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Domenica, 20 settembre 2015

Io sono clandestino, arrestatemi! Ore 18 sit in e presidi davanti alle sedi diplomatiche dell’Ungheria

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A dieci giorni dalla grande esperienza della Marcia degli Scalzi di Venerdì 11 settembre al Lido di Venezia e in altre 75 citta’ italiane lanciamo una nuova mobilitazione nazionale: presentiamoci scalzi lunedì 21 settembre alle ore 18 davanti all’Ambasciata ungherese di Roma e davanti a tutti i consolati dell’Ungheria in Italia, portiamo con noi un cartello “Io sono clandestino, arrestatemi – I’m illegal, arrest me!” o anche “Io sono rifugiato, arrestatemi! – I’m refugee, arrest me!

E’ quanto annunciano gli intellettuali e le associazioni che hanno promosso la “marcia delle donne e degli uomini scalzi” al Festival del Cinema di Venezia e in tantissime altre citta’ l’11 settembre scorso.

Quanto sta succedendo in Ungheria in queste ore – prosegue l’appello – è inaccettabile e disumano.
E’ un passo indietro nella storia della civiltà europea e dell’umanità in generale.

Respingere profughi, richiedenti asilo ed esseri umani in generale con muri, manganellate, idranti e gas lacrimogeni è un atto di barbarie che non possiamo in alcun modo tollerare.

L’Europa tutta deve reagire e denunciare il comportamento del governo di Orban.

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Siamo al fianco della società civile ungherese che sta cercando di opporsi alle scelte del suo governo e chiediamo al governo italiano di fare tutte le pressioni possibili per evitare che tale barbarie continui.

Ognuno pu0’ organizzarlo liberamente davanti ad una delle sedi consolari qui elencate. Tutte le notizie sul sito

 

 

 

Il motivo di questa mobilitazione e’ sempre quello gia’ annunciato con le Marcia dell’11 settembre che qui ricordiamo.

 

Non e’ pensabile fermare chi scappa dalle ingiustizie, al contrario aiutarli significa lottare contro quelle ingiustizie.

 

Dare asilo a chi scappa dalle guerre, significa ripudiare la guerra e costruire la pace.

Dare rifugio a chi scappa dalle discriminazioni religiose, etniche o di genere, significa lottare per i diritti e le liberta’ di tutte e tutti.

Dare accoglienza a chi fugge dalla povertà, significa non accettare le sempre crescenti disuguaglianze economiche e promuovere una maggiore redistribuzione di ricchezze.

 

Per chiedere con forza i primi quattro necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:

1. certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature

2. accoglienza degna e rispettosa per tutti

3. chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti

4. creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino

 

Perche’ la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme.