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Venerdì, 8 gennaio 2016

La transumanza

caos--alla-Camera

Sui quotidiani di questi giorni  compaiono articoli e dati aggiornati sulla transumanza parlamentare, ovvero il passaggio da un gruppo all’altro di un numero crescente di parlamentari,nonché lo spacchettamento delle filiere in sotto filiere e via elencando la fenomenologia della crisi della rappresentanza. Tale crisi può essere letta dal punto di vista dei cosiddetti rappresentati – che sarebbe meglio chiamare i votanti a mosca cieca, come va va – riflettendo sulle ragioni della loro disaffezione, caduta di fiducia, distanziamento critico o rancoroso o altro, di cui sappiamo molto dalla cronaca e dai sondaggi ma di cui la politica politicienne. Cioè quella del come stare nei Palazzi e gestire pezzi e pezzetti di potere, presenza, tornaconto personale ecc. – continua a non occuparsi, al di là delle retoriche di turno di questo o quel leader. Infatti i dati di oggi confermano alla grande, se ce ne fosse bisogno,questo intemerato sentimento di impunità di cui la transumanza si nutre.

Siamo ormai in piena post democrazia e questo in soldoni significa anche che se la platea di chi continua ad avere interesse all’istituto della rappresentanza si restringe e il resto si disperde nel ripiegamento di ogni tipo, la semplificazione e la verticalizzazione della governance – il mantra del discorso neoliberista e ademocratico che ci guida – va alla grande. Salva, ovviamente, lo fanno anche nei luoghi dove esportano la democrazia, la regola dell’andare al votare: che volete di più?

Le cronache di oggi forniscono informazioni non su un punto di vista ma sul punto di azione dei protagonisti della transumanza di cui sopra – difficile infatti parlare in questo caso di un punto di vista o di molteplici punti di vista. Non ce ne sono, è solo il calcolo, il cogliere al volo l’opportunità, il fiutare il vento e similia.La XVII Legislatura, quella attuale, ormai avviata verso il completamento del terzo anno di vita, guida le danze dei passaggi e degli spacchettamenti, Tra Camera e Senato i passaggi si contato a decine e decine e la proliferazione delle sotto filiere stupisce per la l’intemerata faccia tosta con cui si moltiplicano le convergenze ad hoc. Ovviamente i passaggi – tutti i gruppi ne sono affetti, davvero tutti – servono a capire dove meglio piazzarsi per il futuro e le convergenze transitorie delle formazioni gruppettare a dividersi i fondi che il Parlamenta destina ai gruppi.Vecchi e nuovi. Che esistevano all’incipit della legislatura e che sono proliferati in progress.

Ovviamente tutto questo non ha proprio niente a che vedere con la natura del mandato, che non sarà imperativo ma certo altrettanto non dovrebbe essere disponibile ai continui giri di valzer, che sono di di esclusiva competenza del tipo che chissà come è stato catapultato dove sta. Qui siamo al manifestarsi delle forme estreme a cui è arrivata, con particolare virulenza in Italia, la crisi della democrazia parlamentare. D’altra parte la prova più chiara di tutto questo è stata fornita dalla legge costituzionale a prima firma Boschi, dal dibattito indecoroso che si è svolto nelle aule parlamentari sulla medesima legge, dagli esiti e dai seguiti che se ne sono avuti. Nonché dall’intreccio perverso della legge costituzionale con la legge elettorale, intreccio che mostra chiaramente l’evidenza della forma senza democrazia rappresentativa di cui sopra: semplificazione istituzionale – per di più all’italiana, cioè pastrocchiata e insipiente – verticalizzazione e concentrazione del potere nell’esecutivo. E sullo sfondo lì acuirsi del disordine relazionale e di competenza tra i poteri dello Stato.

 

Ciò che informa e performa la fenomenologia della transumanza è il trasformismo: attitudine che in Italia ha una lunga storia e continue epifanie ma che ormai è arrivata davvero al top della performance, Il trasformismo è il modo in cui oggi prende quota il partito della nazione, cadono i residuali fragili punti di attrito, distanza, confronto tra destra e sinistra, si evidenzia – guardando le cose dal punto di vista di chi vota -, l’inutilità del votare. Ma si evidenziano anche le opportunità che si offrono a chi – il capo del governo per esempio – con leggi elettorali ad hoc, come appunto l’Italicum – è in grado di istituire una modalità privatizzante del governare, usando, per esempio, secondo le opportunità elettorali della sua maggioranza, la leva della spesa pubblica. Le mance elettorali per esempio, oppure i favoritismi emendativi in sede di commissione per accontentare gruppi di pressioni che fanno riferimento a questo o quel transumante, a questo o quella formazione gruppetara in attesa di capire come situarsi più durevolmente.Dalla sua parte, è il calcolo di chi lavora al nuovo che continua ad avanzare caricandosi del peggiore vecchio in salsa post moderna.

