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Martedì, 2 febbraio 2016

Sinistra italiana – Sel presenta l’interrogazione su Casa Pound: Governo risponda e prenda distanze da documento Viminale

CasaPound

Qual’è il giudizio del governo sulla nota della Polizia di Stato relativa a Casapound ? Il governo condivide le affermazioni e le considerazioni “giustificazioniste” utilizzate nel documento?

Sono alcune delle domande che i deputati di Sinistra Italiana – primi firmatari il capogruppo Arturo Scotto e i deputati Daniele Farina, Stefano Quaranta, Celeste Costantino, Alfredo D’Attorre – pongono al governo nell’interrogazione a risposta immediata in commissione che è stata presentata a Montecitorio, dopo le polemiche esplose per la diffusione sulla stampa di una nota del Viminale rivolta alla procura di Roma e relativa a Casapound.

I deputati di Sinistra Italiana chiedono inoltre che il governo prenda le distanze dai giudizi espressi nella nota, che sia avviata un’indagine interna e che si verifichi se ci sono i presupposti per una nuova direzione della Polizia di Prevenzione.

 

ECCO IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE:

 

Interrogazione a risposta immediata in commissione

Al Ministro dell’Interno

Per sapere, premesso che:

a quanto si apprende da organi di stampa nazionali il blog Insorgenze ha reso noto il documento (protocollo N.224/SIG. DIV 2/Sez.2/4333 dell’11 aprile 2015) con cui la Direzione centrale della Polizia di prevenzione, con sigla in calce del direttore centrale, prefetto Mario Papa, definisce CasaPound Italia una organizzazione di bravi ragazzi molto disciplinati, con «uno stile di militanza fattivo e dinamico ma rigoroso nel rispetto delle gerarchie interne» sospinti dal dichiarato obiettivo «di sostenere una rivalutazione degli aspetti innovativi e di promozione sociale del ventennio». Il documento è stato allegato dall’avvocato di CasaPound Italia in una causa civile che oppone la figlia di Erza Pound, signora Mary Pound vedova de Rachewiltz, a Gianluca Iannone, leader indiscusso della controversa formazione di “fascisti del III millennio”;

la signora Pound contesta da tempo l’uso del nome del poeta da parte dell’organizzazione. Il legale di CasaPound ha chiesto al giudice di acquisire informazioni sulla natura del gruppo politico al ministero dell’Interno. Dall’ordinanza emessa dalla giudice Bianchini è scaturita la nota della Polizia di prevenzione che i fascisti di via Napoleone III stanno tentando di utilizzare come un biglietto da visita anche in altre cause vista la frequenza con cui personaggi vicini a Cpi affollano i titoli delle cronache nere;

il testo della informativa pubblicato integralmente su Insorgenze fa ricorso ad un’abile strategia linguistica evitando in modo sistematico l’utilizzo della parola fascismo, né tantomeno il riferimento che si trattasse di una dittatura, “al suo posto si usa un sinonimo neutralizzante come «ventennio», di cui si da acriticamente atto della possibilità di rivalutarne «gli aspetti innovativi di promozione sociale» – si può leggere nell’analisi redatta dal blog – la prosa, del tutto inusuale per una nota informativa degli organismi di Polizia, lascia trasparire una chiara empatia, quasi una sorta di compiacimento che rasenta l’agiografia quando si valorizzano le capacità politiche del gruppo «facilitato dalla concomitante crisi delle compagini della destra radicale e dalla creazione di ampi spazi politici che Casa Pound si è dimostrata pronta ad occupare». Il passaggio successivo è palesemente compiacente: «Il risultato è stato conseguito anche attraverso l’organizzazione di innumerevoli convegni e dibattiti cui sono frequentemente intervenuti esponenti politici, della cultura e del giornalismo anche di diverso orientamento politico»”;

in seguito, si valorizza la «progettualità» chiaramente xenofoba del gruppo «tesa al conseguimento di un’affermazione del sodalizio al di là dei rigidi schemi propri delle compagini d’area», come se in passato tra le “compagini d’area” non ci fossero state alleanze politico-elettorali con il centrodestra. Prova ne sarebbero – prosegue la nota – «le recenti intese con la Lega Nord, di cui si condividono le istanze di sicurezza e l’opposizione alle politiche immigratorie, con la creazione della sigla “Sovranità – Prima gli Italiani” a sostegno della campagna elettorale del leader leghista»;

dal punto di vista politico è quanto illustrato il fulcro della informativa, redatta in prossimità di quello che i giornali hanno definito il «patto del Brancaccio», ovvero alla venuta di Salvini a Roma. La velina descrive «l’impegno primario» di CasaPound volto alla «tutela delle fasce deboli attraverso la richiesta alle amministrazioni locali di assegnazione di immobili alle famiglie indigenti, l’occupazione di immobili in disuso, la segnalazione dello stato di degrado di strutture pubbliche per sollecitare la riqualificazione e la promozione del progetto “Mutuo Sociale”». E se non li conoscete: «L’attenzione del sodalizio è stata rivolta anche alla lotta al precariato ed alla difesa dell’occupazione attraverso l’appoggio ai lavoratori impegnati in vertenze occupazionali e le proteste contro le privatizzazioni delle aziende pubbliche»;

la strategia dissimulativa e imitativa di CasaPound viene descritta nella nota come un ampliamento delle tematiche di intervento «in passato predominio esclusivo della contrapposta area politica, quali il sovraffollamento delle carceri, o la promozione di campagne animaliste contro la vivisezione e l’utilizzo di animali in spettacoli circensi» e per finire ci sono anche gli aspetti ludici;

riguardo agli atti di violenza ascrivibili al gruppo, la tesi del documento è quella di addossarne la colpa a militanti indisciplinati magari troppo facinorosi per via della frequentazione delle curve ultras «ambito in cui l’elemento identitario si coniuga a quello sportivo divenendo spesso il pretesto per azioni violente nei confronti di esponenti di opposta ideologia anche fuori dagli stadi». CasaPound, associazione «rigorosa nel rispetto delle gerarchie interne», non c’entra. «Il sodalizio organizza con regolarità, sull’intero territorio nazionale, iniziative propagandistiche e manifestazioni nel rispetto della normativa vigente e senza dar luogo ad illegalità e turbative dell’ordine pubblico». L’utilizzo della violenza, inoltre, è considerato come una conseguenza, attribuendo la responsabilità alla sinistra radicale che “sotto la spinta del cosiddetto ‘antifascismo militante’ non riconosce il diritto alla agibilità politica” alle formazioni di estrema destra-:

se non ritenga necessario ed urgente assumere chiare distanze dalla posizione espressa nel documento della Direzione centrale della Polizia di prevenzione, con sigla in calce del direttore centrale, prefetto Mario Papa, e avviare un’indagine interna volta ad appurare al più presto se ricorrano o meno i presupposti per procedere alla rimozione dell’incarico del Prefetto.

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