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Giovedì, 23 giugno 2016

Referendum, sindaco paese pistoiese nega piazza per raccolta firme. Interrogazione di SI: atto illegale, intervenga Alfano

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In Italia può anche succedere che un sindaco vieti la piazza per impedire la raccolta delle firme per il referendum costituzionale.
Una cosa gravissima, che è accaduta nei giorni scorsi nel pistoiese, ad Agliana. E ancor più grave che il responsabile del divieto sia stato un dirigente del Partito Democratico.
Lo afferma Sinistra Italiana, che con le parlamentari toscane Marisa Nicchi a Montecitorio e Alessia Petraglia al Senato hanno presentato un’interrogazione al governo chiedendo provvedimenti e l’intervento del ministro Alfano.

«L’ordinanza di un sindaco deve rispettare la legge, anzitutto la Costituzione e le leggi ordinarie dello Stato – affermano le due parlamentari della sinistra – e vietare come ha fatto il sindaco Pd di Agliana invocando la tutela di una festa e stigmatizzare la raccolta delle firme come attivita’ «divisiva» e «di parte» e’ del tutto estraneo all’ordinamento, perche’ introduce un limite a un diritto fondamentale ad opera di una fonte amministrativa (l’ordinanza del sindaco) che in uno Stato di diritto deve essere sottoposta alla legge. Peraltro il decreto legislativo n. 267 del 2000 riserva il potere di rilasciare queste autorizzazioni, all’articolo 107, in relazione all’articolo 50, ai funzionari preposti, escludendo che possa intervenire direttamente il sindaco come e’ avvenuto in questo caso. E’ stato impedito insomma – concludono Nicchi e Petraglia – dal sindaco l’esercizio di un diritto politico di alto rilievo costituzionale».

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