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Mercoledì, 15 ottobre 2014

Ricerca in marcia in tutta Europa: il 18 ottobre. SEL in piazza per la scienza e per la cultura

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“They have chosen ignorance!” Così inizia l’appello dei ricercatori europei che, a seguito della mobilitazione francese partita in settembre, ha lanciato una serie di appuntamenti su tutto il continente. L’appello, che è diventato una petizione sottoscritta da più di settemila fra dottorandi, post-doc, docenti e cittadini europei, è un attacco alle politiche dell’attuale governo dell’Unione Europea: la preferenza accordata da conservatori e neoliberisti al contenimento, se non proprio il taglio degli investimenti pubblici, sta aggravando la crisi.

Esiste un fil rouge fra i dati diffusi dall’OCSE rispetto all’aumento della disoccupazione (specie giovanile, sempre più elevata nel sud dell’Europa) e della precarietà nel mondo del lavoro e i sempre più carenti finanziamenti alla ricerca e all’innovazione tecnologica nella produzione industriale, alle scuole pubbliche, all’università, al diritto agli studi: il settore della conoscenza e della ricerca, che potrebbe essere la garanzia di un’uscita dalla crisi, resta una voce di spesa da decurtare senza raziocinio. Qualche numero: dal 2008 università e laboratori italiani hanno perso il 18,7% dei finanziamenti statali, il 100% dei fondi per la ricerca di base e il 90% dei reclutamenti (10 mila ricercatori in meno); l’ADI – Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca Italiani ha denunciato che, dei 15.300 assegnisti di ricerca attivi nel 2013, il 96,6%  non continuerà la propria attività.

“Sciences en marche”, la rete dei ricercatori francesi che il 18 ottobre riempiranno Parigi con le proprie biciclette, è chiarissima su questo passaggio: la diffusione sempre più ampia dei contratti a tempo determinato e l’incapacità degli imprenditori privati di investire nell’innovazione non garantiscono ai giovani dei reali percorsi formativi capaci di produrre conoscenze utili all’attività economica del Paese e alla cultura democratica della nazione.

Se ciò è vero per la Francia, lo è a maggior ragione per l’Italia e per l’Europa tutta.

I tagli previsti nel budget comunitario 2015 nel settore “Ricerca e Sviluppo”, che produrranno il clamoroso taglio da 1 miliardo di € al fondo Erasmus tanto decantato dal primo ministro Matteo Renzi, non consentiranno di raggiungere nel 2020 l’obiettivo del 3% del PIL dei Paesi UE destinato a saperi e innovazione. Per quale ragione e con quale riconoscimento, infatti, gli investitori privati dovrebbero sostituirsi a governi nazionali completamente disinteressati a tale asset strategico? Un 3% per sviluppare l’Europa, un 3% (il rapporto deficit-PIL stabilito da Maastricht, ndr) per soffocarla.

Sinistra Ecologia e Libertà ribadisce che l’uscita dalla crisi è possibile attraverso misure che sappiano costituire un’efficace alternativa alle attuali politiche conservatrici: il rifinanziamento, in Italia, del Fondo di Finanziamento Ordinario delle università, della scuola statale e della ricerca pubblica passano attraverso una più razionale tassazione, ad esempio, delle transazioni finanziarie, dal taglio di programmi come quello degli F35.

SEL esprime la propria netta contrarietà all’inserimento dei 150 mln € del Fondo Integrativo Statale per il diritto allo studio nel patto di stabilità: scelta politica evitabile, che incide in modo molto problematico sui bilanci degli enti regionali del DSU e che assume la netta continuità fra il governo di Matteo Renzi e la direttrice liberista e conservatrice della nuova Commissione UE.

“Per la scienza e per la cultura”, Sinistra Ecologia e Libertà aderisce ad una grande mobilitazione europea finalizzata ad invertire la rotta delle politiche e a esprimere pubblicamente il dissenso verso l’attuale direzione politica degli Stati e dell’Unione.

Il prodotto dei disinvestimenti costanti in sapere, ricerca e innovazione è l’impoverimento culturale, la crescita dell’analfabetismo di ritorno, una produzione industriale incapace di stare al passo con la concorrenza globale, l’emigrazione continua dei migliori “cervelli” dell’Europa, specie del sud, verso pochi poli di ricerca.

Sinistra Ecologia e Libertà
Dipartimento Saperi – Scuola, Università, Ricerca

 

La lettera aperta dei ricercatori europei

http://openletter.euroscience.org/open-letter-italian/

 

Sciences en marche

http://sciencesenmarche.org/fr/

 

“Per la scienza e per la cultura”, l’appello italiano

http://perlascienzaperlacultura.eu/l-appello

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