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Lunedì, 12 gennaio 2015

Liguria, Cofferati sconfitto alle primarie. Sel: non sosterremo la “vincitrice”, lavoreremo ad una prospettiva diversa

La Commissione Elettorale Regionale ha convalidato e trasmesso i risultati finali degli scrutini delle primarie della Liguria al Comitato Politico per la proclamazione del vincitore. Paita ha ottenuto 28.973 voti contro i 24.916 di Cofferati. Sei le schede contestate. Sulla base dei dati ricevuti e delle verifiche sulle tabelle di riepilogo provinciali e per singolo seggio, la Commissione ha registrato appunto 6 schede contestate ed annullate. Il dato definitivo è di 54.947 votanti e 54.588 schede valide (177 nulle, 182 bianche). La maggior parte sono andati a Raffaella Paita e Sergio Cofferati, mentre Massimiliano Tovo ha avuto 699 voti.

Per il deputato ligure di Sel Stefano Quaranta  «Quello che è successo in questi giorni è il risultato di ciò che è accaduto nei mesi precedenti. Le primarie cui ho sempre partecipato io prevedevano prima un giudizio sull’amministrazione uscente, e questo non è stato possibile, e poi definire i confini della coalizione. Non ho mai partecipato a primarie con alleanze variabili a seconda dei candidati».

«Servirebbero persone al servizio delle idee. Quando le idee sono al servizio delle persone, quando ci sono persone già candidate a 8 mesi dalle primarie c’è qualcosa che non va. Se sono buoni anche i voti della destra non mi stupisco più di nulla», prosegue Quaranta, che precisa: «Mi riferisco a Raffella Paita, la candidata che non sosterremo mai alle elezioni».

Per il coordinatore nazionale di Sel Nicola Fratoianni «Con la candidatura di Sergio Cofferati abbiamo provato a costruire in Liguria un centrosinistra capace di guardare con attenzione al territorio, ai diritti, al lavoro. Con la vittoria della Paita questa prospettiva non c’è più. Il punto non è l’inquinamento sul piano delle regole. Si tratta naturalmente di una questione importante ma non di quella centrale. L’inquinamento che ci interessa è innanzitutto di carattere politico. Gli accordi, espliciti o meno, con ampi settori del centrodestra e le dichiarazioni della Ministra Pinotti sulla necessità di imbarcare il Nuovo Centro Destra sul modello nazionale sono la questione decisiva. Noi non parteciperemo a questa operazione e lavoreremo ad una prospettiva diversa. A sinistra».

Commenti

  • Enrico Mataacena

    Ottima linea : a sinistra con chiunque ci sta, ma quando il PD va a destra sarà il nostro avversario . Comunque questo inquinamento delle primarie da parte della destra e di gente prezzolata è osceno. Accadde già a Palermo ( SEL si piegò , aihmè al PD) , è accaduto anche in piccoli comuni , e adesso in Liguria. Le primarie non sono più credibili per scegliere i candidati governatori o sindaci. Ora Cofferati che farà ? Verrà con noi in uno schieramento di sinistra ? Io lo spero.

  • francesco

    “Che fa il nesci, Eccellenza?” L’alternativa a sinistra era già in campo, ancor prima che Sel si schierasse con il perbenista Cofferati. A quanto pare, la coerenza è una merce sempre più rara…

  • Enrico Matacena

    Non si può definire come alternativa di sinistra la chiusura settaria che non cerca di coinvolgere tutte le forze progressiste disponibili. Dare del perbenista a Cofferati è un atteggiamento degno di beppe grillo. Che il PD sia finito a destra è una cosa negativa ed è estremamente stupido rallegrarsene. E poi nel momento in cui ci si mostra aperti ed unitari , si riesce poi anche a conquistare una fascia molto più larga dell’elettorato del PD , anche quando si è costretti a rompere con tale partito.

  • mariosi

    Sono d’accordo:anche nei piccoli centr (Toscani,Umbri,Liguri etc..)i,i candidati cosiddetti renziani,hanno fatto accordi piu’ o meno sotterranei,con il centro destra (NCD e Forza Italia).Questi accordi hanno ribaltato le situazioni interne.
    In altre parole:Renzi edi renziani hanno scalato con queste intese il PD sconfiggendo le altre componenti.
    Stupisce come la dirigenza nazionale di SEL,non denunci cio’ apertamente ed anzi collabori ingenuamente a dare il proprio sigillo su questo stato di cose,tagliandosi le gambe.
    Se si partecipa a queste primarie dopo non ci si puo’ defilare politicamente.
    indispettiti.Continua questo pericoloso non essere n’e carne ne’ pesce portando consenso in primis ai grillini.L’elettorato lo ha capito,sembra molto meno Niki,che non ne azzecca piu’ una,o meglio,non ne azzeccano piu’ una i collaboratori,
    Forse manca la SOSTANZA della capacita’ politica diffusa a causa di una maldestra selezione della classe dirigente di SEL,approssimata e con scarse basi politiche ma anche di una certa presunzione.
    Sono emerse,cioe’,terze e quarte file.
    Molto meglio Grillo:quando i Suoi dicono e fanno sciocchezze,preferisce allontanarli,piuttosto che perdere consensi.Anche questa e’ strategia.

