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Venerdì, 25 settembre 2015

Contro le trivelle unanime sì dall’Abruzzo, e le regioni diventano sei

trivelle

Dopo il “si” e l’adesione di Basilicata, Marche, Puglia, Molise e Sardegna anche l’Abruzzo pone il suo “si” al referendum contro il “Decreto Sviluppo” e il “Decreto Sblocca Italia” affiancandosi a tutti i movimenti ambientalisti che negli ultimi mesi hanno lottato intensamente per la tutela del loro territorio e contro il progetto Ombrina Mare.

In Consiglio regionale, ieri, è stata approvata la richiesta di referendum per l’abrogazione dell’articolo 35 del decreto legge n. 83 del 2012 “Decreto Sviluppo”, che permette le ricerche petrolifere anche entro le 12 miglia della linea di costa. Inoltre il Consiglio abruzzese approva la richiesta di referendum per l’abrogazione dell’articolo 38 del “Decreto Sblocca Italia” regolando le autorizzazioni e gli espropri sulle ricerche ed estrazione degli idrocarburi nel sottosuolo e in mare.

Il Sottosegretario con delega all’ambiente e Capogruppo di SEL Mario Mazzocca dopo la giornata di ieri ha dichiarato: «Molte norme di questi decreti, in particolare quelle dell’articolo 35 del “Decreto sviluppo” sono dettate da motivazioni emergenziali, una prospettiva questa in cui si collocano sempre più spesso i governi nazionali di fede neoliberista al fine di ridurre, oggettivamente, gli spazi di democrazia delle comunità e delle istituzioni locali su quelle scelte che vanno a condizionare il loro ambiente e dunque la loro vita. Ecco perché Sinistra Ecologia Libertà ha sostenuto da subito la proposta avanzata dai coordinamenti No Triv e A Sud, ma anche da altre associazioni ambientaliste, per la richiesta dei referendum abrogativi. Si tratta di un altro impegno concreto contro la petrolizzazione dell’Adriatico, che premia l’azione in materie ambientali sostenuta da SEL all’interno di questa maggioranza di governo regionale».

Allo stesso modo il Coordinatore Regionale di SEL Abruzzo Tommaso Di Febo afferma: «Per SEL Abruzzo è positivo il voto favorevole di oggi del Consiglio regionale che ha approvato la richiesta di referendum abrogativo per l’abrogazione dell’articolo 35 del decreto legge n. 83/2012, proposto dal coordinamento No Triv e A Sud e sostenuto da tantissimi altre associazioni. Questo è un passaggio importante e fondamentale per continuare la battaglia contro le trivellazioni. Il Governo Renzi che ha scelto la strada della petrolizzazione con le decisioni assunte, oggi si trova di fronte ad un fatto nuovo, le deliberazioni delle regioni come l’Abruzzo, il Molise, la Puglia, le Marche, la Basilicata ed altre, che aprono la strada al referendum abrogativo dell’art. 35 del “Decreto Sviluppo”. Dopo le tante manifestazioni e iniziative di contrarietà alle trivellazioni che sono state organizzate in questi anni, si apre uno scenario nuovo dove i cittadini potranno dire la propria, attraverso il referendum, per impedire queste decisioni catapultate dall’alto da parte del governo».

Il 30 settembre, ultima data utile, le regioni aderenti depositeranno i quesiti referendari presso l’ufficio centrale della Corte di Cassazione. In attesa di adesione sono ancora la Calabria, che vedrà riunito il Consiglio il prossimo 28 settembre, il Veneto, la Liguria e l’Umbria (che ha visto un primo rinvio sulla tematica). Caso ancora acceso invece in Campania dopo la polemica sollevata dal Coordinatore regionale di SEL Salvatore Vozza che, anche in concomitanza con le forti dichiarazioni di Roberto De Filippis del Coordinamento Irpino No-Triv, denunciava la tardività della riunione del Consiglio, che si terrà il prossimo 29 settembre.

Il responsabile nazionale Ambiente di SEL Marco Furfaro, alla luce di quanto sta avvenendo in questi giorni, riafferma con forza: «Il governo ora metta in campo una moratoria e blocchi ogni autorizzazione, non chiuda gli occhi di fronte al fatto che sono anche e soprattutto le maggioranze di centrosinistra a chiedergli di fermarsi. Se non lo farà, saranno i cittadini italiani con il referendum a fermare la svendita dei nostri mari alle multinazionali del petrolio. Sel sarà al fianco dei cittadini nella battaglia istituzionale e referendaria».

 

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