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Mercoledì, 24 settembre 2014

Piemonte, accolte due mozioni di Sel: denuclearizzaione della regione e un nuovo piano antisfratti

no nucleare

Ieri è stata un’ottima giornata in Consiglio Regionale. Innanzitutto è passata ad ampia maggioranza (33 voti su 39 presenti), la mozione presentata prima delle vacanze sulla denuclearizzazione del Piemonte. Significa non solo che Sergio Chiamparino, in qualità di Presidente della Conferenza delle Regioni, si farà portavoce della richiesta al Governo di rispettare i tempi per la costruzione del deposito nazionale, ma anche che la V Commissione avvierà audizioni e sopralluoghi per raccogliere il maggior numero di informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori della denuclearizzazione del Piemonte e che finalmente sarà applicata la legge regionale del 2010 sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti, che prevede programmi di prevenzione a beneficio dei lavoratori e degli ex lavoratori degli impianti.

Ma c’è un altro risultato di cui siamo davvero soddisfatti.

Molti di noi, nella loro esperienza di amministratori, si sono trovati in questi anni di fronte alla situazione drammatica dell’emergenza abitativa: una storia che riguarda ogni anno migliaia di persone in tutto il Piemonte, troppo spesso periferica rispetto alle priorità delle istituzioni e del dibattito politico.

Tutti sappiamo quanto è stata ed è ancora drammatica la recessione in Piemonte: il perdurare della crisi, con effetti pesanti sulle imprese e sui lavoratori, ha determinato un calo di reddito dei nuclei famigliari. Spesso, alla perdita del posto di lavoro segue in breve tempo quella della casa a causa degli sfratti per morosità, che nel 2013 hanno subìto un’ulteriore crescita rispetto al 2012, anno in cui si era già registrato un forte aumento rispetto al precedente. Nel corso dell’anno 2013 vi sono state, presso il solo Tribunale di Torino, quasi quattromila procedure esecutive, la gran parte di esse (oltre 3800) riconducibili a casi di morosità del conduttore, determinate in misura notevole dalla diminuzione o perdita della capacità reddituale subìta dalle famiglie in conseguenza diretta e indiretta della perdurante crisi economica.

In un quadro in cui appare sempre più indispensabile una riforma degli ammortizzatori sociali a carattere inclusivo e universale, che estenda il sostegno al reddito anche ai precari e a tutte le tipologie contrattuali subordinate e parasubordinate, trovare una misura che risponda al problema dell’emergenza abitativa in Piemonte è una priorità.

Ricordo con orgoglio quando il 21 gennaio 2013, con l’approvazione all’unanimità di una mozione da noi presentata, la Città di Torino costituì il primo Fondo “Salva Sfratti”: 1.000.000 di euro destinati a misure di sostegno abitativo alle famiglie che avevano subìto una diminuzione della capacità reddituale a seguito di un evento documentabile intervenuto a partire dal 01 gennaio 2011.

Era mancata tuttavia, fino a questo momento, una misura regionale in tal senso. Perciò, con una mozione scritta da noi e presentata in Consiglio Regionale insieme a Nadia Conticelli (Presidente della II Commissione), abbiamo chiesto l’istituzione di un fondo “Salva Sfratti” regionale, per trasformare la sperimentazione avviata a Torino in una politica su scala più ampia.

Così, grazie alla solerte risposta dell’Assessore Ferrari, che ha annunciato uno stanziamento di 18 milioni di euro, ieri la Regione, votando all’unanimità la nostra mozione, si è impegnata innanzitutto a confermare le risorse che finanziano il Fondo Locare e il fondo sociale per le morosità incolpevoli (di cui alla Legge Regionale 3/2010) e a verificare insieme alle ATC e ai comuni piemontesi le condizioni di accoglienza temporanea nel patrimonio pubblico e privato disponibile, a sostegno dell’emergenza abitativa. Inoltre, come abbiamo chiesto, il Presidente Chiamparino si è dichiarato pronto a intervenire nei confronti del Governo per ottenere il ripristino del Fondo nazionale per il sostegno alla locazione.

Ma soprattutto, entro 60 giorni la Regione presenterà una delibera d’indirizzo con le linee guida dell’istituzione del fondo Salva Sfratti regionale (Ammontare del Contributo, Articolazione del contributo in base al reddito, Alternative alla rinegoziazione, Fondo di garanzia) a partire da alcuni requisiti: cittadinanza U.E. o permesso di soggiorno, contratto di locazione di unità immobiliare a uso abitativo regolarmente registrato in territorio piemontese, pendenza di un procedimento di intimazione di sfratto per morosità non ancora convalidato o eseguito, residenza da almeno un anno nell’immobile, documentata situazione di diminuzione della capacità reddituale, possesso di un reddito derivante da regolare attività lavorativa con un valore ISEE non superiore a euro 26.000,00, non titolarità di diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione su immobili, assenza di morosità pregresse nei 3 anni precedenti.

* Capogruppo di SEL al Consiglio Regionale del Piemonte

 

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