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Mercoledì, 4 giugno 2014

Intervista a Fratoianni: Alexis mi ha detto che la presenza di Sel è una condizione necessaria perché il processo unitario abbia qualche esito

tsipras bruxelles

Dal settimanale Left l’intervista al coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni del giornalista Rocco Vazzana.

Doveva essere una festa ma rischia di trasformarsi nell’ennesima polemica interna alla sinistra. Ancora non è chiaro infatti chi andrà a Strasburgo a rappresentare la Lista Tsipras italiana. Barbara Spinelli, eletta in due collegi, non ha ancora deciso se – e dove – accettare il suo seggio. Il rischio è che Sel o Rifondazione rimangano senza rappresentanza europarlamentare. La partita è aperta e Nicola Fratoianni, deputato e coordinatore nazionale del partito di Vendola, si sta giocando tutto. Fin dal congresso di gennaio il dirigente di Sel si batte per posizionare il suo partito con chiarezza alla sinistra del Pd: autonomo ma senza steccati ideologici. Eppure se fuori dall’Europarlamento restasse proprio il candidato di Sel, il percorso di Fratoianni si farebbe sempre più impervio. Anche perché dentro il partito di Vendola si fanno sempre più forti le sirene di chi, come il capogruppo Gennaro Migliore, vorrebbe entrare nel Pd.

Quando lo contattiamo Fratoianni è appena uscito dall’incontro con Alexis Tsipras a Bruxelles.

Come è andata con Tsipras?
Molto bene. Abbiamo parlato d’Europa: della necessità di battersi per la costruzione di un fronte ampio contro l’austerità. E abbiamo condiviso la necessità di prenderci in qualche modo cura del percorso aperto con l’esperienza dell’Altra Europa anche in Italia.

 E come ve ne prenderete cura?
Aprendo un processo politico. Senza precipitazioni, semplificazioni o semplici sommatorie. Penso che su questo tema il mio punto di vista sia chiaro.

Il suo sì: lei vuole un nuovo soggetto a sinistra di Renzi. Non la pensa così la maggioranza del gruppo parlamentare di Sel, in apparenza più incline a un ingresso nel Pd…
Il gruppo parlamentare partecipa alla discussione politica. Credo che il gruppo starà sempre dentro il percorso deciso dal partito.

Anche se Barbara Spinelli (mentre scriviamo non ha ancora sciolto le riserve sulla rinuncia al seggio, ndr) decidesse di non fare un passo indietro?
Barbara Spinelli deciderà ciò che ritiene più utile. Tutti dovrebbero guardare con grande attenzione però al contributo dato da Sel al risultato della Lista Tsipras in Italia. Se Spinelli decidesse di optare per il collegio dell’Italia centrale (sacrificando Marco Furfaro, di Sel, ndr) sarebbe un problema. Un segnale negativo rivolto al mio partito e al suo dibattito interno. Un confronto “forte”, da cui dipende in larga parte la possibilità di un esito positivo del processo di unità a sinistra. Perché senza Sel questo processo non potrà andare avanti, è un dato di fatto.

Però è stato Tsipras in persona a chiedere a Spinelli di non rinunciare al seggio…  
Che Tsipras abbia interesse che una figura come quella di Barbara sia parte della delegazione italiana al Parlamento europeo è indiscutibile. Il tema però è come questa “non-rinuncia” si ripercuote in Italia. In questo momento è molto importante che Sel sia messa nelle condizioni di sentirsi pienamente parte di questo processo.

Tsipras le ha dato garanzie in questo senso?
No, non me le può dare. Anzi, ha ribadito che non sarà lui a decidere. Sarebbe sbagliato chiedere a Tsipras di risolvere i nostri problemi. Alexis mi ha detto semplicemente che considera la presenza di Sel una condizione necessaria perché il processo unitario possa avere qualche esito.

E quale dovrebbe essere l’esito? Lo scioglimento dei singoli partiti che hanno composto la Lista? Lasciamo stare gli sbocchi. Intanto diamo vita a un processo, mettendo in campo un grado di innovazione molto forte. Perché lo schema della sinistra unita non si costruisce con sommatorie né con una precipitazione organizzativa. Ci vuole il protagonismo della politica.

