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Lunedì, 22 dicembre 2014

Expo, il caso Eataly e la necessità di fare chiarezza

eatit

Nei giorni scorsi, con il collega On Zaccagnini, ho depositato alla Camera un’interrogazione per sapere dal Governo quali sono stati i criteri che hanno portato all’assegnazione senza gara di due padiglioni di Expo 2015 alla Società Eataly. Nei padiglioni, da quattro mila metri quadrati ciascuno, funzioneranno 20 ristoranti, uno per ogni regione e il tema sarà: “Italy is Eataly” con l’idea di presentare “…il più grande ristorante che mente umana abbia mai pensato…”.

L’atto ispettivo è stato presentato sulla base di una constatazione, infatti recentemente è stato presentato un esposto all’Autorità anticorruzione in cui si denunciano presunte irregolarità nella gara per la ristorazione al padiglione Italia. Nell’esposto si chiede conto all’Autorità anticorruzione di comprendere come mai siano stati assegnati a “Eataly” due padiglioni senza gara e come mai il presidente dell’Autorità e il Bureau International des Expositions non hanno nulla da eccepire in merito.

Ma l’interrogazione si basa anche su una riflessione politica e culturale: l’assegnazione senza gara e il ridurre ad unicum, in capo ad unico soggetto in regime di monopolio, una realtà così complessa e articolata qual è la gastronomia italiana, è decisamente illogico e privo di senso perché l’esposizione universale deve essere il luogo dove poter far convergere, per far conoscere realmente al mondo, le peculiarità della cucina italiana, i suoi protagonisti, in tutte le sue sfaccettature orografiche che narrano di luoghi e di tradizioni che difficilmente si conciliano con il core business di un Megastore. Il rischio è che una manifestazione così unica e importante che ha quale adagio “Nutrire il Pianeta, energia per la vita”, che dovrebbe raccontare i territori tutti, montani, marginali, aree interne, e attraverso il cibo portare la narrazione culturale della biodiversità culinaria e dei prodotti di qualità che compongono l’humus delle storie delle tradizioni, rischia di trasformarsi nella sua negazione.

Depositata l’interrogazione, il Presidente dell’Autorità anticorruzione Raffaele Cantone ha avviato un’indagine e subito dopo abbiamo appreso da media che Oscar Farinetti, patron di Eataly, dichiara ai media “sono pronto a ritirarmi senza problemi” da Expo 2015 perché “continuano le polemiche di chi non fa o che ha un sacco di tempo da perdere”.

Farinetti si riferisce certamente al sottoscritto e al mio collega on. Zaccagnini, o persino al Presidente dell’Autorità Anticorruzione dott. Cantone?

Non è possibile non notare che l’amico del Presidente del Consiglio è un cittadino che legittimamente può svolgere le proprie attività economiche lucrative ma, come tutti, solo sotto il cappello della legge e con le opportunità che a tutti devono essere concesse.

Se l’affidamento diretto a Eataly oggi viene messo sotto esame da Cantone vuol dire che l’interrogazione di SEL non è peregrina e certamente Farinetti avrebbe fatto meglio a mostrare posizioni meno ruvide nei confronti di chi, come i Parlamentari di Sel, è chiamato per mandato elettorale a ricoprire una posizione istituzionale che annovera anche compiti di controllo che si esplicano, per esempio, attraverso l’interrogazione che ha messo in moto il meccanismo che lo ha tanto irritato.

Stupisce anche la posizione di EXPO spa nella persona di Giuseppe Sala che ha assegnato senza gara due padiglioni ad Eataly con la motivazione per cui non esiste un vero concorrente: se Farinetti si ritirasse? Non verrebbe più assegnato quello spazio? ….Non posso crederci!

Ma il giorno dopo, sulle pagine del Corsera, Farinetti tranqullizza tutti “vado avanti”, annuncia che non rinuncia all’affidamento diretto. Non l’avevamo mai messo in dubbio!

Noi riteniamo invece che sia arrivato il momento di fare chiarezza e cambiare passo nella gestione dei beni e degli interessi pubblici e ricordiamo che puntuale attenzione e lavoro da parte di chi deve controllare sono sinonimo di “fare” e di “igiene” istituzionale e non azioni da biasimare!

Sel solleciterà quanto prima il Ministro per avere risposta all’interrogazione.

*Deputao SEL

 

Commenti

  • Daniele

    Bravi ad aver scovato l’inghippo! Continuate! Grazie!

  • Dario

    Bravi. Farinetti è davvero un monopolista. Che forse ha ricevuto l’assegnazione diretta perché amico e finanziatore di Renzi? Forse ahahahah

  • mariosi

    Oramai siamo di nuovo,dopo decenni al pensiero unico renziano.
    Preparariamo di nuovo le valigie.