Sei in: Home › Attualità › Notizie › Dall’Assemblea di Tilt! ad Orvieto un messaggio: ridare significato alle parole e oggi già politica
Lunedì, 16 novembre 2015

Dall’Assemblea di Tilt! ad Orvieto un messaggio: ridare significato alle parole e oggi già politica

Tilt-Orvieto

Il luogo dell’incontro nazionale di Tilt quest’anno era Orvieto. I giorni sono stati quelli fatali del week end segnato col sangue a Parigi, nella notte del 13 novembre, dall’infamia dell’azione terroristica, che ha strappato la vita a tanti giovani europei. Cristiani, musulmani, senza fede. E ha gettato nel caos, una volta di più – e in modo forse irreversibile – il senso della rassicurante quotidianità del vivere, così tipica, sia pure con le sue differenze interne, di questa parte del mondo. Il “nostro” mondo. Colpirlo nei suoi luoghi di incontro, nelle sue sicurezze metropolitane, nei suoi percorsi di vita quotidiana, fa la differenza – questa una delle domande ricorrenti a Orvieto – rispetto ad altre vicende di sangue, di cui si sono resi protagonisti in questi mesi gli stessi adepti dello Stato Islamico?.

Parigi è venuta dopo Beirut, dopo l’aereo russo caduto sul Sinai, per azione terroristica rivendicata dal Califfato nero, dopo stragi feroci, di ogni tipo, perpetrate senza distinzione di religione o appartenenza etnica, in luoghi solo apparentemente lontani, ma in realtà mai cosi vicini a noi, come quelli al cui interno sono maturate – spesso per responsabilità preponderante dell’Occidente – le ragioni del caos geopolitico che incombe e ci assedia ormai fin dentro le nostre città.

Lontananza e vicinanza. Che cosa rende più dolorosa per noi, e a noi sentimentalmente più contigua, la morte violenta di persone che non conosciamo personalmente ma che percepiamo come interni al nostro mondo di riferimento? E come sottrarci a questi automatismi, che ci fanno vedere solo di sghembo il mondo, facendo invece i conti con la vulnerabilità della vita e delle vite, che ci accumuna oggi come non mai, nei meccanismi di interdipendenza che governano nel e col caos il mondo globalizzato? Fare i conti con quanto di umano – antico e profondo, forse ancestrale – ci sia nel sentimento di dolore di vicinanza e quanto di umano contemporaneo ci sia nel tentare di costruire sentimenti di vicinanza nella lontananza.Una scommessa di nuova civiltà e per sopravvivere ai disastri dell’anima.

Di questo si è discusso a Orvieto, nell’assemblea politica di sabato 14 e del giorno dopo: del come affrontare la qualità dirompente del sentimento di lutto e cordoglio che all’improvviso sembrava avere la forza di spiazzare le ragioni, le modalità, gli obiettivi che stavano alla base dell’incontro. Rendendo inintelligibili i sentimenti positivi che a quell’incontro avevano dato senso e forza. Che invece sono stati riconquistati proprio facendo i conti con quanto era successo a Parigi. La forza della passione politica, si sarebbe detto in altri tempi. Oggi non so come dirla ma so che è stata una bella esperienza.

L’incontro aveva l’emblematico titolo “Pratiche”, ed era dedicato alle esperienze di accoglienza, mutualismo, innovazione che si danno sui territori. Esperienze di grande importanza e più diffuse di quanto il grande circo politico-mediatico, sempre in altro occupato, ci faccia conoscere. In più si tratta di esperienze che hanno al centro, non di rado e non per caso, l’impegno straordinario di giovani attivisti e attiviste, che ridisegnano sul campo le coordinate di una nuova visione del mondo. E anche di giovani che rivestono ruoli nelle amministrazioni locali ma restano capaci di tenere insieme, come progetto e come pratica, lo spazio istituzionale con lo spazio dell’ esterno e i crescenti problemi sociali ed esistenziali che là prendono corpo. Giovani impegnati insomma nel tentativo di fare del ruolo istituzionale una leva di cambiamento e non solo un modo di collocarsi da qualche parte a far finta di rappresentare il non più rappresentabile. Tentare questo non è affatto facile, come si sa, ma mai come oggi dovrebbe essere uno dei punti di forza da cui far ripartire la sinistra, ridarle legittimità e credibilità. Tilt, i suoi, le sue giovani, provano a fare questo, con molta ostinazione e serietà – un che di antico e molto di contemporaneo, nel modo di operare, di dire, di comunicare – e cercando di instaurare un rapporto radicale e diretto con la nostra attualità storica, con lo sfuggente e ambiguo materiale del presente. E cercando insieme di non arrendersi ad esso. Il che, ancora, non è affatto facile.

