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Venerdì, 31 gennaio 2014

Yo decido, la risposta delle donne spagnole contro la legge anti-aborto di Rajoy

Yo decido

Yo decido. E’ questo lo slogan che le spagnole hanno scelto per affermare la libertà e l’autodeterminazione delle donne quando il primo Febbraio il treno della libertà partirà da Madrid e arriverà a Parigi, Bruxelles, Firenze, Roma e Milano e in tante altre città.

Alla fine del 2013 le donne spagnole come regalo di fine anno hanno ricevuto dal governo Rajoy una legge che, se venisse approvata, limiterebbe la possibilità di interruzione di gravidanza ai casi di stupro o di pericolo per la salute della madre. Un balzo indietro enorme se si pensa alla legge Zapatero del 2010 all’avanguardia in Europa sulla salute e i diritti riproduttivi delle donne.

Una scelta oscurantista quella di Rajoy per cancellare l’autodeterminazione delle donne che ha rivoluzionato in profondità relazioni tra i sessi e modelli sociali. In Italia l’oscurantismo vive attraverso lo svuotamento della legge 194 con la pratica dell’obiezione di coscienza che abbiamo denunciato ormai da mesi con la nostra mozione in parlamento. Un’obiezione trasformata da possibilità a regola, che al sud sfiora il 90% e che spesso è la condizione per le assunzioni e le progressioni di carriera dei giovani medici.

Il controllo del corpo e della vita delle donne è da sempre stato utilizzato da governi laici e confessionali, conservatori e autoritari, come strumento di controllo sociale: il patriarcato come principio ordinatore dei modelli sociali. Al contrario è la libertà delle donne la misura della modernità: non a caso le nuove Costituzioni dei paesi del Magreb vengono lette anche dai costituzionalisti in questa chiave. L’Europa dei padri fondatori rischia oggi di essere travolta dalla somma di populismi, rigurgiti nazionalisti, xenofobia e razzismo, vagheggi di ritorni verso piccole patrie.

Travolta la civiltà del lavoro, travolta la cittadinanza europea della carta di Nizza, travolto lo stato sociale. L’attacco alla libertà delle donne ne è il segno e la libertà delle donne può esserne l’argine. Per questo è particolarmente preoccupante, oltre che un errore, la bocciatura della risoluzione Estrela presentata al parlamento europeo, agevolata da qualche astensione del partito democratico: la libertà di essere madri alimenta la qualità della democrazia. Quella libertà la si può negare con la legge di Rajoy, con l’obiezione di coscienza e anche negando alle donne lavoro, welfare, servizi, autonomia. Ma l’orologio della storia scritto dalle donne non può tornare indietro.

È questa la sfida che donne e uomini in Italia e in Europa hanno davanti e riguarda la sopravvivenza del modello sociale europeo. E’ questo il senso dell’appello che si sta diffondendo “womanareurope“. E’ questa la battaglia che non possiamo permetterci di perdere perché in gioco c’è il benessere di tutti.

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  • Stefano Fuschetto

    Stefano Fuschetto