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Martedì, 26 maggio 2015

F35, Sel: il governo non mantiene gli impegni presi. Nessun taglio. La ministra Pinotti ha mentito si dimetta

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Sugli F35 «il Governo ha clamorosamente preso in giro gli italiani, non ha mantenuto gli impegni, ha imbrogliato il Parlamento». Questa è la denuncia che arriva da Sel che, in una conferenza stampa alla Camera, annuncia per dopo le Regionali una mozione di sfiducia nei confronti della ministra della Difesa Roberta Pinotti.

Nel settembre scorso la Camera dei deputati aveva approvato, tra le altre, una mozione a prima firma di Giampiero Scanu del Pd che imponeva al Governo il dimezzamento della spesa per gli F35. Questo impegno – dice Sel – è stato disatteso. La spesa prevista da qui al 2027 è pari a 10 miliardi come si desume dal Documento programmatico pluriennale della Difesa.

«Dopo l’approvazione di quella mozione – ha detto Arturo Scotto capogruppo di Sel – ci hanno detto in questi mesi che avremmo dovuto pazientare e attendere l’uscita del Libro Bianco della Difesa, cosa avvenuta qualche settimana fa, dove però sugli F35 non c’è nemmeno una riga. Ci hanno detto poi che avevamo capito male e che avremmo dovuto leggere il Documento Programmatico Pluriennale della Difesa, dove però il programma F35 viene confermato nella sua spesa globale. La sostanza è semplice: il governo – checchè ne dica il Documento Programmatico che parla di ‘rispetto delle mozioni’ – ha clamorosamente preso in giro gli italiani, non ha mantenuto gli impegni, ha imbrogliato il Parlamento».

Quei 10 miliardi confermati per il programma degli F35 – accusa Sel che è per la cancellazione totale della spesa degli F35 – sono quelli che il Governo nel Def ha invece sottratto alla scuola e all’Università. «Si avvera al contrario la profezia di San Rossore», commenta Scotto. Che ricorda: Renzi criticò gli F35 l’estate scorsa al meeting degli scout di San Rossore dicendo: «La più grande arma per costruire la pace non sono gli Eurofighter o gli F35, ma la scuola. Quando fai delle spese che sono inutili, per il gusto di buttare via i soldi, ti senti piangere il cuore».

E da qui parte l’attacco alla Pinotti: «La ministra – sempre più in difficoltà con il premier per le sue fughe interventiste e con i vertici di almeno due Armi (Marina e Aeronautica) delle Forze Armate – è inadeguata alla sua funzione istituzionale. Per questo Sel ha chiesto le dimissioni della Ministra e nei prossimi giorni raccoglieremo le firme per formalizzare e depositare la richiesta alla Camera dei Deputati. Anche alcuni deputati e senatori del Pd – non solo della minoranza – hanno espresso tutto il loro malumore, stigmatizzando la mancata riduzione degli stanziamenti agli F35. E nei prossimi giorni si faranno sentire. La noncuranza verso le decisioni del Parlamento su un tema così sentito come quello degli F35 fanno della ministra una persona inadatta a rivestire una funzione istituzionale così delicata. Per questo è meglio che si dimetta prima del voto parlamentare».

Giulio Marcon, deputato di Sel, in conferenza stampa ha fornito qualche numero in più di un documento messo a punto da Sinistra ecologia e libertà. «Il Documento Programmatico Pluriennale per la Difesa del triennio 2015 2017 ha finalmente definito l’ammontare degli investimenti per lo sviluppo dei vari sistemi d’arma del Ministero. Tra questi ovviamente il programma Joint Strike Fighter dei caccia F-35. Secondo i dati diffusi l’onere di spesa per i velivoli F-35 sul 2015 sarà di 582,7 milioni di euro. Il totale complessivo configura quindi una crescita di circa 220 milioni di euro rispetto alla spesa del 2014, nella versione già abbassata a seguito della spending review del Governo Renzi, con un aumento percentuale del 62%. Rispetto invece a quanto il precedente Documento Programmatico ipotizzava per l’anno 2015 si ha una flessione di circa 60 milioni cioè una discesa del 10%».

Ma da Sel arriva un’altra denuncia: più di queste grezze considerazioni non ci si può addentrare nel dettaglio del programma JSF, perché la Difesa è molto succinta e scarna negli allegati pubblicati, che non diffondono in realtà tutti i dati di dettaglio che potrebbero invece chiarire la situazione in maniera definitiva. Nell’esporre i costi vengono poi infatti anche confusi e mischiati i dati di acquisizione dei velivoli (che sono una cosa) e quelli di predisposizione e prime fasi di sviluppo del programma (che sono preliminari a tutto). Per risolvere i grattacapi di analisti e per garantire una maggiore trasparenza a Parlamento ed opinione pubblica il Ministero della Difesa potrebbe produrre le tabelle di dettaglio specifico sul Programma che in passato ha sempre allegato alle Tabelle specifiche sulla Difesa nella legge di bilancio dello Stato ma che invece sono sparite, come denunciato in maniera inascoltata da “Taglia le ali alle armi“, per quanto riguarda la Stabilità approvata a fine 2014.

Da Sel viene rilanciato un altro numero: quanto è costato finora il programma F-35? Il costo confermato da contratti di sola acquisizione degli aerei, desunto da documenti ufficiali del Dipartimento della Difesa USA, ammonterebbe ad oggi per l’Italia a circa 900 milioni di euro.

In una nota congiunta, i portavoce del M5S alla Camera e al Senato delle Commissioni Difesa, si sono detti  “pronti a sostenere qualsiasi iniziativa volta a sollevare la Pinotti dal suo incarico”. Notizia accolta con soddisfazione dal deputato di Sel Giulio Marcon che si è anche augurato che «quei deputati del Pd sensibili al tema del disarmo e della riduzione degli F35 facciano la medesima scelta».