Commenti

  • Francesco

    Camera dei deputati, 8 – 1 – 2016.
    Fratoianni, Scotti, De Petris, D’Attorre, i nuovi piloti del moderno “F 2016″…
    Dopo una breve trasvolata Sel (alias S.I.) atterra con un’abile manovra strumentale sulla pista del beneamato ” centrosinistra”, ovviamente in attesa spasmodica che Renzi viri un po’ a sinistra.
    Siamo tutti ansiosi e speranzosi…

  • francesco

    Come sempre si vede la pagliuzza degli altri e mai la trave davanti ai propri occhi. Non discuto sulle ragioni di divergenza politica che hanno portato SEL a rompere l’alleanza con il PD dopo che agli elettori si sono presentati assieme nel progetto “Italia Bene Comune”, ma se consideriamo (come Deiana fa) dei tasformisti chi passa da una collocazione parlamentare ad un’altra allora anche Lei e tutta SEL sono dei trasformisti. Ripeto non discuto del merito, ma non si possono considerare le proprie ragioni valide e quelle degli altri no. Si può discutere se è giusto o sbagliato che un parlamentare dopo essere stato eletto in una formazione/coalizione possa cambiare collocazione, ma non si può ditinguere sui motivi per cui lo si fà, perchè ogni giudizio di merito su ciò non può che essere soggettivo e non oggettivo. Non a caso SEL si auto-assolve per la propria scelta di uscire dalla coalizione con cui si è presentata agli elettori (con la promessa, agli elettori, che avrebbe sempre accettato le decisioni prese a maggioranza dalla coalizione stessa) e addita invece le scelte degli altri (che considera sostanzialmente immorali) perchè rafforzano un progetto politico a Lei avverso. Ripeto nel merito delle scelte di collocazione parlamentare post-elezioni si può discutere ma se la “libertà di coscienza” dei parlamentari vale vale per tutti e non solo per alcuni. Ennesima occasione sprecata per dimostrare che SEL (ma un pò tutta questa parte della sinistra) non si ritiene arrogantemente e supponentemente migliore (senza invero alcuna ragione) degli altri.
    Francesco l’altro

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Ma dai Francesco, chi vuoi che abbocchi? Lo sanno anche i sassi che non è stata Sel a uscire dalla coalizione, ma il PD, alleandosi con Forza Italia e pretendendo (per finta, in realtà sapevano benissimo essere impossibile) che Sel li seguisse con l’alleanza col nemico. Una roba vergognosa, e tu osi addirittura biasimare Sel per non averli seguiti? Ma lo sai cosa significa sinistra?

    P.S.
    Si, sono arrogante e supponente, e penso di essere migliore dei Migliore (e invero, di ragioni ne ho da vendere).

  • francesco

    Io non sto gettando alcuna esca (per rispondere alla tua insinuazione) ed inoltre credo che la tua lettura della realtà sia decisamente superficiale dato che omette l’elemento di maggior rilievo della vicenda di cui parliamo, ovvero che la coalizione Italia Bene Comune da sola non aveva la maggioranza in entrambi i rami del Parlamento e dunque NON poteva governare. Ciò detto se ti fossi degnato di riflettere sul mio intervento io NON contesto a SEL le ragioni della rottura con il PD (che comprendo e rispetto, anche se sulla questione delle alleanze ho idee diverse) ma l’atteggiamento di supponenza (lo stesso che tu palesi) che dimostra ergendosi a giudice (morale) degli altri. La convinzione di essere nel giusto, il discredito di chi non la pensa come te non è di sinistra e se tu credi di essere “migliore” di altri e non semplicemente di essere portatore di idee sensibilità diverse allora forse invece che puntare il dito dovresti riflettere sul fatto che non credi al principale valore della sinistra: l’uguaglianza.
    Francesco l’altro

