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Sabato, 13 febbraio 2016

Le proposte di Sinistra italiana per il sistema sanitario pubblico

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“Salute e istruzione per tutti” è ciò che va ripetendo Bernie Sanders nelle primarie del Partito democratico statunitense. Vincendo almeno per ora e di sicuro dettando alla politica Usa un’agenda con al centro la lotta alle diseguaglianze.. “Quando arriveremo alla Casa Bianca”, ha detto ancora Bernie Sanders, “big pharma avrà finito di salassare i cittadini”.

Si ripropone l’impellenza della lotta per allargare la copertura sanitaria che oggi dopo il calvario della riforma di Obama ha raggiunto 10 milioni di cittadini. Un passo per cui Obama ha lottato contro tutti, ma che lascia ancora fuori milioni di cittadini per la resistenza delle grandi assicurazioni, case farmaceutiche, grandi intererssi economici.

Quando si parla del nostro Servizio sanitario nazionale dovremmo tenere presente queste agognate lotte oltreoceano. Che fanno risaltare il valore di ciò che abbiamo conquistato e che oggi è a rischio.

Un anno fa ci lasciava Giovanni Berlinguer dalla cui opera- abbiamo ricavato, tra le altre cose, un’idea ancora vitale che l’affermazione del diritto alla salute, diritto universale, è un terreno di eccellenza della battaglia politica, il frutto di lotte, da parte di chi vi opera, dei soggetti sociali e sindacali, della cittadinanza.

La ragione per cui abbiamo voluto organizzare questo incontro, sollecitato, voluto da molti compagni che operano nelle città, nei territori e che è stato reso possibile per la disponibilità di studiosi, esperti, soggetti sindacali, associazioni dei pazienti che ringraziamo.

Una massa critica per fare del diritto alla salute e dei diritti di chi lavora in sanità una priorità cambiandone radicalmente la visione che ha prevalso negli ultimi decenni centrata sul costo del sistema, sulla sua sostenibilità economica per cui si dice non si può garantire tutte le cure.

E’ di questi giorni l’approvazione del decreto sull’appropriatezza dettata non dalla clinica, ma dal razionamento. Una vera e propria ossessione ideologica, che cancella il fatto che la spesa del Servizio sanitario pubblico italiano rapportato al PIL è tra le più basse in Europa.

La Ministra Lorenzin staziona nei talk show televisivi dove spaccia i tagli lineari come recupero di efficienza e lotta all’inappropriatezza, promesse mai rispettate.

Ultimo è un tesoretto di 1,5 miliardi, su cui ci permettiamo di dubitare perchè appeso almeno tre variabili: la verifica di marzo con l’Ue, la trattativa sulle clausole di salvaguardia e il prossimo Def. Di sicuro finora, ci sono stati solo tagli ciechi, che hanno compensato la riduzione delle tasse sulle imprese IRAP, sulla prima casa.

Una ingiusta partita di giro: per non pagare indistintamente l’Imu, ma si pagano di tasca propria farmaci, visite mediche, analisi diagnostiche. Un colpo durissimo alla povera gente, a chi è precario, a chi lavora in condizioni psicofisiche, ai/alle migranti.

E poi c’è il ruolo delle Regioni in preda alla sindrome di Stoccolma. Vittime supine del proprio carnefice. Esse, svalorizzate dalla Riforma della Costituzione che ricentralizza la Sanità separandola dalle Politiche sociali, sono chiamate a fare il lavoro sporco: riducono e spremono e il personale, tagliano servizi essenziali, accorpano l’impossibile nell’organizzazione delle ASL, esternalizzano, privatizzano servizi. Di fronte a questa realtà la litania dei primi della classe non regge più. Si tace sui numerosi autorevoli rapporti internazionali che documentano il peggioramento del servizio sanitario italiano.

L’Italia insieme a pochissimi altri Paesi perde punti nella classifica dell’Indice Europeo Health Consumer (EHCI). Nel giro di pochi anni, su 37 Paesi analizzati, l’Italia è scesa dal 15° posto al 20° (2014) e quest’anno al 21°. E’ proprio la salute delle/degli italiani che declina al peggio.

Gli anni di vita in buona salute si sono ridotti di circa 6 anni dal 2005 al 2013, a fronte di un incremento della durata della vita di due anni. Ma, la speranza di vita, indicatore che oggi ci fa salire nelle classifiche è il risultato dei passati decenni. Già da oggi l’Italia ha la punta massima europea di morti per inquinamento come si evince dal recente Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente e ci si interroga sul picco di mortalità da dopoguerra registrato dall’ inizio di questo anno.

Se questo è il presente, il futuro in assenza di interventi appropriati sarà di sicuro più critico.

Per alcune determinanti come il sovrappeso/obesità e l’attività fisica tra i giovani deteniamo record negativi fra le nazioni europee, secondi solo alla Grecia per obesità, dati che ci rendono simili alla situazione degli Stati Uniti. Sulla salute riproduttiva delle donne pesa l’obiezione di coscienza dei sanitari per l’applicazione della legge 194 oggetto di condanna da parte dell’Europa. Siamo primi in Europa per corruzione in Sanità (secondo il Barometer di Bruxelles), dai 6 agli 8 miliardi di euro, nel 2013, sarebbero fagocitati dai meccanismi illegali.

A questo si deve aggiungere il peso dell’evasione: secondo il Censis oltre il 21% dei pazienti ha pagato senza fattura o ricevuta visite medico specialistiche, il 14,4% visite odontoiatriche e l’1,9% prestazioni infermieristiche.

Infine, ma questione di primaria importanza per noi di Sinistra Italaiana siamo di fronte all’aumento delle diseguaglianze nella salute e nell’accesso ai servizi. Un processo di selezione per censo per cui chi ha meno reddito, sapere e potere si ammala di più e si cura di meno. 4,2 milioni di rinunciano a curarsi a causa degli alti costi tikets e privatizzazione indotta dalle lunghe lista di attesa e dell’eccessiva distanza dai servizi.

Secondo il Rapporto Censis ben il 66,7% delle famiglia a basso reddito ha avuto almeno un membro che ha dovuto rinunciare o rinviare prestazioni sanitarie e le persone che si sono indebitate per pagare le cure sono ben 7,7 milioni.

Ingiusto, immorale perchè si tratta di salute.

Questi dati dimostrano che il servizio universalista è oggi messo in discussione. Noi voglismo ricostruirlo. E per un Bersani che pone il tema, c’è però una maggioranza di Governo, delle Regioni e del PD che coltivano, nei fatti, l’ossimoro ingannevole dell’universalismo selettivo” sui cui punta Confindustria, uno dei pochi corpi intermedi accettati dal Governo, e propugnato da sempre la destra.

La Ministra ha gettato la maschera parlando alla Commissione sanità di Federmanager ha promesso l’allargamento del ricorso ai fondi integrativi che alimenterà il secondo pilastro delle assicurazioni che impoverirà il sistema pubblico. Queste sono punti critici. E’ necessario aumentare la consapevolezza, direi lanciare un allarme. La salute delle e degli italiani è peggiorata ed è la capacità del sistema sanitario di soddisfare l’assistenza sanitaria diminuita, mentre la condizione di chi lavora nel servizio è arrivata ad un punto di collasso.

Serve un bagno di realtà, non di propaganda.

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