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Martedì, 7 giugno 2016

Queste elezioni non sono la misura definitiva di un progetto

urne, seggi, schede elettorali

Il primo turno è andato. A Torino e Roma i dati non sono quelli che avremmo voluto e che ci aspettavamo. Non siamo stati capaci di intercettare il voto in uscita dal Pd che sono andati in gran parte al m5s. Paghiamo una fragilità e un difetto di radicamento che vengono da lontano. E su questo dovremo lavorare molto. In altre realtà come Bologna, Sesto Fiorentino, Napoli, Cosenza e Brindisi i risultati sono molto positivi. A Cagliari la sinistra che governa bene si conferma al primo turno. Unico caso in Italia. La verità è che dove abbiamo unito autonomia e innovazione i risultati sono stati incoraggianti. Ora dobbiamo lavorare. Serve una forza strutturata, organizzata e capace di ricostruire un radicamento nella società. Serve pazienza e determinazione. Queste elezioni non sono la misura definitiva di un progetto. Sono un passaggio col quale fare i conti, soprattutto dove le cose non sono andate bene, senza reticenze o autoassoluzioni. Con queste elezioni si apre una fase nuova e si chiude il dibattito troppe volte estenuante sul rapporto col Pd.

L’autonomia e il carattere alternativo del nostro progetto non possono essere messo in discussione ad ogni tornante: quello che vive di sola tattica è infatti un dibattito che considero sbagliato e regressivo. Da domani occorre lavorare ad una proposta per il paese, ad un profilo politico e culturale, ad un programma chiaro che abbia al centro la lotta alle disuguaglianze. E naturalmente occorre concentrare il nostro lavoro sul referendum costituzionale di ottobre. Perché lì si gioca una partita decisiva sul piano politico e soprattutto sul terreno della qualità della democrazia. Abbiamo bisogno di una sinistra nuova e non dell’ennesima nuova sinistra.

Commenti

  • Luca

    Moltissimi (quasi tutti) i punti condivisibili, soprattutto dove fa autocritica e la parte finale.

  • Anna Maria Di Miscio

    Chi è l’autore dell’articolo?
    Condivido, ma troppe volte si è detto innovazione….

  • mariosi

    basta pero’ con articoli anonimi.

  • mariosi

    Cosa e’ la Misura Definitiva del Progetto?
    Il Progetto e’ gia’ stato generalmente bocciato dai numeri e (purtroppo)dai nuovi arrivi.

  • ComunistaItaliano

    Concordo. Si sbaglia se si pensa che Sinistra Italiana avrebbe dovuto sfondare al suo primo appuntamento elettorale (quando ancora il partito non è nato).
    Non credo che agli inizi del secolo scorso, socialisti prima e comunisti poi trovarono la porta aperta per arrivare ad eleggere qualche loro rappresentante. Armati di pazienza e determinazione, i militanti di allora, arrivarono a conquistare ampi spazi istituzionali e non nell’Italia di allora.
    Oggi (con dinamiche tutte diverse ci mancherebbe), al primo risultato non del tutto positivo della non ancora nata Sinistra Italiana, si pensa solo a bocciare e buttare tutto dalla finestra. i risultati positivi ci sono e su quelli bisogna ripartire.
    Il progetto non è stato bocciato. Il caso Roma?! Ma sfido chiunque a fare meglio in un momento in cui l’antipolitica la fa da padrona dopo la vicenda penosa e triste di Ignazio Marino.
    Anzi! direi che, nonostante tutto si è raggiunto 4,4%. No, non è molto ma neanche un misero 2% come fu per gli arcobaleni, le rivoluzioni civili ecc….
    Quindi al lavoro. Basta lamentarsi.
    Marco

  • Redazione

    mi dispiace ma si è trattato di un errore della redazione…..

  • Redazione

    La redazione si scusa … l’autore ora è stato inserito

  • redazione

    Errore della redazione…. ce ne scusiamo.

  • Enrico Matacena

    Condivido l’intervento di comunistaitaliano anche se non mi piace affatto il suo anonimato. E aggiungo alcuni risultati come quello di Bologna dove SEL si è spaccata e quelli che sono andati al rimorchio del PD hanno avuto un grosso insuccesso , ciò dimostra che dobbiamo cacciare dalle nostre file gli strapuntinisti , cioè quegli opportunisti che vogliono una sinistra piccola e gestibile da gente che poi va ad elemosinare un tozzo di assessorato dal PD .

