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Mercoledì, 18 novembre 2015

No ad un decreto missioni che continua a produrre il contrario di quello che dovrebbe

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Sinistra Italiana è contraria a un decreto che ancora una volta mette insieme cose diverse tra cui missioni e impegni che continuano a produrre il contrario di quello che dovrebbero. Cosi è un decreto sbagliato. Siamo favorevoli all’appello del Presidente del Consiglio nell’essere responsabili di fronte a questa situazione internazionale cosi’ grave, ma questo vuol dire contribuire tutti insieme a trovare risposte piu’ efficaci.

Di fronte all’offensiva del Daesh  nei confronti non solo dell’occidente ma, anche e soprattutto, del mondo islamico, bisogna intervenire sugli elementi che danno forza a Daesh: colpire al cuore gli approvvigionamenti al califfato. A chi vende il petrolio il Daesh con cui finanzia la propria guerra, da chi compra le armi?

L’Italia commercia in armi con Paesi di quell’area che hanno con Daesh rapporti quantomeno ambigui. Alla Turchia che continua a bombardare le postazioni dei curdi, di chi combatte con più efficacia Daesh, dobbiamo dire qualcosa, prendere posizione? Noi pensiamo di si.

O noi mettiamo in campo una politica, una strategia chiara ed efficace oppure continueremo a sbagliare. Dobbiamo mettere in condizione i servizi, le strutture che lavorano sulla prevenzione, di poterlo fare nel modo più efficace sapendo però che la tutela dei diritti costituzionali, delle libertà non può essere messa in discussione. Perche’ mettere in discussione le libertà di tutti è uno degli obiettivi di chi semina terrore.

 

Commenti

  • Edoardo Trotta

    Io NON SONO in GUERRA!!! Anche se sia necessari rispondere con FERMEZZA al terrorismo islamista non “islamico”. Risposte sbagliate creano risultati controproducenti, rafforzando questo tipo di terrorismo.
    Quindi condivido le posizioni di Sinistra italiana proprio perché volte a non creare reazioni ISTERICHE che producono risultati opposti a quelli desiderati dalla maggioranza degli Italiani.

  • Guvjc

    E’ legittimo non sentirsi in guerra con questi pazzi scatenati ma solo perché non siamo stati ancora colpiti. Ma che succederà nel momento in cui dovessimo subire un grave attentato con decine o centinaia di morti? Siamo così sicuri che quel 50% di italiani che già si sente in guerra non diventerà 70 o 80%? Così come è ovvio che vadano evitate le reazioni isteriche e demagogiche ma anche limitarsi a ripetere il solito ritornello delle armi e del petrolio mi pare un po’ pochino di questi tempi. A me pare che il fenomeno sia molto più complesso e che meriterebbe ben altro approfondimento. Approfondimento che continua a mancare, come sempre, a sinistra. Questi criminali cerebrolesi sono contagiosi come e più della peste e della lebbra messe assieme. I loro preti invasati soffiano sul fuoco del disagio e della povertà culturale ed economica della loro gioventù. E non tanto su quella dei loro disgraziati paesi ma soprattutto di quella urbanizzata e di seconda e terza generazione che vive in occidente. Con questo dovremmo fare i conti e non nel senso che questi poveri ragazzi vadano maggiormente integrati e socializzati perché molti di loro già lo sono, almeno in parte. La questione vera è che moltissimi di loro (ovviamente non tutti) non desidera affatto una maggiore integrazione ma semplicemente disprezza il nostro modello culturale e sociale benché infinitamente attrattivo. Non possiamo più permetterci di essere tanto intransigenti con i fascisti di Forza Nuova o di Casa Paund e tanto tolleranti e comprensivi con le reazionarie idee professate dal loro clero oscurantista.