Il governo va sotto: vietato l’uso dell’ “air gun” e di ogni altra tecnica esplosiva per la ricerca di idrocarburi sul fondo del Mediterraneo
Il Senato ha approvato con 165 voti favorevoli, 49 contrari e 18 astenuti il ddl sugli ecoreati. Il provvedimento dopo le modifiche apportate da palazzo Madama torna all’esame della Camera in terza lettura.
«Sia approvato al più presto anche alla Camera» è l’invito della senatrice di Sel Loredana De Petris. «Non è davvero più rinviabile l’introduzione dei reati ambientali nel nostro codice penale, un’esigenza manifestata fin dal 1998, per cui ci auguriamo che questo Ddl sia approvato celermente anche dalla’altro ramo del Parlamento. Pur continuando ad avere una serie di limiti, come quello di non introdurre il reato per il traffico illecito e contro la fauna, il testo è stato tuttavia migliorato. Restano infatti elementi importanti come la norma che impedisce l’uso delle trivellazioni in mare».
«C’è voluto un anno affinché questo Ddl arrivasse in Aula – ha proseguito De Petris – e ci sono stati tentativi reiterati di portarne alla lunga l’approvazione. In realtà in ogni legislatura si è tentato ad introdurre questo tipo di reati nel codice penale, ma senza successo a causa di un’economia malata e di lobby sempre attive. Sel oggi ha dato il proprio contributo per un provvedimento migliore e ora – ha concluso l’esponente di SEL – gli ecocriminali potranno essere più facilmente perseguiti».
Martedì il governo era stato battuto su un emendamento che vieta l’utilizzo della tecnica “air gun” o altre tecniche esplosive per le esplorazioni marittime e prevede pene da uno a tre anni. Nonostante il no del governo, che voleva un ordine del giorno, i sì sono stati 114 e i no 103. Il ministro della Giustizia, Andrea Orlando, aveva chiesto di trasformare gli emendamenti in un ordine del giorno esprimendo attenzione al tema sollevato dai due emendamenti ma le proposte sono state mantenute. Per il senatore Dario Stefàno di Sel «Questo voto rimedia a un errore drammatico, contenuto nello Sblocca Italia e su cui avevo già puntato i riflettori con un’interrogazione nei mesi scorsi, che permetteva una sorta di liberalizzazione-deregolamentazione delle norme a tutela dell’ambiente, sdoganando questa particolare tecnica di ricerca nei nostri mari, nonostante sia stata incontestabilmente riconosciuta come una pratica che provoca danni irreversibili all’ecosistema marino e dagli effetti negativi al sistema socio-produttivo legati alla pesca e al turismo».
«Sarà certamente – conclude Stefàno – motivo di gioia per i numerosi cittadini, per i comitati e per le associazioni che si sono mobilitati in questi mesi in Calabria, Basilicata e Puglia per opporsi a questo tipo di trivellazioni e segna sicuramente una grande vittoria per l’ambiente».
Il Senato ha anche dato l’ok, a larghissima maggioranza, a un ordine del giorno che blocca le trivellazioni “non conformi alla direttiva comunitaria”. «L’ordine del giorno che impegna il governo a fermare le trivellazioni contrarie alle direttive europee è un passo avanti importantissimo nella difesa del Mediterraneo e premia l’impegno di tutti quei senatori che si sono schierati in modo trasversale in difesa dell’ambiente e del Mediterraneo» dichiara la presidente del Gruppo Misto, Loredana De Petris capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà a palazzo Madama. «Deve essere chiaro – prosegue le Petris – che un Odg di questa rilevanza, approvato dalla stragrande maggioranza dell’aula, non può restare lettera morta. Il governo è tenuto a seguire l’indicazione del Parlamento e quindi a non dare alcuna concessione nel Mediterraneo anche prima del 19 luglio 2015, quando dovrà essere emanato il decreto attuativo della direttiva europea che vieta le trivellazioni».
Un emendamento del Pd (a prima firma Felice Casson) ha invece introdotto l’aggravante ambientale con un aumento delle pene. L’emendamento afferma che “quando un fatto già previsto come reato è commesso allo scopo di eseguire uno o più tra i delitti previsti dal decreto legislativo 152 del 2006 o da altra legge posta a tutela dell’ambiente la pena, nel primo caso è aumentata da un terzo alla metà, e nel secondo caso è aumentata di un terzo”. In ogni caso il reato è procedibile d’ufficio.
Infine un emendamento dei relatori di maggioranza Pasquale Sollo (Pd) e Gabriele Albertini (Area popolare) è stato approvato con un voto bipartisan e prevede “la confisca delle cose che costituiscono il prodotto o il profitto del reato o che servirono a commettere il reato sarà sempre ordinata salvo che appartengano a persona estranea al reato”.
Sinistra Ecologia Libertà