  • rosella

    non mi piace che si dia addosso a compagni che hanno fatto una scelta diversa dalla nostra,che un congresso non lo abbiamo ancora avuto e ancora non sappiamo come ne uscirà fuori Sinistra Italiana.E’ questo modo,di spaccarsi malamente,di sentirsi più bravi degli altri che secondo me deve uscire da dentro di noi e che ,sempre secondo me,ha fatto in SEL Piemonte una rissa dopo l’altra,Io direi che può bastare,Pensiamo a fare un partito di sinistra che volente o nolente avrà delle anime diverse,ma che non dovrà a mio parere,cercare la rissa,ma la comunione di ideali

  • francesco

    “non siamo stati capaci di intercettare il voto in uscita dal PD…” ma lo sai che a Torino, come del resto a Milano, una grande fetta di Sel-SI si è venduta al candidato PD contribuendo al successo del renziano Piero Fassino?
    francesco,il primo.

  • francesco

    Caro Fratoianni, a proposito della “tua” Sinistra nuova, non dimenticare
    il vecchio e prodigioso Perlana…se è ancora in commercio.
    francesco,il primo.

  • francesco

    Attenzione ai nuovi arrivati. Sono contro Renzi perché sono stati messi da parte. Ma non sono contro la natura ultra liberista del PD, altrimenti sarebbero usciti prima.

  • claudio

    Sinceramente sarei più cauto nell’esprimere un qualsiasi ottimismo sui risultati del primo turno delle elezioni amministrative. A Napoli il successo di De Magistris prescinde dell’apporto di SEL/SI che si è solo aggregata ad una coalizione esistente che già governava la città. A Cagliari non ha vinto la sinistra ma il centrosinistra con l’apporto determinante del PD che è il partito “azionista di maggioranza” dell’amministrazione Zedda. A Roma e Torino non sono solo stati deludenti i risultati ma sono stati sonoramente bocciati dirigenti di spicco di SEL/SI del calibro di Airaudo e Fassina (che equivale ad una bocciatura tout-court della dirigenza nazionale). Sinceramente mi auguro che si rifletta con più lucidità sulla deriva che una sinistra (come SEL) nata dal rifiuto dell’estremizzazione e dell’autosufficienza minoritaria fine solo a se stessa e all’ego di una classe dirigente quanto autoreferenziale ha purtroppo intrapreso.

  • MICHELE DI LERNIA

    Dati alla mano, salvo casi eccezionali, la sinistra italiana, quella a sinistra del pd, ne è uscita davvero malconcia.
    In una situazione sociale devastante per le classi meno abbienti e con il ceto medio che sprofonda sempre più verso la povertà, la sinistra poteva avere campo facile. E invece l’elettorato l’ha considerata meno affidabile addirittura di chi è responsabile del disastro economico e sociale in corso. Aggiungo che questa sinistra non ha nessun rapporto nè col territorio, nè con le fasce sociali che intende rappresentare: è proprio nelle periferie cittadine che si osservano due fenomeni drammatici, quello della rinuncia alla fiducia nel riscatto sociale (vedi astensionismo) oppure quello dell’estremismo di destra.
    Questa sinistra, così com’è è evanescente, è solo un ectoplasma, ben distante da quel famoso fantasma che si aggirava per l’europa di marxiana memoria!
    Aggiungo di più: a Malnate, dove vivo, non si è neanche presentata e non so neanche se per caso si trovasse all’interno di una lista civica visto che nessuno si è preoccupato di spiegarlo ai cittadini. Silenzio assoluto. Ho provato a cercare informazioni in internet, sul sito di SEL della provincia di Varese, ma niente. Non era dato sapere dove fosse la sinistra a Malnate.
    Se vogliamo uscire da questo incubo, la prima cosa che dobbiamo fare è un’analisi spietata su noi stessi. E azzerare completamente questo gruppo dirigente, responsabile della debacle.
    Michele

  • alberto ferrari

    Intervista a Pisapia su La Repubblica giusto un anno fa ed ancora più attuale :
    Dalla Sinistra Arcobaleno a Rivoluzione Civile di Ingroia, fino alla lista Tsipras presentata
    per le elezioni europee. Mi sono chiesto molte volte quale sia la malattia di
    questa sinistra innamorata delle sconfitte che non impara mai niente
    dall’esperienza, incapace di uscire da una logica perdente che prevede che
    quelli «contro» si mettano insieme pur di superare il quoziente elettorale.
    Salvo scoprire a urne appena chiuse che hanno idee diverse e dunque dividersi
    subito e prendere ciascuno una strada (…).

