Sei in: Home › Attualità › Notizie › Poste, sciopero regionale contro la privatizzazione. SI: sbagliato privilegiare i profitti a danno del servizio pubblico
Lunedì, 27 giugno 2016

Poste, sciopero regionale contro la privatizzazione. SI: sbagliato privilegiare i profitti a danno del servizio pubblico

poste

Poste bloccate, oggi, in Emilia-Romagna. Lo sciopero regionale dei lavoratori, indetto da Slc-Cgil, Cisl-Slp, UilPoste e Failp-Cisal, contro la privatizzazione dell”azienda, la consegna della corrispondenza a giorni alternati e l’allarme esuberi, ha raccolto, secondo le stime sindacali, oltre l”85% delle adesioni dei lavoratori. A Bologna un corteo di circa 2.000 manifestanti, proveniente da tutta la regione, è partito da piazza XX Settembre per raggiungere la centrale piazza Roosevelt, luogo del comizio finale . I sindacati chiedono un incontro con il prefetto di Bologna, Ennio Mario Sodano.

A decidere se la posta può arrivare a destinazione un giorno sì e uno no, prossimamente sarà la Corte di Giustizia dell’Unione europea che prenderà in esame il ricorso al Tar del Lazio contro la delibera dell’Authority sulle comunicazioni che autorizza Poste italiane a fare le consegne della corrispondenza a giorni alterni. Una delibera che in Emilia-Romagna, lamentano i sindacati, ha già fatto registrare 150 quintali di posta in giacenza In corteo, a manifestare con i dipendenti di Poste italiane, anche Giovanni Paglia, deputato emiliano-romagnolo di Sinistra Italiana, insieme al capogruppo di Si-Sel in Regione Emilia Romagna, Igor Taruffi. «Mentre aumentano le preoccupazioni di tanti lavoratori per le proprie prospettive occupazionali e dei cittadini dei paesi privati dei loro uffici postali – dichiarano -, il Governo Renzi va avanti con la politica della privatizzazione».

«Secondo noi – proseguono -, è sbagliato privilegiare i maggiori profitti anziché il servizio pubblico anche a tutela del sistema economico nel suo complesso, con la sicura penalizzazione dell’utenza: meno sportelli, più finanziarizzazione delle attività, minore attenzione alle realtà periferiche e montane».