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Lunedì, 13 giugno 2016

La Regione intervenga subito sul ghetto di Nardò

migranti

A distanza di 5 anni dal primo sciopero dei migranti contro il caporalato in Italia, dopo un processo contro imprenditori accusati del reato di riduzione in schiavitù e sfruttamento dei lavoratori, dopo sgomberi e soluzioni tampone, l’estate 2016 presenta a Nardò il consueto violento scenario di schiavitù, disagio, esclusione. Di decine e decine di lavoratori costretti a lavorare fino a 18 ore al giorno, a 3.50 euro a cassone di pomodori, per poi accamparsi in baracche improvvisate, senza servizi igienici, senza luce, senza alcuna tutela. Le associazioni colmano con generosità e passione le lacune delle istituzioni.

Il lavoro dei migranti nei campi, tra caporalato, sospensione di diritti e riduzione in condizioni di neoschiavitù viene ancora spesso trattato come ‘emergenza’ perpetua. E’ inammissibile.

Il Comune di Nardò si è rivelato più volte inadeguato ad affrontare la questione, demolendo a ridosso della stagione l’ex falegnameria senza immaginare soluzioni alternative.

La Regione Puglia ha promesso di allestire un campo con dei container per ospitare i braccianti ma con quali tempi? Ci risulta che oggi siano circa 100 i migranti che lavorano nei campi neretini, numeri che possono solo aumentare. Allora ci chiediamo: perché tanta inerzia nella predisposizione di un’accoglienza adeguata?

Chiediamo che questa negligenza della Regione Puglia cessi subito, che i tempi di intervento siano congrui alle esigenze di vita dei migranti, che il ghetto non diventi il male inevitabile. Chiediamo al Presidente Emiliano di mettere in campo con forza tutte le azioni necessarie e non rinviabili per contrastare con forza l’illegalità, mettendo fine a condizioni di segregazione e sfruttamento.

Sel Salento

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