    Quando vado in giro e le persone mi chiedono se sono di Sel o se sono
    del Pd, rispondo che mi sento parte di un unico centrosinistra. Che non mi
    riconosco in una sigla o nell’altra. Che il mondo è cambiato e che ci vuole un
    riformismo rinnovato. Dico che non ne posso più di veder nascere comitati per
    il no a qualcosa. E che mi piacerebbe veder costruire comitati per il sì (…).
    Basta litigi, divisioni, populismo, personalismi. Bisogna volare alto, ma
    guardando in basso, senza perdere il contatto con la realtà. Parlare è facile,
    è costruire che è difficile. E governare in un momento di crisi è ancora più
    difficile; mentre criticare e fare opposizione è non solo più facile ma anche
    più divertente. Se abbiamo inanellato tante sconfitte, è perché spesso l’obiettivo
    non era vincere, ma raggiungere il quorum. Non era misurarsi con la fatica del
    governare ma conservare lo spazio puro della testimonianza. Io non mi rassegno
    alle sconfitte che portano rancori, delusioni, divisioni.

  • claudio

    il punto è che dirigenti politici come Fratoianni, Airaudo, Deiana etc. (sostanzialmente chi ha adesso in mano SEL ed ha spinto per la rottura con il PD e per l’attuale progetto ad esso alternativo) anzichè essere in Parlamento con un lauto indennizzo mensile (tra l’altro grazie solo all’odiato PD senza il cui apparentamento nella coalizione “Italia Bene Comune” da sola SEL non avrebbe eletto alcun Deputato e Senatore) farebbero fatica a trovare un lavoro di qualsiasi rilievo. Non voglio essere offensivo ma è evidente che l’attuale dirigenza di SEL è di una mediocrità assoluta e che la scelta di rottura sia solo la conseguenza dell’egoistico (loro) tentativo di mantenere una rendita di posizione che non sarebbe possibile se, anzichè raccimolare un misero consenso rivolgendosi alla, sempre più residuale, parte di elettori di sinistra che “vota con la pancia”, avessero scelto di misurarsi con il Governo e la gestione dei problemi reali (che possano essere affrontati solo all’interno del recinto del contesto dato e non in astratto come se tutto fosse possibile solo perchè immaginato o eticamente più giusto). Facile opporsi, difficile è costruire qualcosa. Quando si tratta di governare (ovvero assumere delle decisioni anzichè limitarsi ad opporsi a quelle prese da altri) se non si è capaci e flessibili (che è un pregio e non un difetto – a meno di non agire in malafede o con fini personali – in una società così complessa come quella attuale) e se la nostra competenza non va oltre ad aver imparato “a pappagallo” qualche slogan o idea astratta è difficile restare credibili a lungo. Sta tutta qui la ragione della scelta “barricadera” di SEL/SI, la stessa ragione che a suo tempo aveva portato il PRC a radicalizzare le proprie posizioni politiche (e che aveva portato – proprio perchè tale scelta era considerata profondamente sbagliata – alla fuoriuscita di una parte della sua dirigenza che aveva dato vita al Movimento per la Sinistra e dal quale SEL discende; anche se adesso ne ha tradito le ragioni fondative) e non ha niente a che vedere con la difesa dei più deboli (del resto non ci vuole particolare intelligenza per capire che nessun partito del 3-5% possa difendere alcunchè, salvo le proprie poltrone).

