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Giovedì, 13 marzo 2014

Acqua Pubblica, da Sel un progetto per tradurre in legge l’esito del referendum

acqua

Due proposte, una alla Camera e una al Senato, per tradurre in legge dello Stato l’esito del referendum sull’acqua di tre anni fa con l’obiettivo di «arrestare i processi di privatizzazione dell’acqua», partendo dal caso emblematico di Acquedotto pugliese e puntando alla costituzione di un’azienda pubblica regionale in Puglia. L’iniziativa è stata presentata a Montecitorio dal leader di Sel Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia, e dai primi firmatari delle due proposte di legge, Dario Stefano, presidente della Giunta delle elezioni di Palazzo Madama, e dal deputato Nicola Fratoianni.

«Prima, dell’acquedotto pugliese si diceva che dava più da mangiare che da bere; è sempre stato accompagnato da un’ombra di ramificazioni clientelari. Ora e’ tornato famoso per i suoi usi idrici, è l’unica azienda pubblica che ha avuto un rating innalzato da Standard & Poor’s, è in attivo, e in 8 anni ha compiuto dal punto di vista della sua modernizzazione un salto straordinario di qualità», ha spiegato Vendola.

Il presidente della Regione porta infatti l’acquedotto pugliese come esempio per far capire che l’intero servizio idrico andrebbe affidato alla gestione pubblica.

«Una nazione si costruisce con le ferrovie e con gli acquedotti. L’acquedotto lombardo ha 150 km di rete, quello pugliese 20 mila. E’ una delle più grandi opere pubbliche d’Europa. Sono le proporzioni di un’opera che doveva servire ad affrontare le caratteristiche di una grande regione del Sud priva di risorse idriche. Oggi è un’azienda sana e non esiste un’azienda privata che possa vantare i risultati di questa azienda pubblica», ha concluso Vendola.

Intanto anche a Roma si discute di acqua.  Il Consiglio regionale del Lazio, presieduto da Daniele Leodori (Pd), ha approvato cinque articoli della proposta di legge di iniziativa referendaria sulla tutela e la gestione dell’acqua pubblica. È stato raggiunto un accordo di massima fra la maggioranza, l’opposizione del M5S e i rappresentanti dei cittadini che hanno proposto il provvedimento. L’accordo prevede un numero limitato di emendamenti tesi, come ha dichiarato l’assessore all’Ambiente, Fabio Refrigeri, a «garantire la costituzionalità della legge». Gli articoli approvati riguardano i principi generali, la tutela e la pianificazione, il governo pubblico del ciclo integrato dell’acqua, la creazione di un fondo regionale per la «ripubblicizzazione» dell’acqua. La seduta Del Consiglio riprenderà lunedì 17. 

Commenti

  • Valium

    E l’inceneritore di Parma è un ottimo esempio di gestione __________.

  • Gabriella

    Ma Sel deve pubblicizzare le cose buone che fa. Che ci vuole a preparare un volantino a livello nazionale e che i circoli nei territori
    possono scaricare e distribuire

  • Valium

    Se si investe nella comunicazione dobbiamo pensare a un’app per tablet. Vendola utilizzò bene facebook per le regionali e l’effetto fu enorme. È necessario sviluppare una trovata che vada oltre SelMade e SelTv, i volantini ormai non attirano quasi più.

  • Giuliano

    L’esito di quel referendum (quello sul secondo quesito che proponeva l’abrogazione della remunerazione dal capitale investito) è tutto da attuare, perchè in realtà – abolendo il profitto – indicava alle Istituzioni democratiche che i servizi idrici vanno gestiti tramite aziende pubbliche, fuori dalle logiche e dagli affari del libero mercato (e tramite un controllo democratico dei Consigli Comunali e dei
    cittadini, perchè – come dimostra il passato… – anche un’azienda pubblica può essere gestita male, scegliendo dirigenti incapaci, facendo assunzioni clientelari, sprecando denaro pubblico, alimentando
    corporativismi e conseguenti privilegi, ecc): questa indicazione può essere realizzata solo tramite un’ALTRA POLITICA, capace di diventare maggioritaria in Parlamento (per approvare una legge nazionale di sostegno ad un percorso di ripubblicizzazione e di ritorno della finanza pubblica negli investimenti indispensabili per garantire questo bene comune fondamentale – gli acquedotti pubblici – anche alle generazioni future), nelle Regioni (per aiutare anch’esse un percorso di ripubblicizzazione) e nei Comuni che (essendo i proprietari degli acquedotti) sono indispensabili per dare forza a questa volontà politica del 95% degli italiani che hanno votato SI in quel referendum.

    Per questo, a mio parere, è di fondamentale importanza che il Coordinamento nazionale dei Comuni per la ripubblicizzazione dei servizi idrici non rimanga rappresentativo di pochissimi e piccolissimi Comuni e che diventi espressione di una maggioranza degli 8.200 Comuni (ed in particolare di tanti Comuni capoluoghi di provincia che – nel bene e nel male – svolgono un ruolo di “traino politico/istituzionale” per gran parte dei piccoli Comuni).

    Giuliano Ciampolini, militante di base del movimento per la ripubblicizzazione dei servizi idrici.
    P.S.
    – Chi vuole una mia proposta di MOZIONE da proporre ai Consigli Comunali, mi scriva al seguente indirizzo: giulianociamp@gmail.com