  • mariosi

    Allora:vi e’ un accordo che ha preso forma tra PD e centro destra,che ha consentito a Renzi ed i suoi di scalare il PD e consente ai suoi di fare piazza pulita in giro per l?Italia.
    Questo accordo,gestito dai Colonnelli,e’ stato e’ stato subito da Berlusconi obtorto collo,per non affondare subito,visto che era agli arresti.
    SEL LO VUOLE DENUNCIARE CON CHIAREZZA O NO?

  • francesco

    Insistere sul concetto che nel PD ci sarebbe uno scontro tra due linee contrapposte non contribuisce a far uscire dal guado chi vuole realmente costruire una Sinistra di alternativa degna di questo nome.
    Le peggiori nefandezze a scapito delle masse popolari negli ultimi tempi, sono state approvate dai governi Monti e Letta, con il concorso attivo e convinto del PD a guida Bersani.
    Nei momenti che contano, i “pidioti” sono disinvoltamente compatti nel difendere gli interessi della Ditta, come quando hanno fatto passare in Senato il Job Act che, a parole, dicevano di avversare.
    La sudditanza nei confronti del PD è la vera palla al piede di Sel (di quel che resta,ormai) avviata a sdraiarsi all’ombra di un nuovo Ulivo “Civatizzato”, a invocare illusoriamente Keynes.

  • francesco

    Giustificare – solo dopo che Segio Cofferati è statos confitto alle primarie – la “giravolta a 180 gradi” di SEL con la volontà di coinvolgere nella coalizione per le elezioni regionali in Liguria l’NCD di Alfano è tanto deprimente quanto allarmante.
    Deprimente perchè mette in luce tutta la malafede di un partito che non riesce ad avere il coragio di assumersi delle responsabilità e scarica sugli altri le colpe della proria mancanza di linea, adducendo motivi davvero pretestuosi (come quello dell’eventuale co-abitazione in coalizione con il NCD, dopo che SEL, quando ancora era parte del PRC, non ha avuto alcun problema a governare con l’UDEUR di Clemente Mastella, dico Clemente Mastella, al cui confronto Alfano è da considerarsi un simpatizzante Democrazia Proletaria). Sia chiaro che questo vale ancora di più per i “duri e puri” dell’odierno PRC che anche su questo sito sono così loquaci nell’emettere sentenze quanto erano silensiosi e benevoli nei confronti del loro “leader maximo” Ferrero quando era di Clemente Mastella un COLLEGA.
    Allarmante perchè mette a nudo la completa mancanza di strategia e orizzonte di SEL che non riesce ad assumere una decisione che sia una ed a mantenerla per almeno un semestre. Ce ne siamo scordati tutti (gli elettori però no) che siamo passati dal volersi fondere nel PD di meno di un’anno fà (aprile 2013) al “dagli all’untore” nei confronti del PD nazionale con l’intemezzo comico di un balletto di si-no, alleati-rivali in ogni contesto regionale o locale.
    SEL è oramai allo sbando più completo e di ciò davvero mi dispiace, ma a questo punto fatico davvero ad immaginare che sia possibile un’inversione vera di rotta senza aver prima preso una lezione di tale portare all’estinsione, tanto della dirigenza che della getsione – personalistica e familistica – attuale. Ciatndo Virgilio speriamo Di meliora piis

  • francesco

    Invece, parafrasando Dante, mi sa che abbondino troppi Dei falsi e bugiardi.

  • Enrico Matacena

    Dire che fa bene grillo ad espellere chi non la pensa come lui, significa avere una mentalità parafascista (come appunto quella di grillo) . Io di Bersani non mi fido, e nemmeno di Fassina. però il fatto che in tanti non si iscrivono più al PD o ci rimangono a denti stretti , mi da speranze per un dialogo.a livello di base , non di vertice. SEL ha i suoi difetti e finalmente è uscita dalla subalternità al PD (non dappertutto , vedi in Emilia Romagna) ed è l’unica forza di sinistra che esiste ed ha una linea. Dire che SEL sarebbe “stata parte in PRC” è un falso ridicolo e si dimentica che tanta parte di SEL viene (come me) dai DS e altri dai verdi. Il confronto con i governi Prodi con dentro Mastella sono poi altrettanto assurdi. Mastella aveva uno strapuntino in un governo tutto sommato abbastanza progressista anche se con tante contraddizioni. Magari tornassero i tempi dei governi Prodi!

  • francesco

    Gli iscritti “a denti stretti”, ammesso che siano persone legate sinceramente ai valori storici della Sinistra, non vogliono capire in quale baratro il PD sta portando il Paese.
    E non li si aiuta a capire se questo Partito viene continuamente legittimato come alleato strategico. Appena un anno e mezzo fa Sel è entrata in Parlamento proprio grazie all’aiutino del Partito Democratico che l’ha invitata al desco dell’ammucchiata Italia Bene Comune.
    E questo spiega anche la conclamata “opposizione costruttiva” al governo degli eletti di Sel.
    Conosco diversi iscritti al PD del mio quartiere con tenore di vita invidiabile e ottime pensioni.Stranamente,quasi tutti concordano sul fatto che i mali dell’Italia risiedono nell’assenteismo aziendale e nei presunti fannulloni (ipse dixit, Matteo Renzi!) invece che nell’enorme evasione ed elusione fiscale, nella disoccupazione di massa e nell’ideologia della razza padrona basata sullo sfruttamento dell’uomo e dell’ambiente.