  • Guido Conti

    Continuo a pensare che persuadono e convincono le forze ideologiche, popolari e organizzate certamente in modo gerarchico ma trasparente e concreto…L’italiano medio é approssimativo se non ignorante della storia e della politica, vive visceralmente il momento individualistico se non dell’istante e non riconosce il collettivo se non nella disgrazia o nell’enfasi del nulla come i mondiali di calcio…e soprattutto ha capito e compreso che se stai nel palazzo, se fai operazoni dall’alto invisibili, chiami a raccolta senza chiedere mai pareri e ti definisci di Sinistra, sei più lontano e quindi meno credibile degli altri che magari sono una setta o degli affaristi o dei poltronai navigati o meno….quindi si è doppiamente “colpevoli” e responsabili del disastro…..
    Smettere di citare “A FUTURE TO BELIEVE IN”…….farlo!!!!!
    Sciogliete tutto, ripertiamo da zero tutte e tutti quanti davvero…..La parte di popolo minoritaria ma sensibile all’uguaglianza se no sta a casa!!
    Troppo semplice cambiare gruppo parlamentare o fare i deputati, là dentro non vi vede e sente quasi nessuno….Quando si parla di scelte sbagliate e non si dice che sono tossiche vuol dire essere dentro il socio-sistema capitalistico e nel migliore dei casi voler cambiare cosa? L’ irragionevolezza imperante dell’ideologia del profitto?…Come?….Ormai nell’immaginario collettivo questo spazio “rivoluzionario”, appunto perché siamo in Italia, lo ha riempito la gerarchia grillina…Senza connessione sentimentale popolare, senza ideologia alternativa a 360°. senza organizzazione circolare ed orizzontale vere, state pur lì a far carriera, ma non spesteremo mai niente…..e non saremo mai percepiti come Sinistra! Anzi contribuiamo a polverizzarne il significato proprio come fanno Renzi, Boschi, Romano e Migliore…….con Salvini alle porte…..
    Un saluto da Bologna dove almeno qualche poltronaio forseandrà a lavorare!!!

  • Guido Conti

    Scusate per qualche refuso ma sono esausto dei commenti antipolitici in generale e ciò mi emoziona….negativamente….

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Certamente, questa intervista è ancora attuale, attualissima: infatti, già allora, da queste dichiarazioni, si poteva capire (e infatti qualcuno l’aveva capito) il cavallo di Troia che in realtà è Pisapia. E che infatti ora ha portato alla candidatura (e alla vittoria alle primarie, facilmente ottenuta candidando Balzani) di Beppe Sala, uno che di sinistra (o di centrosinistra, se il signorino preferisce) non ha proprio nulla.
    La verità è che qualcuno è troppo buono, uno così sarebbe da cacciare a calci in culo.

  • francesco

    Una precisazione doverosa.
    A Cagliari Zedda ha vinto al primo turno grazie all’apporto determinante del Partito Sardo d’azione, che in precedenza era il puntello di Forza Italia in Sardegna.
    Quindi siamo in presenza d i un “centro-sinistro”. Con la O finale!

  • francesco

    Immagino che adesso il Partito sardista vorrà andare all’incasso per i servigi resi al sindaco Arancione Massimo Zedda…
    ,francesco, il primo.

  • elettore

    Penso che ci eravamo incamminati bene con SEL e pian piano stavamo guadagnando credibilità e consenso. Se personalità escono dal PD ed aderiscono a SEL dovrebbero almeno avere rispetto di chi SEL la ha pensata e poi fondata sin dal congresso di CHIANCIANO. Avere rispetto di tutti ed accogliere tutti va bene ma almeno sino alla fondazione del nuovo soggetto politico i padroni di casa siamo noi. Però come è capitato nelle varie competizioni elettorali (regionali, europee ecc.) SEL ci mette la passione, l’organizzazione ecc. a favore di soggetti che invece di accrescere il consenso lo disperdono.
    Come diceva spesso Nichi, SEL è lievito per un soggetto politico più grande. Perciò gradirei che almeno il panettiere si sia guadagnato sul campo il titolo.

