Sei in: Home › Attualità › Notizie › Corrispondenza sulla Costituzione con Grazia Tuzi
Mercoledì, 29 aprile 2015

Corrispondenza sulla Costituzione con Grazia Tuzi

costituzione-applicarla

Pubblichiamo la bellissima e accorata corrispondenza sulla Costituzione, che Nicola Fratoianni ha avuto con Grazia Tuzi, che ringraziamo pubblicamente, nipote di Laura Portoghesi Tuzi.
Laura Portoghesi Tuzi ospitò a casa sua, nell’Italia del dopoguerra, un gruppo di intellettuali e politici, impegnati sulla redazione della nostra Carta Costituzionale.
Crediamo abbia un senso profondo pubblicare questa corrispondenza politicamente densa, proprio in queste ore in cui si sta infiammando il dibattito intorno alla nuova legge elettorale, al ruolo del Senato, all’equilibrio dei poteri nello Stato.
L’assurda decisione del governo Renzi di sostituire in Commissione Affari Costituzionali i 10 deputati dissidenti del PD è un atto grave, lesivo della dignità di tutto il Parlamento, del mandato dei deputati e della Carta Costituzionale, dal momento che Renzi pensa di poter utilizzare le Camere e i deputati a proprio piacimento, quasi come si trovasse nella direzione del suo partito.
E vogliamo condividere l’appello di Grazia, ricordando come fa lei, che Dossetti aveva proposto di inserire in Costituzione il “diritto alla resistenza individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali”.

Caro Nicola Fratoianni,

sono Grazia, nipote di una donna straordinaria, Laura Portoghesi, che nel dopoguerra decise di dare il suo contributo alla ricostruzione del Paese ospitando nella sua casa un gruppo di Costituenti (tra cui Dossetti, La Pira, Lazzati, Bianchini, Fanfani, Gotelli) che contribuirono prima alla Liberazione dell’Italia e poi diedero un’impronta fondamentale all’elaborazione della nostra Carta Costituzionale. Come ha scritto Raniero La Valle quell’accoglienza fu così importante nel lavoro della stesura della Costituzione che “di qualche articolo si potrebbe dire in quale stanza della casa fu scritto”.
Le nostre madri e i nostri padri costituenti lavorarono con grande lena per erigere la “casa comune” sulle fondamenta della verità, secondo giustizia con sconfinato amore e rispetto per la libertà.

Una Costituzione che non è solo un susseguirsi di principi giuridici ma che racchiude in sé un bellissimo progetto di Paese, una comunità solidale, basata sui valori della democrazia e dell’uguaglianza. Lo straordinario rilievo della nostra Carta sta nel fatto di fondare ogni articolo sulla persona umana e sulla sua dignità. Una società basata su una democrazia sostanziale nel segno della giustizia che vuole essere al contempo sociale ed economica, dove la risoluzione dei bisogni primari -la fame, il lavoro, la scuola e la salute- sono al centro del progetto politico.
La superficialità, l’arroganza e la leggerezza con cui si sta mettendo mano alla riforma costituzionale e alla legge elettorale, in nome di una presunta efficienza e modernità, atterrisce.
Come ricordava Dossetti, la Costituzione è soprattutto una sorta d’impegno verso i molti che durante la guerra e la Resistenza diedero la loro vita cercando un futuro più giusto per l’Italia. Ricordo che quando nel 1994 Berlusconi provò a cambiarla (nulla rispetto allo scempio dell’attuale riforma) lui da monaco non esitò a far sentire la propria voce per difenderla. Denunciò e avanzò il sospetto che “la denigrazione aprioristica e molto confusa del nostro patto costituzionale fosse diventata in realtà facile pretesto non all’impossibilità ma all’incapacità di governare e di avviare gradualmente la nostra comunità nazionale”. (1995)

E quanto attuali sono le parole da lui rivolte al progetto di riforma berlusconiano quando scrive: “Gli assalti alla sovranità ‘mitica’ che seduce il popolo ma in sostanza lo viola e lo delegittima avrà come conseguenza il passaggio da una democrazia rappresentativa parlamentare con le sue mediazioni dialogiche a una democrazia populista a influenza mediatica”.
Purtroppo se tali riforme passeranno, è questo ciò che accadrà.

Se si voleva superare il bicameralismo perfetto si poteva pensare ad una Camera Alta formata da figure qualificate ed elette, che si occupassero di questioni rilevanti, etiche economiche e sociali, capaci di difendere uno Stato sociale di Diritto. Con queste riforme, in nome di una presunta modernità, si stanno distruggendo tutte le garanzie democratiche previste dai Costituenti.
E se Dossetti, La Pira e Lazzati già denunciavano l’incapacità di pensare politicamente, ciò che sta avvenendo ora dimostra l’esaurimento intrinseco di tutta una cultura politica e dell’etica conseguente. E’ sufficiente ascoltare le ragioni dei promotori della riforma per comprendere il vuoto che c’è dietro.

