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Martedì, 14 ottobre 2014

Il sindaco espiatorio

ansa - zucchetti - COMUNALI: GENOVA; DORIA, VOGLIO ASSESSORI RADICATI IN CITTA'

Se Genova affoga nell’acqua e nel fango il suo sin­daco è chia­mato a spie­gare cosa avrebbe potuto fare e non ha fatto. Tocca innan­zi­tutto a lui. E Marco Doria non si è tirato indie­tro. Ha ammesso di non essersi assunto la respon­sa­bi­lità di ini­ziare i lavori di messa in sicu­rezza dei punti cri­tici della città, nono­stante il con­ten­zioso, tra alcune imprese e il Tar, che espo­neva il Comune al rischio di pagare salate penali.

Ma è altret­tanto dove­roso ascol­tarlo quando dice che «l’inizio» di quelle opere non avrebbe potuto evi­tare alla città lo choc di finire di nuovo sott’acqua se è vero che sulla carta c’erano 35 milioni men­tre il sin­daco spiega che per le neces­sa­rie opere di inge­gne­ria idrau­lica ne ser­vi­reb­bero non meno di cento. Oltre­tutto il com­mis­sa­rio gover­na­tivo Clau­dio Bur­lando (ex sin­daco, attuale gover­na­tore regio­nale), inca­ri­cato di sovrain­ten­dere a que­ste opere, pro­prio all’indomani dell’insediamento del nuovo governo, scrisse una let­tera indi­riz­zata «Al Signor Pre­si­dente del Con­si­glio, Mat­teo Renzi», e «Al Signor Sot­to­se­gre­ta­rio Gra­ziano Del Rio». Una richie­sta a palazzo Chigi di ado­pe­rarsi per Genova. Una let­tera rima­sta senza risposta.

E il governo cosa fa? Quello che ci dicono tutti i tele­gior­nali: si arrab­bia mol­tis­simo con­tro la buro­cra­zia che gli lega le mani impe­den­do­gli di sbloc­care l’Italia, e pro­mette solen­ne­mente di voler stan­ziare la somma di due miliardi. Due mezze verità per un affondo pro­pa­gan­di­stico. Il tele­spet­ta­tore capi­sce che i due miliardi (ipo­te­tici, s’intende) sono per Genova men­tre si tratta di una somma desti­nata a risol­vere il dis­se­sto idro­geo­lo­gico di tutto il paese. Oltre­tutto, secondo alcuni tra i più sti­mati urba­ni­sti e sovrain­ten­denti, pro­prio lo Sblocca-Italia andrebbe ribat­tez­zato Rottama-Italia come l’ultimo atto det­tato dalle lobby delle Grandi Opere. Una dere­gu­la­tion già ope­rante e all’origine degli infi­niti con­ten­ziosi avendo can­cel­lato le regole per gli appalti, offrendo così a qua­lun­que impresa appal­ta­trice il facile appi­glio per sol­le­vare pro­blemi giuridico-amministrativi.

Il sin­daco Doria diventa un capro espia­to­rio per­fetto. Del governo che non ha aiu­tato Genova, delle dif­fi­coltà che, in modo diverso, coin­vol­gono altri sin­daci “aran­cioni” come de Magi­stris e Pisa­pia, avvolti nel fascio unico del fal­li­mento. Dovreb­bero dimet­tersi tutti, ha scritto sull’Huf­fing­ton post, Lucia Annun­ziata. Ma de Magi­stris non è stato allon­ta­nato da palazzo San Gia­como per la cat­tiva gestione poli­tica di Napoli, e su Pisa­pia non si può sca­ri­care il malaf­fare dell’Expo.

Alla fine Doria, uomo di sini­stra, one­sto, poco incline a imbrac­ciare una pala a favore di tele­ca­mera, refrat­ta­rio alla com­me­dia media­tica, non è nem­meno salito sul carro del vincitore.

dal quotidiano Il Manifesto

Commenti

  • francesco

    Una difesa d’ufficio inopportuna alle giunte di “centrosinistra” degna del più ottuso “bonzismo”.
    Povero Manifesto! Da giornale critico e indipendente a foglio di “agitazione e propaganda”.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Piena solidarietà al sindaco Doria, anche in riferimento a chi gli urlava in malo modo di spalare (come se la sua occupazione, per il quale è pagato, fosse quella) e financo è arrivato a minacciarlo fisicamente chiamandolo, fra l’altro, “frocio di merda”. Ringraziamo il nostro giornalismo, che ha sempre alimentato populismi di questo tipo nei talk per fare notizia. Fascismi di questo tipo non devono essere tollerati.