I garanti, che hanno consentito la nascita della lista unitaria alle Europee, hanno esaurito la loro funzione?
I garanti hanno svolto una funzione di garanzia in un processo molto particolare, per certi versi emergenziale, a ridosso delle Europee. Se oggi si apre un processo, tutti cambieranno ruolo. Oggi il quadro è cambiato e deve cambiare anche la modalità di ricostruzione della sinistra. Tutti possono essere protagonisti, se hanno cose da dire.

Immaginiamo l’ipotesi più catastrofica: il 14 giugno lei si presenta all’Assemblea nazionale di un partito che non ha rappresentanza a Strasburgo. Che succede?
Speriamo che non sia così. Sarebbe alimento per chi pensa che non sia il caso di dare seguito al percorso. Sarebbe un problema, soprattutto da un punto di vista simbolico. Un messaggio negativo nei confronti della forza più rilevante tra quelle che hanno contribuito alla Lista. Abbiamo partecipato al progetto nonostante un dibattito politico interno vero: abbiamo fatto un congresso su questo.

Un congresso che si è concluso con una linea chiara (il sostegno a Tsipras), ma frutto di una mediazione debole. Perché poi ognuno esprime posizioni del tutto personali in pubblico…
Il fatto che qualcuno non sia d’accordo è tipico di ogni organizzazione, ma la linea è stata chiara.

 

Sì, però il suo collega di partito Gennaro Migliore, dalle colonne di Repubblica, invita Sel a costruire un soggetto unitario col Pd…
Gennaro ha la sua posizione e si misura nel confronto interno. Non condivido la sua idea ma la rispetto. Io credo che sia un errore clamoroso immaginare di sostenere il governo o di entrare nel Pd. Oggi bisogna continuare con l’opposizione, non ideologica ma fondata sul merito. Solo così nel futuro potremo costruire le condizioni di un governo di alternativa. Anche alleandosi col Pd se sarà il caso. Adesso non è tempo di parlare di alleanze, ma di proposte e di pratiche.

Sembra che dentro Sel si stiano fronteggiando due anime irriducibili…
Qual è il punto del dissenso? Se è il giudizio sulla natura del governo Renzi è vero che le posizioni sono inconciliabili. Per me sarebbe un errore drammatico cambiare collocazione. E non mi sento per questo minoritario, al contrario. Dopo di che, un partito discute e decide cosa fare. Sarebbe però l’ora di finirla con la vecchia sinistra che appena trova un punto di dissenso si divide.

Nessuna scissione in vista dunque?
Lo escludo, per quanto mi riguarda. Ma Sel non può precipitare in una condizione di stallo. È necessaria una direzione politica.

Per la Syriza italiana, insomma, ci toccherà aspettare ancora…
Chi lo sa, a volte capitano anche i miracoli.

Commenti

  • Fabio

    Grande Nicola! Segretario!!!

  • Valium

    Concordo alla grande

  • enrico maacena

    Pieno sostegno al compagno Frantoianni , e i nostri parlamentari obbediscano alle decisioni del congresso nazionale , altrimenti si dimettano . Se a guidare il PD ci fosse Civati l’ ipotesi unitaria potrebbe avere un senso ,ma con renzi significherebbe la morte della sinistra

  • Dario

    Che poi, caro Enrico, Civati, come Casson e tanti altri, parlano bene e razzolano male. Avevano detto che la loro fiducia serviva solo a far partire Renzi, che avrebbero giudicato sulle riforme: oggi invece votano tutte le porcherie di questo governo dopo averle a parole osteggiate, per “senso di responsabilità” (come Scilipoti e Razzi, o sbaglio?). Civati è uno dei personaggi peggiori del PD perché fa sempre, sempre il contrario di quel che dice, è l’incoerenza è inaccettabile per uno che si dichiara di sinistra. Sinistra, poi: a ridosso delle europee si è congratulato con Renzi per il successo del PD e della speranza.
    Il dialogo si avvierà quando si troverà il modo di mandare a casa Renzi (ossia fra una decina di anni al massimo a mio giudizio) e quando saranno spariti i brontosauri della politica (che non sono D’Alema e accoliti, no, lo sono proprio Renzi e Civati per primi): immagino un dialogo con OccupyPD, i giovani del PD e con il M5S una volta che si sarà liberato dai pregiudizi nei nostri confronti (quel giorno arriverà presto, è ormai chiara la dicotomia tra Grillo di destra e più di metà dei parlamentari di sinistra). Siamo fiduciosi.

