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Giovedì, 5 giugno 2014

Mose e questione morale: serve un finanziamento pubblico e trasparente alla politica se no vincerà sempre il più ricco

finan

L’inchiesta sugli appalti relativi al Mose non solo apre una nuova ed enorme questione morale, ma ci riporta ad una riflessione circa il rapporto tra la politica, i gruppi di pressione e i soldi.

Nel nostro Dna è ben radicata la cultura garantista, quindi prima di esprimere giudizi definitivi è doveroso aspettare il corso dei procedimenti giudiziari. Detto questo, non si può negare che siamo di fronte a probabili episodi di finanziamento illecito delle attività politiche di alcuni dei protagonisti coinvolti nella vicenda.

Sono stato in prima fila insieme a tutta Sel nella difesa del finanziamento pubblico della politica. Era e rimane, proprio alla luce dell’inchiesta sul Mose, una battaglia a difesa di un principio: le forze politiche devono essere vincolate a darsi regole democratiche al proprio interno e ricevere un finanziamento pubblico in proporzione al loro consenso. E la bussola deve essere la trasparenza della gestione economica, che è esattamente l’altra faccia della medaglia della democrazia interna.

Tra l’altro gli episodi di cui abbiamo notizia in questi giorni riguardano finanziamenti illeciti a candidati. Non a caso, proprio nella discussione alla Camera, avevo sollevato la necessità di una totale pubblicità dei finanziamenti a chiunque svolga un’attività politica e amministrativa, anche a livello locale.

Insomma, la sensazione è che potremmo pentirci amaramente della strada intrapresa qualche mese fa: non solo è iniqua ma rischia di alimentare episodi di corruzione.

Senza alcun finanziamento pubblico vincerà sempre il più forte in termini economici. E quello più forte può pericolosamente diventare quello che riesce ad ottenere soldi per decidere come finalizzare le sue scelte politiche. E attenzione ottenere soldi in modo criminale, cioè dal gonfiamento dei costi di appalti pubblici, quindi di fatto soldi pubblici.

E’ insopportabile. Proprio per questo è necessario rilanciare l’idea di un finanziamento pubblico della politica, legandolo alla capacità di raccolta presso i cittadini. In questo modo si legherebbe il finanziamento ad una scelta e una relazione continua con i cittadini stessi, sulla scorta del modello tedesco del cofinanziamento. Un principio di sana politica che era stato inserito nella legge 96 del 2012 e cancellato con la nuova disciplina. Si sa in Italia siamo maestri a gettare via il bambino con l’acqua sporca.

Commenti

  • Francesco Spanò

    Salve Sergio, sono stato sempre (e rimango) fortemente a favore di un finanziamento pubblico, solo pubblico, trasparente e ben regolato. Bene venga una nuova iniziativa a favore del ripristino del finanziamento pubblico. SEL deve e può dare una spinta in questa direzione.