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Martedì, 19 agosto 2014

Iraq, l’Italia pronta ad inviare armi ai curdi. Sel: armarli significa delegare quello che è un compito di una forza internazionale Onu

Iraq, scontri a Tuz Khormato tra peshmerga e combattenti Isil

Mentre sul campo si continua a combattere,  la diplomazia internazionale è al lavoro per rifornire di armi i peshmerga curdi, che si oppongono all’avanzata delle milizie jihadiste nel nord del Paese e che sono riusciti a riconquistare la diga Mosul, grazie all’aiuto dei raid aerei Usa. Dopo il via libera dell’Unione europea, anche l’Italia, da cui sono già partiti due voli con aiuti alla popolazione, apre all’invio di materiale bellico.  Ma serve un passaggio parlamentare, che comunque “potrebbe arrivare anche a posteriori, quindi a fine agosto” ha spiegato il viceministro agli Esteri Lapo Pistelli.

Intanto sono convocate per domani le commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato per condividere le iniziative decise dai ministri degli esteri Ue nel vertice di Ferragosto sull’Iraq. Il governo ita­liano comu­ni­cherà quindi al par­la­mento come intende muo­versi. Pro­prio la mini­stra degli esteri Moghe­rini è stata la pro­mo­trice (con il col­lega fran­cese) del con­si­glio dei mini­stri Ue di fer­ra­go­sto sull’Iraq — del resto l’Italia è nel suo seme­stre di pre­si­denza e Moghe­rini ancora in pista per il ruolo di Alto rap­pre­sen­tante della Com­mis­sione. A Bru­xel­les l’Ue ha deciso di appog­giare l’invio di armi ai kurdi — che Fran­cia e Inghil­terra ave­vano già annun­ciato auto­no­ma­mente — «in accordo alle capa­cità e alle leggi nazio­nali degli stati mem­bri».

La prassi ita­liana non impone al governo di pas­sare per il par­la­mento. «L’invio di armi non equi­vale a una mis­sione mili­tare, ma è com­pren­si­bile e apprez­za­bile la scelta poli­tica di voler coin­vol­gere le camere», dice il pre­si­dente della com­mis­sione esteri di Mon­te­ci­to­rio Fabri­zio Cic­chitto (Nuovo cen­tro­de­stra). Che è più che favo­re­vole ad armare i kurdi, anzi pensa che non sia suf­fi­ciente «di fronte a un ter­ro­ri­smo che si è fatto eser­cito». Stessa linea del pre­si­dente della terza com­mis­sione del senato Casini, ed è favo­re­vole anche il pre­si­dente della com­mis­sione difesa del senato Latorre (Pd): «Un grande paese deve sapersi assu­mere le pro­prie respon­sa­bi­lità e svol­gere le fun­zioni che gli competono».

Nicola Fratoianni deputato e coordinatore nazionale di Sel conferma il no alla decisione. «Armare i kurdi significa delegare a loro quello che dovrebbe essere fatto da una forza internazionale a guida Onu. Si operi subito – prosegue il coordinatore di Sel – per creare corridoi umanitari a difesa dei civili e si avvii una iniziativa diplomatica nei confronti di quei Paesi che sostengono l’Isis. E l’Italia – conclude Fratoianni – intensifichi gli aiuti umanitari di ogni genere nei confronti delle popolazioni civili vittime della ferocia jhadista e della guerra».

Commenti

  • ferrari alberto

    caro Fratoianni, certo l’ONU, ma ti ricordo che: Dum Romae consulitur, Saguntum expugnatur. Poi possiamo essere tutti d’accordo che la famiglia Bush andrebbe processata per crimini contro l’umanità per i disastri che hanno saputo avviare nel medio ed estremo oriente, ma nel frattempo?

  • Enrico Solito

    Caro Alberto non voglio certo fare risse. Ma quelli dell’ISIS sono nati in Siria, armati fino ai denti e finanziati da USA e Arabia saudita contro il tiranno Assad. Anni fa lo stesso coi talebani contro i russi. Ora armiamo i kurdi: quando avranno proclamato il loro stato ( a me assai simpatico) smembradìndo Siria, Turchia e Iraq, chi armeremo? E’ che bisogna fare politica, bloccando l’Arabia Saudita che arma questa gente e le tribù sunnite, massacrate da anni di governo post Saddam filo sunnita. Basta con soluzioni facili alla Tex Willer, non funzionano mai.