  • Francesco

    Ultima.
    Il Partito della Nazione dilaga col motto “tengo famiglia”.
    Ben sette assessori della giunta arancione (compresi i due di Sel) del ” centrosinistra meneghino , saltano sul carro del candidato renziano Giuseppe Sala.
    È la triste parabola della “Sinistra larga e di governo” coniata da Vendola.
    Francesco, il primo.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Certo, come no. Jobs act, stravolgimento della Costituzione, Buona Scuola, Sblocca Italia, finanziarie perniciose e chi più ne ha più ne metta. Però, secondo te, dobbiamo dare dignità di “sinistra” anche a questi miserabili, solo perché loro si dicono di sinistra per non perdere il voto degli elettori più addormentati.
    Se continui a dare dignità a questo scempio, a considerare degno di rispetto questo progetto eversivo (si, eversivo, con l’abolizione del Senato e la nuova legge elettorale) e a definirlo addirittura di sinistra, criticando me perché noto l’ovvio, nutro legittimi dubbi sulla tua sincerità qui. Il troppo è troppo, Francesco. Te l’ho già detto, non ci casca più nessuno. Se invece ritieni sinceramente degno di rispetto il progetto di Renzi, votalo pure, ma non dirti di sinistra, per favore. Stai insultando me e tutti quelli che credono in certi valori. Perché si, siamo oggettivamente migliori di chi distrugge i diritti faticosamente conquistati con il sangue per difendere gli interessi degli amici degli amici. Si, siamo migliori di questi miserabili.

  • francesco

    Mi dispiace ma sei completamente fuori strada. Io no sto parlando di merito o di classificazione politica (sinistra o meno) ma di legittimità. Le tue (come le mie) idee anche se e quando divergono, financo quando sono contrapposte, hanno stesso valore e meritano lo stesso rispetto. Punto. Questo è IL VALORE principe della sinistra. l’uguaglianza. Consideri Renzi un farabutto, è legittimo, come è legittimo pensarla diversamente (io ad esempio, così ci chiariamo, non mi riconosco nelle sue politiche e ritengo di dubbia correttezza e leicità alcune sue scelte e quelle del suo governo) ma NON si può sostenere che le mie idee sono giuste in assoluto e quelle degli altri sbagliati, come non si può considerare qualcuno di dubbia moralità o altro perchè NON la pensa come te. NON si può biasimare altri per scelte analoghe alle nostre ed al contempo considerarsi noi nel giusto. Quando si comincia a fare così, a soppesare diversamente le medesime scelte (questo e solo questo ho segnalato nel mio intervento iniziale) allora – qualunque cosa a parole si professi – NON si crede in una società di pari ma in una in cui (citando Orwell) gli uomini (o i maiali nella sua fattoria) sono tutti uguali, ma alcuni di essi sono più uguali degli altri.
    francesco l’altro

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    No, non ci sto. Non è come la dipingi tu. Non me lo invento io, l’antifascismo è un valore della sinistra. E il progetto eversivo di Renzi è puro fascismo. Se hai dei dubbi, sappi che questo PD ha candidato veri e propri fascisti (cioè gente che si professa tale), per esempio in Campania e a Latina, addirittura come sindaco. Non ho alcun rispetto umano per i fascisti, e ritengo che questo sia un valore della sinistra.

  • francesco

    Figuriamoci se è mia intenzione convincerti di qualcosa. Se ti è più congeniale dividere il mondo (e gli esseri umani) tra buoni e cattivi fai pure se se metterti tra i buoni ti fa sentire meglio, buon per te. Hai le tue convinzioni granitiche e mi fa piacere per te, anche se mi permetto sommessamente di invitarti a non guardare gli altri dall’alto in basso perchè sei imperfetto esattamente come tutti noi. Io di certezze così granitiche non ne ho e non ne ho (quasi) mai avute (con la sola eccezione del periodo adolescenziale) e non ha caso appartengo a quella schiera che, come Bertold Brecht, “ci sedemmo dalla parte del torto visto che tutti gli altri posti erano occupati” (da chi aveva ed ha granitiche certezze come te e tanti, troppi, altri anche a Sinistra).
    Francesco l’altro

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Non hai risposto: ti piacciono i fascisti? O solo quelli candidati col PD? E’ inutile continuare a cambiare discorso o citare questo o quello. Le chiacchiere stanno a zero, il PD è fascista. Se per te i fascisti non possono essere messi fra i “cattivi”, piantala di dirti di sinistra (ma sopratutto, finiscila di dire che io non sono di sinistra in quanto i fascisti mi fanno schifo, guarda, non ti si può sentire).

