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Venerdì, 7 febbraio 2014

Referendum, in Alto Adige alle urne per dire no alla legge che vuole cancellare la democrazia diretta

NOarcobaleno

Domenica 9 febbraio 2014 si vota, solo in Alto Adige/Südtirol, per un referendum “confermativo”. Le cittadine e i cittadini saranno, infatti, chiamati a decidere se una legge, attualmente sospesa in attesa del Referendum stesso, debba essere confermata o no. Si tratta di una legge che regola la “democrazia diretta”, voluta dalla sola Südtiroler Volkspartei (SVP), il partito di “raccolta” espressione delle minoranze linguistiche tedesca e ladina. Salvo la SVP, che nelle ultime elezioni provinciali ha perso la maggioranza assoluta, tutti i partiti e un ampio fronte delle orgamizzazioni sociali (Sindacati, ACLI, Associazioni ambientaliste) si sono pronunciati per il NO alla conferma della legge. Vengono, infatti introdotti, tali e tanti ostacoli che la promozione di eventuali referendum sarà nei fatti preclusa a chiunque che non sia la stessa SVP. Oltre 26.000 firme che si aggiungono alle 8.000 per la prima fase della procedura, tempi lunghi, contenuti preclusi. Più che le minoranze salvaguardate dallo Statuto, la SVP sembra voler difendere gli interessi di determinati lobbies e gruppi di potere. SEL Alto Adige Südtirol ha fortemente sostenuto la campagna per un NO che “vale doppio” per evitare che si possa mettere definitivamente una pietra tombale sul capitolo della democrazia diretta e aprire la strada ad una nuova legge, ma. soprattutto per evitare di dare un decisivo “lasciapassare” alla SVP per scriversi DA SOLA le le regole democratiche dell’autonomia. Anche Nichi Vendola ha sostenuto le ragioni del fronte del NO scrivendo su twitter “Non c’è democrazia senza Referendum. NO alla legge ammazza-referendum della SVP”.

Guido Margheri e Loredana Motta

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