura in continuazione. Questo tipo di spettacolo non ha soste per il pensiero, non ha luogo per farsi un’idea propria, non ha voce per una critica ragionata. Richiede sempre e soltanto il tuo consenso, alla condizione che sia passivo, che non tolga lo splendore della scena ai duellanti. Ma il voto è tuo, è ancora tuo, tua la decisione e la scelta. Esercitala nel rispetto di te stessa, di te stesso, della tua voglia di capire, di andare più a fondo nella conoscenza delle cose che possono apparire distanti e che invece ti riguardano sempre di più. Poi, alla fine, deciderai secondo la tua coscienza. Ma esci dalla logica del duello che ti viene imposta e guardati attorno. Vedrai che un’altra Europa è possibile, perché è la tua Europa, quella che ti chiede di esistere, non di assistere. Tutto il resto è Troika!

 

Commenti

  • Edoardo da Genova

    Bene, bisognerebbe fare un volantino STAMPABILE.(possibilmente anche in B/N) Che TUTTI possano scaricare emettere nella cassetta della posta dei vicini.

  • Peppe Parrone

    E’ facile essere euroscettici o addirittura contro l’Europa, se dei Trattati si applicano soltanto le cose negative, vedi Fiscal Compact, Patto di Stabilità, ecc…ecc…. Per rimediare, portando la discussione su temi corretti, si può intervenire in tante direzioni, ma voglio citare solo un’ argomento che ritengo di vitale importanza. Posto che il debito pubblico è cominciato a crescere a dismisura non tanto per la spesa pubblica, ma da quella sciagurata idea di separare il Tesoro dalla Banca d’Italia ( si calcola che dal 1981 ad oggi la somma pagata sugli interessi si aggira attorno ai 3000 miliardi di euro ) penso quindi che uno argomento importante di questa campagna elettorale può essere il BLOCCO DELLA SPESA PER INTERESSI SUL DEBITO. Il “Trattato sul funzionamento dell’Unione europea”, e precisamente all’articolo 123 così recita: …. agli enti creditizi di proprietà pubblica che, nel contesto dell’offerta di liquidità da parte delle banche centrali, DEVONO ricevere dalle banche centrali nazionali e dalla Banca centrale europea lo stesso trattamento degli enti creditizi privati. Ora siccome per statuto la BCE non dà soldi direttamente agli stati, ma alle banche commerciali che poi li girano allo Stato aggiungendo gli interessi, facendo così aumentare il debito pubblico di circa 80 miliardi l’anno. A questo punto mi domando, perché in Italia non ci deve essere un ENTE CREDITIZIO DI PROPRIETA PUBBLICA, come esiste negli altri Paesi, e che nel rispetto dell’ art. 123 del Trattato potrebbe prendere i soldi direttamente dalla BCE e darli allo Stato facendo così risparmiare all’Italia oltre 70 miliardi l’anno ???????.

  • redazione

    grazie del suggerimento e lo faremo sicuramente.

  • Peppe Parrone

    Gentile redazione, sono un ex iscritto a SEL ma resto ancora un simpatizzante ed un convinto sostenitore della lista ” l’Altra Europa con Tsipras “. Fermo restando che apprezzo l’articolo di Nicola Fratoianni e che trovo condivisibile il suggerimento di Edoardo da Genova, posso avere una risposta chiara sul fatto che lo Stato potrebbe risparmiare circa 70 miliardi l’anno di interessi sul debito pur rispettando il Trattato europeo e precisamente al secondo comma dell’articolo 123 ??????? . A questo punto le cose sono due, o pensate si tratta di una balla, e quindi non se ne parla più, evitando brutte figure in campagna elettorale, oppure la cosa è molto seria, come io credo, e va presa nella giusta considerazione ed inserita nel programma della lista aiutando a dimostrare come un’ altra Europa ed un’altra Italia è possibile.

  • Ernesto

    Non capisco come potete ancora votare ancora un partito con a capo uno come vendola che scherza al telefono con quelli dell’ilva

  • Mario Iacobelli

    non capisco come ci siano ancora persone come te che credono di poter influenzare i frequentatori di questo sito,a noi interessano altri argomenti.

  • paolo

    Ed io vorrei capire perchè hai i tappi sulle orecchie !!!! farsi prendere x il culo io non ci sto più….. Ernesto ha perfettamente ragione ( -2 voti ) e ti assicuro che conosco tanta gente che non vota più sel

  • mpaola

    La netta sensazione, anche leggendo questo post è che si faccia sulle elezioni europee campagna elettorale nazionale. Non si ragiona in modo europeo, le questioni si riducono a euro si, euro no, o a Grillo si Grillo no. Il manicheismo che da anni ha imbrigliato il dibattito politico in Italia, domina sovrano con la povertà di argomenti cui si accompagna. Parlare di Troika o dire “sono (le istituzioni democratiche o le nostre vite?) nelle mani di un gruppo più che ristretto di persone che non devono rispondere al Parlamento sovrano” significa rilanciare e amplificare una posizione che accomuna grillismo populismo e leghismo, che si alimenta nel disagio sociale e trova largo credito nelle masse ormai acculturate e destrofile. E’ necessario invece fare informazione, spiegare come è nata l’U.E.e perchè, quanti fondi soprattutto con le politiche agricole negli anni settanta e ottanta, abbiamo preso e sperperato, quante opportunità l’U.E. ha offerto coi progetti di sviluppo e quante ne offre ancora ai giovani (i progetti Erasmus sono solo una minima parte); dire quali sono le funzioni e i compiti delle istituzioni comunitarie, su cui certo si deve intervenire in senso federalistico, le funzioni della Corte europea di giustizia, a cui ci appelliamo quando i nostri tribunali nazionali, ingolfati nella burocrazia, non assicurano più la certezza della giustizia. A leggere, poi, i candidati italiani, si resta sgomenti perchè il peggio dell’Italia sta prendendo la via di Strasburgo, nella miserevole illusione di poter mangiare anche da quella torta. Ma di quale Parlamento parliamo, di quale sovranità se i deputati candidati sono espressione di mafie e affaristiche pratiche che hanno defraudato la politica dei suoi nobili fini? Di questo si dovrebbe seriamente parlare, della possibilità di un’Europa più forte, più coesa, più solidale, più politica. Voterò Tsipras probabilmente ma senza gioia e senza grandi speranze.