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Martedì, 18 febbraio 2014

Le vene scoperte dell’America Latina

brasile

So che quel che sto per scrivere non piacerà a molti, ma da attivista profondamente innamorato dell’America Latina, parte ormai della mia vita personale da oltre un decennio, sempre entusiasmato e sorpreso dalla capacità di quei popoli di resistere, e ricostruire percorsi di giustizia e liberazione, oggi mi interrogo.

Mi interrogo sulle basi fragili degli esperimenti di Socialismo del XXI Secolo. Su un presidente Evo Morales, che annuncia la costruzione della prima centrale nucleare boliviana (come la chiamerà Pachamama?) e che chiude d’autorità un’organizzazione per i diritti umani.  Su un altro presidente della mia seconda patria l’Ecuador, che accusa attivisti ambientalisti e dirigenti indigeni (parte integrante dei movimenti della sinistra sociale) di turbare l’ordine pubblico. E insiste nella strada dell’estrattivismo e dello sfruttamento indiscriminato di risorse naturali. Di una presidente Dilma Rousseff, che non è in grado di governare il disagio sociale e la marginalizzazione crescente dei brasiliani dai processi decisionali e non solo. Ricordo le parole preoccupate di Joao Stedile incontrato qualche mese or sono. E guardando le immagini da Caracas pensando al rischio imminente di un bagno di sangue, mi chiedo perché e se non sia possibile “criticare” da sinistra quel governo, senza cadere nelle ire di chi poi leverebbe accuse di tradimento, imperialismo o asservimento agli interessi di Washington o della borghesia.

Mi interrogo perché in molte di quelle rivoluzioni e quegli esperimenti in molti abbiamo creduto o forse ancora crediamo. Ma forse più che nel potere crediamo nella potenza della sinistra che non governa, ma opera dal basso. Nei prossimi anni i nodi verranno al pettine, il debito ecologico e finanziario accumulato per ripagare oggi il debito sociale mostreranno con evidenza la poca lungimiranza di chi governa. E lì dietro, proprio dietro l’angolo c’è chi non vede l’ora. La prossima settimana in Ecuador esiste la concreta prospettiva che il nuovo sindaco di Quito sia della destra. Sul fuoco delle manifestazioni di piazza a Caracas soffia la destra di Capriles. Dietro le rivolte delle megalopoli brasiliane sta accucciata la destra, aspettando di cogliere l’occasione giusta. Per questo, per il bene di quelle esperienze di liberazione dobbiamo avere il coraggio di essere critici. Come si fa per un amico che rischia di andarsi a far del male.

Commenti

  • Tom Joad

    Una parola sola: vergognatevi!

  • fidel

    Continua a sostenere la politica da salotto e da compromessi di sel piuttosto che preoccuparti delle politiche dell’america latina..NON MI SEMBRI TANTO IN GRADO

  • Aigor

    Martone, interrogati come avete fatto a diventare gli utili idioti delle lobbies finanziarie invece di scrivere codeste boiate.

  • Giovanni Beckenbauer

    sicuramente tutte le organizzazioni socialiste dell’America Latina non vedono l’ora di ricevere da SeL lezioni su come si fa politica a sinistra. Quante mail vi ha mandato Maduro per capire cosa deve fare?

  • Francesco Martone

    Argomentiamo. Cosa avrei scritto di così opinabile? Lavoro da venti anni con movimenti sociali di sinistra in America Latina, ho vissuto con loro anni di lotte contro il neoliberismo e l’impatto devastante degli investimenti delle imprese multinazionali, lo faccio ancora assieme a movimenti indigeni di Ecuador, Perù e Bolivia. Vivo parte della mia vita in Ecuador, ho marciato assieme a movimenti indigeni che hanno cacciato via un Presidente di destra. Abbiamo organizzato Tribunali di opinione formati dalle migliori menti dei movimenti anticapitalismo europei e latinoamericani che hanno giudicato duramente le politiche commerciali e di investimento dell’Unione Europea. Oggi molti di questi movimenti si interrogano come me, con preoccupazione e senza retorica. Sono movimenti di sinistra, anticapitalisti, ecologisti. Argomentiamo su questo, la mia è una proposta di discussione non un insulto. Ed una proposta che si alimenta proprio di dialoghi, interlocuzioni con questi movimenti. Nessuna presunzione, o email da parte di nessuno.

  • Daniele NO

    Disonestà intellettuale oppure la cultura dominante ha costretto qualche coda a finire tra le gambe.

  • Kirill

    Vergogna, finalmente che siamo riusciti a costruire il “Socialismo” in un paese come l’america latina voi non sapete far altro che criticarlo, ma ormai da SEL non mi aspetto niente di meglio. servi del neo-liberismo.

  • Guido

    Non conosco personalmente Francesco Martone ma vorrei dire che il suo modo di continuare a cercare non mi stupisce. Sono anch’io volendo un fedayn dell’America latina ma non ho ancora avuto l’occasione di andarvi. Se che ci va ci come Francesco comunica queste criticità lo fa perché ha a cuore quelle esperienze non perché é moderato. Proviamo ad uscire dal radicalismo verbale e antipolitico che tra l’altro ha affossato ogni esperienza di costruzione di un governo alternativo almeno negli ultimi vent’anni. Lasciamo al cosiddetto grillismo questo modo ignorante di fare/non fare politica. Un saluto di speranza!

  • Matley

    Condivido le tue riflessioni e mi spaventa il cieco e violento dogmatismo di certe risposte (da parte di persone che probabilmente si riempiono la bocca e non hanno neppure letto il bellissimo libro da cui è tratto il titolo del post).

  • Davide Concas

    Martone ma che sinistra è????? ci si rimangia tutto ma per favore….vomito

  • marco

    credo che Martone non abbia tutti i torti, e credo anche che la Sinistra abbia il grosso difetto di essere critica con tutti tranne che con se stessa. Gli assoluti sono pericolosi. Mi stavo appunto chiedendo quale fosse il rapporto tra ecologia e progresso, tra occupazione del suolo ed investimenti. I pellerossa cacciavano solo i bufali necessari, cosi come tanti altri popoli del passato. Oggi non credo sia più cosi, per nessuno. E se “la sinistra” non interviene in tempo a riequilibrare gli squilibri, ci penserà la destra a rivendicarlo. Così quelli come te potranno tranquillamente tornare a lamentarsi della destra e bla bla bla…