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Lunedì, 23 marzo 2015

Palazzotto: ad Agrigento muore la politica. Iscritti e iscritte PD si ribellino

agrigento

Le primarie della polemiche di Agrigento premiano il candidato vicino a Forza Italia. Sono arrivati nella tarda serata di ieri i risultati ufficiali delle primarie del centrosinistra che hanno deciso il nome del candidato a sindaco della città dei Templi alle amministrative del 31 maggio: Silvio Alessi, patron delll’Akragas. Sarà lui a rappresentare la lista ‘Agrigento 2020’, la ‘Grosse Koalition’ che mette insieme destra e sinistra, dal Partito democratico, al Patto dei democratici per le riforme, alla Voce siciliana, Patto per il territorio, Sicilia democratica, Il Megafono di Crocetta e Articolo 4, a a un passo dell’ingresso nel Pd. Alessi ha stravinto con 2152 voti sugli oltre 4 mila agrigentini andati al voto per le primarie. Seguono a ruota Epifanio Bellini (808 voti), Peppe Vita (567) e Piero Marchetta (534).

Per Erasmo Palazzotto deputato di Sel  si tratta di una «Cronaca di una morte annunciata, quella della Politica. Non è un problema solo per il PD, ma per la politica tutta – continua Palazzotto – perché si perde di credibilità se in nome del potere si annullano le differenze».

«Non ho sentito in questi giorni molte voci indignate nel PD Siciliano – aggiunge l’esponente di Sel – al massimo quella di qualche dirigente di minoranza intento a criticare chi fa altre scelte per dare prova di affidabilità. In una città come Agrigento, umiliata e mortificata da classi dirigenti pessime che hanno dato vita alla fiera del trasformismo, non si può far finta di niente – conclude Palazzotto – agli iscritti ed alle iscritte del PD chiedo di ribellarsi, di alzare la testa e di riconquistare la dignità e la moralità della politica».

Commenti

  • Dario

    Non è la prima volta che capita, in tante città del sud sono anni che funziona così. E agli elettori del PD va benissimo, dacché votano per il simbolo senza la benché minima cognizione di ciò che gli accade intorno: questo è l’80% del loro elettorato, il resto è in malafede.

  • francesco

    “Tutto sbagliato, tutto da rifare” (Gino Bartali).
    Chi sceglie di schierarsi coi Partiti istituzionali, si aspetta un ritorno in termini di favori, specie al Sud.
    L’appello di Palazzotto è patetico e fuori dalla realtà siciliana.