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Martedì, 18 febbraio 2014

Regionali Piemonte 2014, è necessario un confronto per scegliere candidato

torino

Che fine ha fatto il popolo delle Primarie? Le consultazioni democratiche non hanno più appeal o forse i cittadini ci vogliono far capire che sono stanchi dell’uomo solo al comando? Che alle primarie del Partito Democratico si siano presentati solo il 20% degli elettori della consultazione precedente è un dato politico che non può essere sottovalutato. E’ vero che quelle con cui fu nominato segretario nazionale del PD Matteo Renzi furono elezioni discusse e con una cassa di risonanza nazionale, ma i 20.000 elettori di ieri sono la metà di quei 40.000 che poteva considerarsi la soglia di sbarramento per raggiungere un risultato accettabile.

Che a perdere fascino non sia il PD che ha trasformato quel che era un magnifico strumento di discussione popolare, in un duello all’arma bianca tra contendenti interessati al controllo delle posizioni di potere del partito? Lungi da me mettere il naso in casa altrui, ma le consultazioni democratiche di ieri vanno analizzate con attenzione: se da una parte registriamo un calo dell’interesse dei cittadini, un po’ come è successo in Sardegna con il voto per le regionali; in altri contesti non possiamo non ammettere che dove il quesito è chiaro e non personalistico, vedi Nichelino, il fermento è ancora vivo. Nella cittadina dove si tenevano le Primarie di coalizione per nominare il candiddato sindaco ci sono state code ai seggi e dibattito sui singoli candidati: in quel caso però a confronto non vi erano solo nomi e persone, ma soprattutto idee e impostazioni politiche.

O la politica è dunque un grosso spot elettorale a sostegno dei singoli personaggi, oppure è uno strumento di partecipazione volto a rendere vivi e attivi anche i singoli militanti. Noi crediamo in questo: la politica è il laboratorio dentro il quale devono nascere le idee che devono essere messe a confronto. Le Primarie hanno senso di esistere anche per il candidato Presidente della Regione solo davanti a un vero confronto programmatico e noi questo lo ripetiamo da giorni.

Due punti dai quali partire: costi della politica e lavoro in Piemonte. Sulla proposta di abolizione dei rimborsi ai gruppi politici avanzata da Sergio Chiamparino non possiamo che dirci d’accordo: è giusto che le risorse pubbliche che vengono spese sai singoli partiti siano controllate dall’ente principale. Sulla FIAT invece vorremmo che il candidato del Partito Democratico alla presidenza della Regione Piemonte ci dica qualcosa di chiaro: bene fa a prendere le distanze dalle dichiarazioni di John Elkann sottolineando come ci siano migliaia di giovani che vivono in una condizione di sconforto a causa della mancanza di lavoro, ma perché non sottolineare che la crisi nella nostra Regione è grave soprattutto grazie alle politiche industriali della causa automobilistica torinese? Noi vogliamo un Piemonte aperto anche a investitori stranieri soprattutto nel settore dell’automobile, Chiamparino cosa vuole?

Apriamo un confronto partendo da questi punti? Crediamo che i cittadini siano interessati come noi a conoscere le posizioni di chi vuol governare la nostra Regione e magari potrebbero voler scegliere il proprio candidato in relazione alle politiche che dice di voler sostenere.

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