  • Butterfly515

    Condivido pienamente la linea di autonomia e indipendenza dal PD espressa da Fratoianni.
    Questo non significa che sui singoli provvedimenti del governo non si possano trovare convergenze.
    Tuttavia, sino a quando il merito dei provvedimenti sarà di centro destra, è preferibile che SEL rimanga all’opposizione.

  • alessio

    Mi pare ovvio che SEL debba proseguire il percorso iniziato con L’altra Europa.

    In primo luogo per coerenza con le nostre idee e con le nostre proposte radicali per una società più eguale e giusta. Che, con naturalezza, ci ha portato a sposare la candidatura di Tsipras e correre con in compagni della GUE/NGL.

    Certo, ci possono essere e ci potranno essere punti di contatto, ma è evidente che non possiamo fare altro che essere autonomi al 100% da un PD che ha scelto di votare il fiscal compact, inserire il pareggio di bilancio in costituzione, ha agito passivamente alla consultazione referendaria del 2011, ha dimostrato la sua vera natura durante l’elezione del presidente della Repubblica (pugnalando Prodi e rigettando la candidatura di Rodotà), sta tratteggiando una legge elettorale chiaramente scorretta e che ora, sempre più, sposa la precarizzazione del lavoro come ricetta principale per rilanciare l’occupazione.
    Siamo onesti.
    Anche perchè, se dobbiamo fare il partitino alla corte del PD… tanto vale confluirci direttamente (andando a rimpolpare la sua minoranza) oppure, vista la necessità di ‘aderire a tutti i costi al PSE’, che si confluisca nel PSI…

    Sicché, dopo aver appoggiato Tsipras (frutto di una scelta saggia emersa durante il congresso), mi pare ovvio che la strada corretta sia quella delineata da Fratoianni.

  • D

    Se Civati è il personaggio peggiore del PD, mi sa che lo conosci poco quel partito. Occupy PD è Elly Schlein, civatiana di ferro e neoparlamentare europea. Comunque tieniti Casarini, Ferrero e la Spinelli, personaggi meravigliosi: io ho cattivo gusto e mi tengo Civati. Sei fiducioso? Bene. Lo sono anch’io: l’ilarità è infatti assicurata. Dopo aver distrutto SEL (ci siamo quasi), grazie a tanti duri e puri che vogliono tornare con Rifondazione ed essere egemoni alla riunione di condominio, finalmente la peggiore estrema sinistra d’Europa, quella che non ha mai ottenuto nulla di nulla e ha fatto più danni di una piaga d’Egitto, potrà rinascere. E farà ridere, as usual.

  • Gabriella

    Concordo pienamente con Fratoianni. Mi auguro che si apra in Sel un confronto tra compagni serio e non lacerante. So che sarà difficile ma ci dobbiamo provare tutti. Continuare a dividerci sarebbe un suicidio

  • enrico matacena

    Preciso che a me il settarismo di rifondazione comunista non piace affatto , ma noi dobbiamo dialogare non tanto con rifondazione ma con i movimenti e con il sano malcontento della gente. Non dobbiamo escludere a priori l’alleanza con il PD , ma non vivere in funzione di essa, altrimenti non abbiamo senso di esistere. Autonomi al 100% dal PD , e incalzarlo per costringerlo a rompere con la destra . Sarà una lotta di lunga durata che potrà avere successo solo se sappiamo conquistare il malcontento che fino adesso ha sostenuto grillo.

  • lucia

    Bravissimo Nicola!!! condivido pienamente ciò che hai detto!!!

