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Giovedì, 17 dicembre 2015

Ddl Rai – Si va avanti verso il passato. Torna il feudo Rai in mano ad un solo partito

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Sono appena intervenuto in discussione generale in Aula del Senato sul Ddl Rai. Nuovi sviluppi della vicenda Rai: l’imprenditore Biancifiori arrestato nell’inchiesta sugli appalti tv; la partecipazione del pregiudicato Luigi Bisignani come opinionista del servizio pubblico alla trasmissione Virus su Rai2; la nomina, col placet renziano, del nuovo Consiglio di Amministrazione, nuova spartizione dei posti.
Come annunciava Renzi, fuori i partiti dalla Rai. Da adesso in Rai ce ne entra uno solo.
Non è bastato un Ddl di riforma autoritario, consociativo, e nello stesso tempo mediocre, che non affronta le dinamiche di sistema e cancella 40 anni di informazione pubblica. La prossima stazione dopo la Leopolda sarà il ritorno al bianco e nero. Come verrà digerito tutto questo dal presidente Mattarella, che si dimise da ministro per protesta contro la legge Mammì sull’emittenza, madre di tutte le sciagure successive?

Noi di Sinistra Italiana continueremo testardamente nella nostra battaglia sulla Rai: una piramide rovesciata, con canone proporzionale al reddito, ‘prelievo di scopo’ a garanzia per gli utenti di un’informazione plurale, con sistemi di contrappeso e controlli, contro una riforma restauratrice che trasferisce la lottizzazione della legge Gasparri alla dimensione unica della volontà del Governo e che trasformerà il servizio pubblico in un’agenzia governativa.
Né ci rassegniamo ai giudizi superficiali sulle nostre proposte emendative – di merito e senza natura ostruzionistica – che inserivano, attraverso il Consiglio delle Garanzie, le linee di indirizzo di un sistema di trasparenza e partecipazione. Sono state dichiarate inammissibili: eppure si trattava di proposte senza costi e oneri, a differenza di quello che avviene per le leggi di questo Governo, compresa questa.

Avete ragione: nella loro semplicità sono veramente inammissibili. Noi le continueremo a sostenere insieme ai cittadini che con noi le hanno elaborate, in nome dell’apertura al confronto e alla trasparenza.

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