  • alberto ferrari

    Vorrei ricordarti che la compagna Balzani è stata voluta e sostenuta alle primarie da Pisapia. Ma purtroppo non le ha vinte.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Ma va? Che strano, in una competizione a maggioritario secco senza ballottaggio, con un candidato chiaramente espressione delle destre e DUE candidati che sostanzialmente rappresentavano la stessa parte politica, mi meraviglio che abbia vinto il candidato di destra. Chiamasi matematica, il risultato non era difficile da prevedere. Se il candidato fosse stato uno solo (per esempio Majorino, che era già candidato da prima) la partita sarebbe stata diversa (anzi, facendo la somma delle due percentuali, si vede che l’elettorato delle primarie avrebbe premiato un candidato di sinistra). Ma no, Pisapia deve proporre un terzo candidato, regalando la vittoria a Sala. Secondo te, se queste considerazioni sono ovvie per me, che non sono nessuno, a maggior ragione non dovrebbero essere chiare a Pisapia, che è “di mestiere”? Non, non può essere così ingenuo. E’ chiaro che ha voluto far perdere Majorino.
    A margine, ti faccio anche notare che la “compagna Balzani” era del PD. Se proprio Sel avesse voluto avere un suo candidato, avrebbe almeno dovuto avere la compiacenza di candidare un proprio iscritto (o anche simpatizzante), non una del PD sostanzialmente equivalente a Majorino. Ma che senso ha tutto ciò, se non di sabotare Majorino regalando la vittoria a Sala?

  • Alberto ferrari

    Non c’è niente da fare. C’è una sinistra che ha sempre ragione perdendo sempre. Ma di questo sembra non importagli niente. Tanto c’è il sol dell’avvenire. Prima parli di Balzani, poi di Majorino. Poi di complotto.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Abbi pazienza, ma con un maggioritario secco senza ballottaggio com’è possibile vincere con due candidati dalla stessa parte e uno di destra? Ma come fai ad essere così ingenuo?

  • alberto ferrari

    caro Detestor, il problema è che Pisapia, che conosce bene Milano, sapeva bene che Majorino, per quanto bravo e competente compagno e assessore, non poteva aspirare ad avere la maggioranza del voto dei milanesi. Ma sapeva anche che sarebbe stato folle riconsegnare Milano alla Lega di Salvini e alla destra di De Corato pere altri venti anni, solo per far fare un po’ di testimonianza alla sinistra di opposizione. Non era e non è questo il disegno di Pisapia. Ed il dato elettorale gli ha dato ampiamente ragione. Vedi i risultati di Airaudo e di Fassina.

  • http://detestor.blog.com/ Detestor

    Quindi, mi confermi che la candidatura alle primarie di Balzani è stata portata proprio per impedire a Majorino di essere il candidato sindaco del centro sinistra, e che proprio grazie al meccanismo del maggioritario secco avrebbe vinto “il terzo”, ossia Sala, che Pisapia riteneva votabile dai milanesi e counque migliore di Lega e destra, giusto?
    Beh, in caso sia così, ritengo counque pazzesco favorire un renziano per fargliela alla Lega. Ripeto, per me pari sono.

  • ex/fatica/nemo

    tesi indimostrabile e inconfutabile, quindi pessima, la stessa, tra l’altro che fu spesa ai tempi contro Pisapia. Solo candidando Majorino avremmo avuto la controprova “sperimentale” cosa impossibile in politica.
    aggiungici che Sala non ha attratto una fava dal centro e dalla destra e che ha vinto solo perchè i grillini si sono astenuti o hanno votato per lui (nonostante l’ambiguià protofascista del partito moltissii grillini vengono e si sentono ancora di sinistra, vedi pure Bologna) e molti a sinistra (come me) l’hanno votato al secondo turno. certo non è detto che l’elettorato moderato centrista avrebbe fatto altrettanto nei confronti di Majorino, ma alla fine peno di si. in più con l’imprimatur di Pisapia avrebbe avuto un ottimo slancio (lo stesso slancio che ha permesso ad una stronza sconosciuta ai più di superare Majorino in pochi giorni di campagna elettorale.)
    la verità è che Pisapia ha fatto, nella migliore delle ipotesi (che è quella in cui credo io), una mossa politicamente demente che ha rischiato di rimettere Milano nelle mani della destra, nella peggiore un favore consapevole a Renzi (cosa che probabilmente non sapremmo mai, dato che Renzi stesso è molto in difficoltà e l’unica controprova di questa tesi sarebbe vedere Pisapia ascendere a qualche incarico nazionale, cosa che ritengo comunque improbabile).

    ps quando dico che la Balzani è una stronza so quello che dico. impresentabile e supponente espertissima nell’arte dello scarica barile e del non dire nulla. il fatto stesso che non si sia candidata nemmeno per il consiglio comunale, in attesa di qualcosa di più appetitoso o solo per disinteresse nei confronti della città di cui avrebbe dovuto essere sindaco, lo dimostra.