E allora mi auguro che al momento del voto sappiate dimostrare che la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa e l’etica politica non sono valori negoziabili.
Mi auguro ch voterete secondo coscienza ricordando le tante persone che hanno sacrificato la loro vita per offrirci quella libertà ch celebreremo il prossimo 25 aprile.
E visto ch, in base all’art. 67 della Costituzione, “ogni membro del Parlamento rappresenta la nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato”, ricordate che ognuno di voi sarà responsabile del proprio voto davanti ad ogni cittadini, anche davanti a quelli che sacrificarono la loro vita per costruire un’Italia migliore.
Non dimenticate mai che i principi e i valori sanciti dalla nostra costituzione non potranno sopravvivere se questa non sarà assunta con amore, così come con amore è stata scritta.

Grazia Portoghesi Tuzi

Gent.ma Grazia,

la ringrazio davvero tanto per aver voluto scrivermi una lettera che mi ha fatto molto riflettere.
Per parte mia, e per parte del partito che rappresento, posso dirle che stiamo facendo il possibile per tutelare e far applicare la Costituzione più bella del mondo.
Siamo una piccola parte, oggi, nel nostro paese, a voler continuare a tutelare la Costituzione, perché probabilmente manca la consapevolezza diffusa che la Carta sia la pietra angolare del nostro stare insieme. Come giustamente dice lei, non un susseguirsi di principi, ma un progetto di paese, un’idea di comunità, basata sui diritti e sul lavoro. Proprio quel lavoro bistrattato dalle ultime riforme del governo.
Il lavoro da fare è tanto, soprattutto da un punto di vista formativo e informativo. Noi continueremo a fare la nostra parte.
Saluti
Nicola Fratoianni

Gent.mo Nicola,
non avevo dubbi sul fatto che mi avrebbe risposto. Ogni volta che ho avuto occasione di sentirla in televisione ho percepito una grande sintonia di pensiero.
Con la mia lettera vorrei scuotere le coscienze, per primo quelle dei parlamentari e poi quelle di ogni cittadino. Credo che ognuno di noi dovrebbe lottare per difendere la nostra Carta Costituzionale che come lei giustamente dice è “la più bella del mondo”.

Non so se lei sa che, il 21 novembre del 1946 Dossetti propose alla discussione dei costituenti un articolo, poi non inserito, sul “diritto alla resistenza”. L’articolo affermava che: “La resistenza individuale e collettiva agli atti dei pubblici poteri che violino le libertà fondamentali e i diritti garantiti dalla presente Costituzione, è diritto e dovere di ogni cittadino”.
Per i dossettiani la difesa dei diritti fondamentali era il cardine della Carta e del loro progetto Paese.
L’articolo 1 lo propose La Pira, per il quale il lavoro aveva un valore sacro. Come lui era solito sostenere nessuno può, in base ad una visione tecnicamente sbagliata e moralmente pagana dell’economia violare questo valore umano così alto, che oltretutto è alla base del nostro edificio costituzionale, sociale e politico”.
La Pira, nel 1951, da sindaco di Firenze stette a fianco dei 2000 operai della Pignone che erano stati licenziati. Con loro occupò la fabbrica e non si dette pace finché non convinse Mattei a comprarla e a riassumere tutti gli operai.
Provo un grande fastidio quando Renzi si presenta come l’erede di La Pira. E’ vergognoso che dica una cosa del genere.

Parlano di Costituzione vecchia, ma visto che guardano agli Stati Uniti come modello da seguire perché non si informano sulla data della loro Carta? E’ del 1787 e da allora sono stati modificati, dopo attenti studi, soltanto 21 articoli. Ho letto con attenzione gli atti dell’allora Assemblea Costituente e so con quanta sapienza, quanta umanità e quante discussioni filosofiche e politiche sono state scelte le singole parole che compongono i diversi articoli. Se si ascoltano ora le discussioni sulla riforma costituzionale si percepisce il vuoto assoluto.
Da piccola mia nonna mi raccontava di quel periodo straordinario con orgoglio e con passione. E quando qualcuno le diceva come fai a sopportare tutta questa gente in casa lei rispondeva “Lasciamoli stare, stanno rifacendo l’Italia”.

Smantellare la Costituzione significa rendere nulli tutti i diritti conquistati anche grazie alle lotte dei nostri partigiani. E allora, penso che sia nostro dovere combattere questi falsi profeti e reclamare quel “diritto alla resistenza” di cui parlava Dossetti.
Mi fa molto piacere che lei voglia diffondere la mia lettera. Mi auguro che serva a far capire a tutti coloro che hanno perso la speranza che è arrivato il momento di tornare a Resistere! Credo che scrivere ai deputati dissidenti o incerti serva a fargli capire che le persone reclamano coerenza.
un caro saluto
Grazia

Commenti