  • Claudio Mezzanzanica

    Non sono d’accordo sulla posizione presa. Come spesso ci accade siamo astratti. Invochiamo cose che non esistono ; l’ONU ,una coalizione internazionale etc, mentre sul terreno si muore. Le armi ai curdi non sono una grande opzione ma affrontano un problema nel breve periodo. sono l’unica scelta per arginare l’azione dell’ISLI e la morte di centinaia di persone ,soprattutto civili,donne e bambini.
    La crescita del ruolo dei curdi aprira’ altri problemi nell’area,ma quelli sono affrontabili sul tavolo della politica e dei tempi lunghi. Cosi come lo scontro tra sunniti e sciiti ha bisogno di forze di interposizione che mescolino le carte in quell’area e tali forze non sono l’ONU ma il protagonismo di chi li vive e li vuole vivere. non sservono solo i buoni sentimenti.le buone intenzioni perche’ si affermi un ruolo terzo.
    Noi siamo spesso impegnati a raccontare come sarebbe bello il mondo se ci fosse questo e quello e mentre noi raccontiamo il mondo va per la sua strada e noi restiamo a bocca aperta vedendolo andare via

  • Paolo

    Da elettore di SEL, dico che non sono d’accordo e invece convido in toto il compagno Claudio Mezzanica: armare i curdi per
    un’emergenza, che qualsiasi esperto poteva prevedere ma è che
    colpevolmente stata lasciata procedere. In ogni caso oltre all’Arabia Saudita ci sono Qatar, (prima di tutti anzi!) e Turchia.

  • Ivano De Santis

    E nel frattempo che si decide per la missione ONU chi difende i civili dalla ferocia dell’IS???

  • Angelo

    Quale forza internazionale a guida Onu? Al momento non esiste né mi risulta in discussione. Certo, situazioni come quella attuale in Iraq dovrebbero spingere in questa direzione, e sarebbe utile che SEL chieda al governo di agire anche in questo senso. Ma rendiamoci conto che si tratta di un processo che richiede tempo, mentre l’ISIS va affrontata oggi e i civili vanno aiutati oggi. I peshmerga kurdi possono essere difficilmente equiparati ai mujahidin o agli altri gruppi armati da Reagan.
    Armare forze altrui su cui non si ha possibilità di controllo non è chiaramente la scelta ottimale, ma in una situazione come questa si deve ragionare in termini di male minore: deve essere chiaro che delegando l’azione contro l’ISIS ai kurdi si aiutano i civili ma non si risolvono le tensioni regionali. Per questo è giusto che, mentre si dà il via libera a un’azione di questo tipo, in parlamento si faccia pressione per lavorare da subito su alternative da applicare in futuro. Ma oggi non possiamo ragionare in base a principi astratti.

    E a tale proposito, forse dovremmo iniziare a pensare che una forza di sinistra, quando si occupa di politica internazionale, non deve limitarsi a dichiarazioni di pacifismo ma a difendere anche i valori che difendiamo nel nostro paese: e se non erro SEL in Italia difende la laicità, la libertà religiosa e i diritti delle minoranze: non sono principi sufficienti per rendere il contrasto dell’ISIS una priorità?

  • alberto ferrari

    condivido e aggiungo che questa tendenza a ” raccontare come sarebbe bello il mondo ecc. …” è pericolosamente aumentata nel linguaggio dei vertici di SEL dopo l’ultimo congresso che ha , a mio avviso, dato una sterzata radicaleggiante alla politica e al linguaggio di SEL. Ci siamo infilati, politicamente, in un vicolo cieco. E’ urgente rifletterci.

  • alberto ferrari

    condivido

  • Maurizio

    Esattamente. Tutte dichiarazioni di principio giuste, quelle di SEL, per carità. Giusto pensare al ruolo di USA e UE in Medio Oriente, giusto ripensare all’appoggio dato a questi gruppi per fare la guerra ad Assad, giusto anche aprire un ragionamento su primavere arabe, rivoluzioni colorate e simili, che troppo spesso abbiamo appoggiato acriticamente. Ad oggi, però, la gente lì sta crepando. E sta crepando per mano di gruppi che fanno del fanatismo religioso il perno della loro politica. Il pacifismo imbelle, quello del non prendere mai posizione oppure dire “si dovrebbe” si scontra con la realtà dei fatti. In altre parole: stante così la situazione (brutta, quello che volete, ma questo è) cosa si può fare? Per me, un appoggio anche militare ai curdi è necessario e indispensabile, tanto più che i curdi non si identificano in un radicalismo religioso pericoloso per quell’area, e (mi sembra) sono terzi a sunniti e sciiti. Saranno certamente una soluzione a breve termine, nel frattempo la politica dovrebbe tornare a ragionare a lungo termine per una soluzione delle crisi mediorientali.