  • Guido

    Nella società liquida e frammentata, dove il lavoro come discorso di legame sociale è stato frantumato. il concetto di appartenenza o di ipotesi sommatoria scusate ma non hanno più senso…
    Penso che il messaggio chiaro e diretto dell’altra europa con Tsipras abbia attratto e consolidato un primo “zoccolo duro” perché é semplice, profondo e praticabile: Autonomia, Partecipazione e Governo per sintetizzare velocemente..
    Un discorso comprensibile, a-tattico, pieno di prospettiva che non avrà nel breve periodo, penso, grande condivisione, ma che nel medio e lungo potrà entrare nelle contraddizioni di un ceto politico immobile, che dissimula il cambiamento ammaliando il popolo ma che per ora non fa altro che gestire il mercato liberista e le disfunzioni sociali che produce e riproduce…
    Sono contento di essermi iscritto a SEL, di aver scommesso sull’esito di Riccione, spero di poter dare il mio contributo ideale, ora che non solo in Italia, ma anche in Europa la partita è stata riaperta…
    Un saluto speranzoso!

  • alberto ferrari

    Francamente queste sono state le conclusioni di Vendola al congresso :

    «Nessuno ha vinto questo congresso. Tutti hanno vinto questo
    congresso. Avete vinto tutti voi che ci date il mandato specifico di
    praticare la possibilità di sostenere Tsipras, una volta che abbia dato la
    disponibilità di indicare la sua candidatura non chiusa nel recinto del
    Gue, ma aperto alla sinistra più larga. Noi metteremo questa possibilità
    nelle mani del gruppo dirigente. Con Tsipras ma non contro Schulz, con
    Tsipras per incontrare Schulz»

    Dire che la linea del congresso era chiara mi sembra francamente un politicismo al quale anche Fratoianni sembra essersi rapidamente adattato. Se era chiara Nichi dovrebbe mettersi d’accordo con se stesso.

  • caudio

    “Dopo aver distrutto SEL (ci siamo quasi), grazie a tanti duri e puri che
    vogliono tornare con Rifondazione ed essere egemoni alla riunione di
    condominio, finalmente la peggiore estrema sinistra d’Europa, quella che
    non ha mai ottenuto nulla di nulla e ha fatto più danni di una piaga
    d’Egitto, potrà rinascere”
    Innanzitutto i miei complimenti a D per la riuscita sintesi.
    Poi una semplice domanda ai tanti entusiasti di questi giorni: ma davvero non è bastata l’esperienza fallimentare del PRC? Davvero è così difficile capire che essere autonomi con il 4% vuol semplicemente dire fare i portatori d’acqua per qualche furbacchione che viene eletto nelle istituzioni e nient’altro?
    Ma non vi è bastata l’inconcludenza dimostrata negli ultimi 20 anni dalla sinistra “senza se e senza ma” che usava l’alibi dell’autonomia per mascerare la totale incapacità della sua classe dirigente.
    Ma tant’è effettivamente D su un punto sbaglia; la reunion non farà solo ridere, farà anche molto piangere.

  • francesco

    I peggiori politici (nel senso che generano aspettative illusorie e fuorvianti) sono proprio coloro che si ammantano di una patina di sinistra, ma nel contempo condividono processi di razionalizzazione funzionali al riordino del sistema di sfruttamento capitalistico.L’ex Boss della Fiat, l’avvocato Gianni Agnelli, soleva ripetere: “per far passare certe riforme è necessario imbarcare al governo la sinistra”. Sappiamo bene a quali riforme alludeva.Per sinistra intendeva il gruppo dirigente del PCI degli anni ’70, i “giovani turchi” di allora (come oggi Civati) Occhetto, Veltroni, Fassino ecc.che in seguito sciolsero il PCI, cancellando ogni riferimento al Movimento Operaio e agli ideali comunisti, svendendo gli interessi dei lavoratori a esclusivo vantaggio dei potentati economici e di una borghesia parassitaria e guerrafondaia.I dubbi di Dario sono ampiamente giustificati se si osserva attentamente il comportamento dei presunti rappresentanti della sinistra DS come Fassina,Bersani, Orfini, Barca ecc. Tutti favorevoli al primato dell’impresa sui lavoratori e dell’economia di mercato.Cioè liberisti.

  • mediareculture

    Fatemi capire: Barbara Spinelli, una giornalista ebrea in Italia, ha fatto un lista a parte al nome di un leader politico greco, in vigilia delle elezioni europee in nome di chi e per quale motivo quando in Italia ci sono già Movimenti e partiti con i progetti migliori??? Se l’Idealizzare lo straniero e minimizzare, neutralizzare e attaccare i leader italiani è una normalità, allora non sono normale io???