  • francesco

    No non mi piacciono i fascisti e non ho niente a che vedere con loro. Ciò premesso (e ribadito che ogni giudizio politico sul PD è lecito e legittimo) utilizzare il termine fascista (che ha un carattere storico, sociale e politico chiaro) per definire il PD è fare un torto alla tua intelligenza ed a tutti coloro che il fascismo lo hanno contrastato e combattuto. Per quanto attiene la tua collocazione politica MAI e poi MAI mi sono permesso di giudicarla e tantomeno di definirti NON di sinistra, ti ho SEMPRE semplicemente invitato a riflette su alcuni valori (storicamente considerati fondamentali per la sinistra) e su alcuni fatti per evidenziare la complessità che contraddistingue il nostro rapporto con la realtà e su come non sia affatto sempre così evidente ed univoca la sua interpretazione (come per evidenziare lo iato che passa tra un’enunciazione di principio e la sua pratica). Mi ripeto, se tu sei convinto di tutto, delle tue certezze e dei miei torti, meglio per te. Credere che l’Italia si divida ancora oggi tra fascisti ed antifascisti e soprattutto che siano fascisti coloro che sono portatori di un’idea politica diversa o ritengono opportuno, NEL PIENO RISPETTO DEL DETTATO COSTITUZIONALE, proporre e portare avanti una riforma delle Istituzioni è una tua prerogativa e non sarò certo io a sostenere il contrario. Spero solo che se qualcuno pensa che la propria visione della società sia talmente giusta (indipendentemente da quanto condivisa o meno) da ritenere che sia lecito imporla anche agli altri (che evidentemente a loro modo di vedere se non la condividono è solo perchè sono “fascisti” e “reazionari”) non riaffiori la tentazione di farlo con la forza. Di tragiche illusioni ne abbiamo già avute e non c’è nessuna, ma proprio nessuna, ragione riaprire una stagione così nefasta e terribile per tutti.
    Francesco l’altro

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Forse non sei informato, avevo accennato in un commento precedente che non è che li chiamo io fascisti, sono loro a definirsi così (vedi, per esempio, candidato al Comune di Latina). Per il resto, è l’Anpi che mi da ragione: questa riforma della Costituzione nata dalla Resistenza non è una riforma, è uno scempio.

  • francesco

    L’affermazioni “Le chiacchiere stanno a zero, il PD è fascista” e ” il progetto eversivo di Renzi è puro fascismo” sono tue e anche se fossero mutuate da quelle di altri o da affermazioni di singoli non cambia la sostanza, ovvero che sono una TUA espressione. Non credo dunque di sbagliare nell’affermare che consideri il PD sostanzialmente “fascista”. Nel merito della riforma costituzionale si può ritenere giusta o sbagliata, molto sbagliata o addirittura uno scempio ma NON è eversiva in quanto avviente attraverso le procedure preciste dalla COSTITUZIONE. EVERSIVO è un progetto che avviene al di fuori delle regole e leggi vigenti, tu invece lo consideri tale (non solo tu, ovviamente) semplicemente perchè non lo condividi. Le due cose sono profondamente diverse e non hanno a che vedere niente l’una (il contenuto politico) con l’altra (l’eversione). Se si comincia a considerare ciò che non condividiamo come “eversivo” finiamo con il credere che NOI siamo la ragione ed il bene e gli altri IL MALE, comìè già successo in anni non troppo lontani e tragici. Questo modo di pensare è, oltre che potenzialmente pericoloso (non intendo dire che TU sei pericoloso o che esaperare ed assolutizzare le cose lo sia a prescindere, ma che rischi di diventarlo si, come spesso accade quando si sfocia nell’assolutismo), del tutto sbagliato (in quanto controproducente; radicalizzare le posizioni in politica NON paga, forse permette di raccogliere un pò di consenso nell’immediato ma alla lunga non porta lonatno, come è già accaduto al PRC, alla Lega Nord ed ora sta iniziando a capitare al M5S, vedi i casi “Quarto”, “Livorno” e altri) ed anche un tantino supponente (perchè si basa su una presunta ed immotivata convinzione di superiorità culturale e morale che ci auto-attribuiamo del tutto arbitrariamente ed immotivatamente). Con questo NON dico che tutto sia uguale ma che le distinzioni si fanno sempre e solo caso per caso e mai in generale, si giudica nel merito delle singole questioni e scelte politche, come delle singole persone (se un politico ruba NON significa che TUTTI i politici rubano), senza generalizzazioni. Certamente la politica ha bisogno anche di semplificazioni nel proprio linguaggio, nell’esprimersi ma un partito senza CREDIBILITA’ non va lontano (specie se relativamente giovane, con un consenso molto circoscritto e che si propone come alternativa) ed è per questo (dato che alla sinistra ci tengo) che talvolta intervengo (magari un pò polemicamente, ma solo come espediente per richiamare un minimo di attenzione sull’aspetto che segnalo) nella speranza che si rifletta (anche se ho l’impressione che l’attuale dirigenza di SEL non lo faccia e sia troppo distratta dal contemplare il proprio ombelico ed a coltivare il proprio orticello) su quanto poco ci porti lontano la banalizzazione e l’estremizzazione dei problemi della nostra società e delle nostre istituzioni dato che, esattamente come le bugie (la banalizzazione e l’estremizzazione), hanno le gambe corte.
    Francesco l’atro