  • Giusoppo

    l’unico appoggio dato da USA e UE “a questi gruppi” è stato non intervenire ai danni di Assad e a favore dell’opposizione democratica e dell’Esercito Libero Siriano. Tre anni di “lavarsene le mani” hanno permesso che la protesta contro Assad venisse fagocitata dagli integralisti e si creasse il brodo di coltura per il califfato. Il solo invio di armi senza fornire un supporto logistico e strategico significa proseguire nella stessa direzione

  • Dario

    Concordo invece col compagno Fratoianni. Lasciare agli stati libera scelta è grave (dovremmo essere, in teoria, una “unione” europea, come Onu troppo lenti a muoversi, come han fatto notare tutti), e soprattutto il comportamento del governo è tra il tragico e il demenziale: inviare armi leggere (così ha dichiarato la ministra Pinotti) è inutile perché niente in confronto all’armamentario jihadista (parole di Obama, più veloce dei servizi segreti americani), dispendioso per noi, e fatale per quei poveracci che andranno a scagliarsi in battaglia. Servono gli aiuti umanitari ma soprattutto un intervento congiunto di tutti i paesi europei, per difendere in primis i curdi, in secundis per neutralizzare gli estremisti, sperando di non arrivare a una nuova guerra. Temo che la diplomazia stavolta servirà a poco, checché ne pensi Di Battista…
    Però non sono informato a sufficienza per delineare e proporre qualche vaga via d’uscita.

  • alberto ferrari

    E mentre aspettiamo :” un intervento congiunto di tutti i paesi europei, per difendere in primis … ” i curdi e tante altre minoranze saranno o uccise o ridotte in schiavitù. e, come scrive più sopra Angelo : una forza di sinistra, quando si occupa di politica internazionale, non deve limitarsi a dichiarazioni di pacifismo ma a difendere anche i valori che difendiamo nel nostro paese: e se non erro SEL in Italia difende la laicità, la libertà religiosa e i diritti delle minoranze: non sono principi sufficienti per rendere il contrasto dell’ISIS una priorità?” .

  • Enrico Solito

    Per favore lasciamo stare l”imbelle pacifismo”, gli utili idioti o i servi della ciao.D’altronde è il secondo intervento e non replicherò. Ricordo che da venti anni il giochino è sempre lo stesso: ‘è una emergenza umanitaria, bisogna ndare subito, poi ci si penserà. <dato che io ci sono andato davvero non mi pare abbia funzionato, mai. Ma andiamo con ordine: ho una obiezione formale e una sostanziale.
    La prima. Si deve passare dall'ONU, che può convocare il consiglio in due giorni (e lì si combatte da almeno un anno). Se no ogni paese decide per conto suo. Gaza è certamente una emergenza umanitaria, con 2000 morti in poche settimane. Che direste se l'Iran attaccarsi Israele per salvare i fratelli di Gaza? Aver saltato questo passaggio per ragioni "umanitarie" ha portato alle guerre del Golfo e quella dell'Afghanistan, che sono oltretutto all'origine di questo casino. Aveva ragione Bush? Guardate che Saddam aveva invaso un altro paese, il Kuwait. D'altronde quando Hitler invase la Cecoslovacchia lo fece, disse lui, per difendere i sudati, che davvero erano discriminati. Non si finisce più. E non ditemi che è la forma e intanto la gente muore: la forma è sostanza, se no è il caos. E di massacri ce ne sono tanti: chi decide di salvare i cristiani e non i ceceni? Quelli del Darfur fatti a pezzi da Basheer? I siriani, fatti. apezzi sia da Assai che dall'ISiS? E nel caso, con chi stare dei due? Voi dire che questo è stare con la testa tra le nuvole. No, è non farsi prendere in giro. Ho sentito gli stessi proclami troppe volte, le ultime Libia e Siria. Non importa certamente nulla.a nessuno dei massacri, c'è solo voglia di intervenire militarmente per far valere il proprio peso
    Poi, ancora: certo che l<'isis va fermata, ma strategia di non fr intervenire l'ONU a interporsi (peace keeting) e invece allearsi con qualcuno è perdente. Tra qualche anno avremo da affrontare i curdi. E Erdogan che dirà?
    <ho molto rispetto delle posizioni di tutti e la questione non è facile. Ancor meno farlo su facebook.