  • francesco

    Ognuno può credere alle favole che vuole, ma considerare un “falso ridicolo” il dato storico che SEL sia stata parte del PRC (nata da una sua scissione nel 2008 per l’esattezza, costituendosi in un primo tempo come Sinistra e Libertà) dimostra solo l’incapacità nel leggere ed affrontare la realtà.

    Che singoli aderenti a SEL possano avere, o per la precisione abbiano, provenienza politica diversa è del tutto evidente quanto influente rispetto all’ovvietà che SEL provenga/sia stata parte del PRC in cui sono formati politicamente, hanno militato per anni ed hanno fatto carriera praticamente (quasi) tutta la dirigenza di SEL a partire da Vendola, Frattoianni, Ferrara, Forgione, Deianna, Furfaro, La Torre, De Petris, Costantino, Di salvo, Nicchi, Pecorini , Robotti , De Cristofaro, etc. (praticamente i 7/8 dei componenti degli organismi dirigenti e quasi tutti i parlamentari eletti provengono dal PRC).
    Il confronto con il secondo governo Prodi, ovvero con l’andare a braccetto con Clemente Mastella è tutt’altro che assurdo dato che in entrambi i casi, quello della convivenza tra PD-PRC-UDEUR e quella attuale tra PD-NCD hanno la stessa comune origine, ovvero la NON autosufficienza della sinistra. Facile accusare oggi il PD di fare alleanze innaturali, quando meno di un’anno fà l’ennesima “gioiosa macchina da guerra” dell’Italia Bene Comune (in cui SEL era dentro “mani e piedi”) ha preso l’ennesima batosta elettorale riuscendo a perdere un’elezione praticamente vinta. La verità è non riusciamo ad avere un progetto credibile che sia capace di attrarre un numero di voti che possano “pesare” sulla scena politica nazionale. Siamo un partito, SEL, residuale che non ha nessun interesse a crescere ed a svilupparsi perchè altrimenti sfuggirebbe al controllo dei suoi attuali dirigenti che lo usano non certo per gli obbiettivi alti che professano ma per conservare un ruolo che gli dia visibilità sociale e per ricevere un indennità che gli consenta di mantenere un tenore di vita che con le sole proprie forze non potrebbero certo permettersi.
    Certamente chiunque, anche e soprattutto nel PD, chi fà politica ad un certo livello la fà anche (e soprattutto) per ambizione e tornaconto personale, ma se ciò avviene all’interno di un partito di dimensioni sufficienti ad incidere politicamente sulle scelte governative di una nazione (come di una regione, etc.) allora quel “costo sociale” che è l’avvermazione individuale del politico trova una sua ragione ed utilità nel servizio che quel politico rende alla comunità, diversamente si tratta di mero spreco. Dunque il riconoscimento di status ed indennità politica hanno una ragione e funzione sociale solo se ricondotti a raggruppamenti che incidono grazie alla loro grandezza numerica e capacità di rappresentanza, diversamnete no. Solo che nei grandi partiti per il singolo politico la competizione è alta, la selezione è maggiore (perchè molti sono i concorrenti interni) e dunque la posizione è precaria, mentre nei piccoli partiti come SEL o il PRC – allorchè praticamente inutili politicamente – il mantenimento del controllo da parte dei singoli è molto più facile dato che la concorrenza è quasi inesistente (basta assicurare un posto anche a qualche amico fidato ed il gioco è fatto). O vogliamo credere che a sinistra ci si divida continuamente per divergenze politiche e non perchè così ciascuno controlla fermamente un proprio “orticello” con l’illusione di ottenere quei 5-6 seggi parlamentari con cui ripagare se stessi e gli amici fidati. Il resto sono solo chiacciere da salotto e non ha caso appena si è capito che fondersi nel PD equivaleva ad una “navigazione a mare aperto”, alla faccia della tanto sbandierata retorica sul coraggio di osare, abbiamo fatto retromarcia per non perdere quella modesta (quanto inutile) rendita di posizione che un partito si porta dietro. Ma probabilmente sono io ad essere prevenuto e (per fare un solo un esempio su tanti) in SEL si passa da ex-assessore di un piccolo comune di meno di 20.000 abitanti a membro del coordinamento nazionale saltando ogni tappa intemedia per bravura e non perchè si è compagna di vita del “figlioccio politico” di Vendola. Ma tant’è.

  • nino

    Sel è in estrema confusione. Appoggiare cofferati, come uomo di sinistra, quando in realtà è un progressista solo di nome, pienamente integrato nel pd renziano, la dice lunga sul fatto che ancora sel non riesca a staccarsi dal suo passato.