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Questo tuo discorso l’avevo capito (e non fatico a condividerlo, almeno in linea generale: non sono un estremista e non credo di avere la soluzione a tutto, anche se per la verità mi accorgo che qualcun altro non è in buona fede e le sue ricette servono a lui e al suo partito, non al paese), ma io ti sto chiedendo un’altra cosa: è veramente “transumanza” la rottura di un’alleanza con un partito che non solo si allea con l’avversario, ma che addirittura candida fascisti nelle proprie fila, e per posti importanti come quelli di sindaco di un capoluogo di provincia (non possono dire che gli è sfuggito)? Perché di questo, alla fine, si stava parlando.

  • francesco

    Se mi poni questa domanda allora non mi sono spiegato bene e me ne dispiace. Non considero affatto una “transumanza” la scelta di SEL, quello che ho rimproverato a Deiana è il mettersi a giudicare le scelte degli altri esprimendosi su di esse con un (neanche troppo) malcelato disprezzo. Intendiamoci non voglio affatto dire che le decisioni di cambiare collocazione politica post-voto siano tutte animate da ragioni meramente politiche e non da interessi particolari (come anche casi giudiziari hanno acclarato, vedi il caso del Senatore De Gregorio) ma che con la sola eccezione degli acclarati casi che hanno rilevanza penale o a meno che qualcuno non dica apertamente di avre fatto quella scelta per interesse alllora si deve ritenere che fino a prova (palese) contraria lo faccia nell’interesse dei cittadini che rappresenta e la si deve rispettare. Perchè se non lo si fa apriamo le porte non solo alla delegitimazione degli istituti parlamentari (in questo caso quella della libertà del parlamentare che non deve sottostare a vincoli di mandato ma solo alla propria coscienza) ma anche alla NOSTRA stessa delegittimazione quando poi (anche se con le migliori intenzioni e con tutte le nostre ragioni) facciamo scelte analoghe. Il problema PRINCIPALE dellla parte di sinistra a cui anche SEL appartiene è la tendneza ad usare due pesi e due misure nell’esprimere i propri giudizi. Ben inteso ha molte volte ragione (almeno per chi come me e te vi si riconosce) MA è incomprensibile e CONTROPRODUCENTE verso gli elettori tutti che così non ci ritengono affidabili. Non ha caso NON cresciamo nel consenso NONOSTANTE RENZI. Allora i casi sono tre; o la Dirigenza di SEL (come temo) NON ha alcun interesse serio a diventare un partito del 20-30% (può sembrare assurdo in prima battuta, ma se ci pensi bene un partito di quelle dimensioni avrebbe anche una diversa e molto più serrata SELEZIONE della sua classe dirigente e quella attuale – che diciamolo con franchezza è magari senza infamia ma davvero è composta da mediocri – sarebbe spazzata via. La maggior parte di essi davvero non solo non resterebbe parlamentare ma NON farebbe parte neanche di un Direttivo di Circolo di una città di medie dimensioni) oppure sono dei masochisti estremi che godono nel soffrire o improvvisano al momento senza avere un0’idea di quello che fanno. Sinceramnete nessuna delle tre opzioni mi rassicura.
    Francesco l’altro