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Giovedì, 18 giugno 2015

Il diritto di restare umani

A migrant shouts a slogan as he wears a Tee Shirt with the message, "Open The Way" as he stands on the seawall at the Saint Ludovic border crossing on the Mediterranean Sea between Vintimille, Italy and Menton, France

Da Altiero Spinelli a Pietro Ingrao, passando per Enrico Berlinguer, fino ad arrivare ad Alexis Tsipras e Pepe Mujica, c’è un’idea che lega la storia della politica e delle politiche di Sinistra come un filo rosso, evidente come non mai; è radicata in profondità e con forza e ci dice che il compito ultimo e più alto della Politica, è quello di rendere possibile l’impossibile.

Quando venne scritto il manifesto di ventotene, quando venne scritta la costituzione, quando dalle macerie abbiamo rialzato una testa schiacciata e vilipesa da anni di guerre, privazioni, umiliazioni, quando venne annichilita la bestia del totalitarismo, ci venne lasciata in dote una eredità importante, fatta di libertà e democrazia. Perchè poi in fondo noi siamo quelli che odiano gli indifferenti, che vogliono parteggiare, perchè questo significa essere di Sinistra, altrimenti saremmo uguali a tutti gli altri. Ed allora cosa rimane di quel sogno di pace, Integrazione, cosa rimane della promozione universalistica della nostra umanità e della socializzazione politica che ci siamo imposti davanti al dilagare della barbarie, dinnanzi ad una Europa cieca e tecnocrate che, incapace di rispondere alla crisi, scarica sugli ultimi e sui più deboli il prezzo indegno delle sue assurde regole?

Per me, compagne e compagni, rimane la rabbia; una rabbia che aumenta sentendo Salvini e la schiera di signori del dolore che vivono pidocchiosamente lucrando consenso politico sulle tragedie del mediterraneo, ma ancora maggiore è la rabbia che provo verso di noi; siamo talmente ciechi da continuare a litigare su chi è più di Sinistra dell’altro, su quale sia il miglior modello. Siamo più tipi da Syriza o più tipi da Podemos? E mentre facciamo queste analisi del sangue tra di noi, discorrendo amenamente sul sesso degli angeli, i barbari conquistano l’impero. In questo caso però i barbari non sono gli stranieri, ma le destre xenofobe che si alimentano delle nostre miserie e dell’ignoranza. Di fronte ai migranti fermati a Ventimiglia, di fronte alla vergogna dei CIE e alla cecità delle nostre istituzioni, è un dovere ineludibile non solo indignarsi, ma pretendere un continente che faccia dell’unione politica il programma per una implementazione di una strategia europea su accoglienza e immigrazione, e che nel fare questo non si lasci indietro sempre e comunque l’area mediterranea per far piacere alla Germania.

E’ il tempo di sfoderare le armi contro i barbari, per difendere il nostro diritto di restare umani, e di essere chiari nel dire che noi siamo europeisti, ma non per questa Europa; che integrare ed accogliere non è buonismo, ma l’applicazione materiale di quella tensione ideale che riecheggia con forza nelle parole di Tiziano Terzani: “Solo se riusciremo a vedere l’universo come un tutt’uno in cui ogni parte riflette la totalità e in cui la grande bellezza sta nella sua diversità, cominceremo a capire chi siamo e dove stiamo”.

*segretario di SEL  Pistoia