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Martedì, 20 ottobre 2015

Bologna, sgomberata la ex Telecom. Sel: atto irresponsabile. Interrogazione al Governo per chiedere rimozione di prefetto e questore

bologna

«Siamo preoccupati di quello che la Procura sta facendo. Si sta creando una situazione che mina il livello di pace sociale all’interno della città, di Bologna, questo è drammatico». Attacca la Procura la coordinatrice Sel di Bologna, Egle Beltrami, bollando i magistrati di essere “irresponsabili” per lo sgombero di questa mattina al palazzo dell’ex Telecom di via Fioravanti, dove un ingente spiegamento di Forze dell’ordine sta lavorando per sgomberare dall’edificio dagli occupanti con famiglie e decine bambini.

In un’intervista ai microfoni di Radio Città del Capo, la coordinatrice di Sel spiega così  la sua posizione: «C’è bisogno di un intervento forte della politica per trovare una soluzione. C’è bisogno di assegnare una casa alle persone che sono in mezzo alla strada, ma anche di una relazione diversa con la Procura. Agire in questo modo per me è irresponsabile», afferma Beltrami. Che subito dopo aggiunge: “Mi rendo conto che è abbastanza forte ma in via Fioravanti ci sono dei bambini, dei minori, 300 persone in uno stabile occupato. A distanza di due giorni da un altro sgombero, queste persone si ritrovano senza niente, senza un tetto. Il Galaxy e altre soluzioni messe in campo grazie agli assessori Amelia Frascaroli e Riccardo Malagoli del Comune di Bologna possono tamponare in qualche modo questa esigenza, ma ci troviamo di fronte a una realtà che sarà molto complesso gestire».

Per la coordinatrice di Sel, quello che è impressionante sono i numeri. «A distanza di due giorni, numeri come 300 persone improvvisamente si ritrovano in mezzo a una strada. Se domani viene sgomberato un altro edificio arriviamo a 500, forse a 600. Come si fa a gestire una situazione del genere? Se procediamo per questa strada altre situazioni ce ne sono, ci sono altre realta’ che possono subire uno sgombero da un giorno all’altro».

Secondo Beltrami, di questa situazione si deve fare carico la politica e «tutta l’area metropolitana di Bologna, dove c’è un’emergenza abitativa che è di tutti». Dice infatti la coordinatrice di Sel sotto le Due Torri: «Ci vuole un intervento dei sindaci dell’area metropoltana, serve un messaggio politico forte nei confronti del Governo nazionale, affinche’ si possano snellire le procedure per avere a disposizione degli alloggi». Ma soprattutto, conclude Beltrami, «c’è bisogno di una risposta della politica che dica se è giusto, civile, legittimo, e se va bene sgomberare edifici con una così alta concentrazione di persone e minori all’interno, senza dare la possibilità di avere una strategia per la loro ricollocazione». E questo è un altro attacco all’indirizzo di chi ha deciso di eseguire questo sgombero. Chi è che deve dare questa risposta, il Pd? «Il Pd perché è il partito di maggioranza che governa in questa città e governa anche a livello nazionale. L’amministrazione ha fatto tutto il possibile per cercare di trovare delle soluzioni ma va sostenuta perché altrimenti rimane isolata».

Alla Camera  Sel ha depositato una interrogazione urgente al ministro degli Interni Alfano a firma di Arturo Scotto (capogruppo Sel Camera), Nicola Fratoianni (coordinatore nazionale Sel), Giovanni Paglia (deputato Sel Emilia Romagna), sul caso dello sgombero dell’Ex Telecom e degli altri sgomberi che si stanno succedendo nelle ultime settimane a Bologna.

 

TESTO INTERROGAZIONE

 

Premesso che

Stamattina a Bologna è stata sgomberata l’occupazione a scopo abitativo dell’ex Telecom di via Fioravanti.

Nell’immobile avevano trovato riparo almeno 80 minori e le loro famiglie a partire da dicembre 2014, in assenza della possibilità di reperire un alloggio sulla base delle loro disponibilità economiche.

Bologna è infatti una città a riconosciuta tensione abitativa, aggravata dalla crisi economica, che ha colpito soprattutto lavoratori, donne e migranti.

La disponibilità di una casa rappresenta la condizione minima per poter godere di un diritto umano fondamentale quale quello alla frequenza scolastica, come riconosciuto anche dalla giurisprudenza.

Il Comune di Bologna aveva più volte e pubblicamente ribadito di non essere nelle condizioni di offrire una soluzione abitativa ai residenti nelle diverse occupazioni presenti in città.

Era quindi nota in città la presenza di minori iscritti a scuola e delle loro famiglie nell’immobile sgomberato, così come l’assenza di diverse possibilità di alloggio.

Nonostante tutto, la questura ha deciso di procedere ad un altro sgombero dopo quello della scorsa settimana in via Solferino, nonostante i problemi già verificatisi in quell’occasione.

Chiede

Se vista l’evidenza di interventi attuati ripetutamente senza il coinvolgimento delle istituzioni locali e mettendo a rischio diritti costituzionalmente garantiti, non ritenga di dover rimuovere prefetto e questore di Bologna dal loro incarico.

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