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Martedì, 9 giugno 2015

Rai, Sel: la riforma deve essere discussa o sarà editto bulgaro

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Un testo mediocre, che, lungi dall’essere una riforma, si limita a un mero maquillage sulla governance, trasformando la lottizzazione della legge Gasparri nell’occupazione unica del governo, circostanza che in Europa si verifica solo in Bulgaria. E’ l’opinione sul disegno di legge di riforma della Rai, in discussione in Commissione Lavori Pubblici al Senato, condivisa dai parlamentari intervenuti nella conferenza stampa organizzata dal gruppo Misto-Sel al Senato.

I senatori Loredana De Petris e Massimo Cervellini, con il deputato Nicola Fratoianni e l’esponente Pd Vincenzo Vita hanno illustrato gli emendamenti presentati al testo, che ricalcano la proposta di riforma depositata nei mesi scorsi dai parlamentari di Sel. Il gruppo punta all’adozione del sistema duale, con un consiglio di garanzia composto da 21 membri in rappresentanza di tutte le espressioni sociali, e un cda con sei membri piu’ il presidente, in rappresentanza degli utenti. Sel chiede inoltre l’abolizione della Commissione di Vigilanza, il cui posto viene preso dal consiglio di garanzia. Il canone, inoltre, viene legato al reddito.

«Abbiamo un giudizio molto negativo sul ddl – ha affermato Fratoianni -. Non è una riforma, ma un piccolo lavoro di manutenzione malfatto. Era decisamente più pluralista la Gasparri, qui l’esecutivo ha una presenza straripante. La nostra proposta va nella direzione opposta e ci auguriamo che ci sia disponibilita’ alla discussione. Hanno ostentato il fatto che non sono andati avanti con decreto, ma se poi non discutono e’ lo stesso».

«Auspichiamo che non ci sia un’accelerazione forzata – ha fatto eco De Petris -. Visto che sul ddl scuola si deve rallentare e su altri provvedimenti il governo non ha i numeri, temiamo che si stia pensando di riempire il buco con il ddl Rai». «Gli emendamenti presentati puntano a uno schema alternativo, che non è una fantasiosa idea movimentista ma è un sistema utilizzato in gran parte d’Europa – ha sottolineato Vita -. Sono state presentate diverse proposte e sono tutte migliori di quelle del governo». «Con il ddl l’Italia sarebbe l’unico grande Paese europeo in cui il capo azienda e’ scelto dal governo – ha aggiunto Cervellini -. Il nostro tentativo e’ di ribaltare il disegno di legge».