In questi giorni l’attualità storica ha assunto il volto feroce dell’azione terrorista volta a infliggere una morte violenta, con armi da guerra e disciplina da soldati, a giovani donne e giovani uomini, all’improvviso diventati civili inermi, caduti come in guerra, per dirla con Papa Bergoglio, che, con la lungimiranza visionaria da vero leader politico qual è, non solo vede ma ha il coraggio di dire come stanno le cose. Terza guerra mondiale o quarta, se ci mettiamo dentro anche la guerra fredda, che ha segnato il cuore del cosiddetto secolo breve ed è passata via veloce, con la caduta dell’Unione Sovietica, lasciando un vuoto di memoria storica su cui la sinistra europea e la nascente Europa dell’Ue hanno steso un velo pietoso.

Attualità storica e ambiguo materiale del presente, oscillante tra l’odio islamofobico di Libero e di quelli come lui, e le esangue rassicurazioni dei governi in carica che “abbiamo tutto sotto controllo” e che reagiremo come si deve reagire di fronte alle minacce terroriste, “con determinazione”, e con “spietatezza” ci assicura dall’Eliseo il presidente Hollande,già impegnato in dirette azioni di guerra, ma “tenendo fermi i valori della nostra civiltà”, gli fa eco Matteo Renzi. Che non si sa più quali siano, però, tanto sono stati sfigurati e resi indecifrabili dallo slittamento all’indietro dell’ordine delle cose che la modernità del Novecento post bellico ci aveva consegnato ma che si sta dissolvendo come neve al sole. E restiamo privi di parole che ridiano significato agli stessi grandi valori della modernità. A cominciare da quelli della Rivoluzione francese o a quelli della Costituzione italiana parte prima. Tutto finito in una miscellanea di parole indistinte e indistinguibili, a cui molti europei hanno smesso di credere.

Di questo e di altro si è discusso. Una bella occasione di discussione e confronto, che Tilt ha voluto significativamente sottotitolare,  “Non restiamo senza parole”.

Trovando quelle che hanno permesso di tenere insieme le cose, sapendo che le pratiche e le parole per dirle – come molti degli interventi hanno sottolineato – stanno insieme. E che ridare significato alle parole, recuperarle, quando valga la pena, inventarne di nuove quando si renda necessario, è oggi già politica.

Orvieto è bella, i giovani compagni di Orvieto fantastici. Un bacio a Maria Pia Pizzolante, portavoce di Tilt, per la signorile maestria politica con cui ha condotto l’assemblea.

Commenti

  • mariosi

    Ma come,si fa una assemblea Nazionale di TILT e nessuno viene preventivamente e diffusamente informato?
    Ma a che gioco giocano i presunti dirigenti?

  • Cesare

    “Abbiamo pubblicizzato, informato, inviato alla stampa e tutti i canali che Tilt ha a disposizione, sia sul versante social che mail. Ovviamente i nostri iscritti erano tutti informati con comunicazione ufficiale. Cercheremo la prossima volta di riuscire a far meglio comunicativamente anche rispetto a coloro che non sono iscritti ma interessati al percorso. Ci spiace se qualcuno non è stato informato.”

  • mariosi

    Su questo sito di Sel non c’era proprio niente.Altro che commenti di Elettra.

  • mariosi

    Ho riverificato anche sul sito di Tilt.Buio assoluto sulla iniziativa.

  • mariosi

    Ho riverificato anche sul sito di Tilt.Buio assoluto sulla iniziativa

  • cesare

    Il sito di tilt è fuori uso da un pò, siamo in attesa di ripristinarlo. Se prova a farsi un giro su facebook magari… Comunque era l’assemblea nazionale degli ISCRITTI a Tilt, non abbiamo segnalazioni che ai nostri iscritti non sia arrivata comunicazione.

  • mariosi

    Bene adeso e’ piu’ chiaro.Ennesima correntina organizzata che va a chiedere posto nel nuovo soggetto.
    Per favore risparmiateci altro.