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Lunedì, 16 maggio 2016

Fratoianni: le accuse di personalizzazione del referendum sono ridicole visto che arrivano da chi lo ha fatto in primis

MATTEO RENZI

«Le affermazioni odierne di Renzi con le accuse di personalizzazione rivolte ai comitati per il No sono davvero singolari, verrebbe da ridere se non fosse che stiamo parlando di questioni maledettamente serie. Il presidente del consiglio ha personalizzato questo appuntamento dal primo minuto dicendo che se perde se ne va a casa, che questa e’ la battaglia di una vita, che e’ il giudizio sul suo governo e sulle sue riforme». Lo afferma Nicola Fratoianni dell’esecutivo nazionale di Sinistra Italiana, parlando con i cronisti a Montecitorio.

«La verità è – prosegue l’esponente della sinistra – che questa è una pessima riforma, pasticciata, e che non aiuterà il Paese a funzionare meglio e anzi ridurrà gli spazi di democrazia. Durante la discussione parlamentare Sinistra Italiana aveva fatto molte proposte , tutte bocciate, che riducevano le poltrone piu’ di quanto accadra’ realmente con la riforma Renzi. Avevamo perfino proposto l’abolizione completa del Senato piuttosto di mantenere un Senato di cui non si capiscono le funzioni, se non quella di garantire l’immunita’ parlamentare ad un gruppo di consiglieri regionali».

«La verità è – conclude Fratoianni – che Renzi con la legge elettorale e le mutilazioni alla Costituzione ha un solo obiettivo: avere tutto il potere concentrato nelle mani di una sola persona».

Commenti

  • Marco

    L’obbiettivo? Rendere l’Italia, dopo 70 anni, una dittatura.

  • claudio

    E’ indubbio che Renzi abbia “personalizzato” il voto referendario sulla riforma costituzionale approvata dal Parlamento Italiano legando al suo esito il suo destino politico e di Presidente del Consiglio (anche se è utile evidenziare che tale assunzione di responsabilità merita anche apprezzamento, specie in un paese dove da sempre i politici vincono sempre ad ogni elezione indipendentemente dal suo esito e rimangono aggrappati a ruoli e poltrone fin quando possono e con ogni mezzo), tuttavia neanche chi vi si oppone si è sottratto a questa personalizzazione tanto da giustificare il no in primis proprio come opportunità per liberarsi di Renzi e di far cadere il Governo (giusto o sbagliato che sia). E se è vero che le modifiche costituzionali su cui saremo chiamati ad esprimerci siano mediocri non mi sembra che il mantenimento dello status-quo sia necessariamente migliore (specie se consideriamo che in 70 anni di Repubblica, dal ’45 ad oggi, l’attuale è il 63° governo, la cui durata media è dunque pari ad 1,11 anni cadauno) ed una generica affermazione di “perdita di democrazia” non circostanziata appare più come una boutade che come una reale minaccia (del resto per chi conserva ancora un pò di memoria si ricorderà bene che le ragioni e i pericoli paventati oggi dal fronte del NO sono gli stessi con i quali ci si opponeva all’introduzione del sistema maggioritario per gli enti locali che invece, a distanza di 22 anni dalla sua introduzione ha dimostrato di aver notevolmente migliorato la loro efficenza ed efficacia decisionale).